venerdì, Marzo 29, 2024
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AMNESTY INTERNETIONAL DELINEA LE PRIORITÀ PER LA 49ESIMA SESSIONE DEL CONSIGLIO DEI DIRITTI UMANI DELLE NAZIONI UNITE

In vista della 49esima sessione del Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite, iniziato il 28 febbraio, Amnesty International ha presentato diverse priorità da discutere ed esaminare riguardo lo stato dei diritti umani in Iran. Esorta il Consiglio per i diritti umani ad “adottare un approccio più incisivo verso le crisi in Iran”, compresa “l’istituzione di efficaci meccanismi di monitoraggio e indagine”.
Amnesty International ha dichiarato:”Poiché le autorità di questi paesi si rifiutano di cooperare con le istituzioni e i processi esistenti in materia di diritti umani e le situazioni continuano a deteriorarsi, il CDU non può proseguire con “i soliti affari”.
Un’ulteriore richiesta è il rinnovo del mandato del relatore speciale sull’Iran.
Amnesty sta sollecitando il CDU a concentrarsi maggiormente sulle violazioni “sistematiche” dei diritti umani nel paese, nonché sull’impunità istituzionalizzata di cui sono circondati i funzionari del regime iraniano, che li protegge dall’essere chiamati a rispondere dei loro crimini contro l’umanità del passato e del presente.
Per affrontare tale impunità, Amnesty ha chiesto la creazione di un organo indipendente “con il compito di raccogliere, consolidare, preservare e analizzare le prove per le indagini future e, nel caso in cui emergano dati inequivocabili, i procedimenti giudiziari”, secondo il diritto internazionale per gli autori delle atrocità in Iran.
In una delle sue raccomandazioni, Amnesty International ha sostenuto:”…i crimini di diritto internazionale e le violazioni dei diritti umani che richiedono un’indagine da parte di tale meccanismo dovrebbero includere l’uccisione illegale di centinaia di uomini, donne e bambini disarmati e le detenzioni arbitrarie, torture e sparizioni forzate durante e dopo la repressione delle proteste nazionali del 2019″.
Amnesty ritiene che queste indagini dovrebbero estendersi anche ai crimini contro l’umanità del passato con particolare riferimento alle esecuzioni di migliaia di prigionieri politici nel 1988, oltre che alle numerose sparizioni nello stesso periodo.
Le sistematiche violazioni dei diritti umani in Iran, così come la radicata impunità per i responsabili dei brutali crimini contro l’umanità, sono il prodotto dall’incapacità della comunità internazionale di individuare i funzionari responsabili. Ci sono prove lampanti del coinvolgimento diretto dell’attuale presidente del regime, Ebrahim Raisi, nel massacro del 1988, ma non è mai stato ritenuto responsabile di ciò.
Nel 2021, migliaia di cittadini iraniani sono stati sottoposti a interrogatori arbitrari, perseguiti e detenuti ingiustamente, solo per aver esercitato i loro diritti in modo pacifico.
Ancora oggi, centinaia di detenuti restano nelle prigioni iraniane con accuse fasulle.
Le proteste sono sempre represse duramente dalle forze di sicurezza del regime. Molti prigionieri iraniani sono stati sottoposti ad atroci torture e alla negazione di cure mediche.
A tutt’oggi, molti decessi avvenuti nelle prigioni sono morti sospette, ma non si possono fare indagini ed assicurare alla giustizia i responsabili. Secondo Amnesty International:”Le autorità hanno continuato ad usare la pena di morte come arma di repressione contro i dissidenti, manifestanti e membri di gruppi etnici minoritari ed anche per presunti reati commessi da bambini. I dissidenti e i giornalisti residenti all’estero sono ad alto rischio di rapimenti ed esecuzioni”.
Il relatore speciale sull’Iran nel suo rapporto del luglio 2021 all’ Assemblea generale, ha sottolineato la necessità che la comunità internazionale chieda e garantisca che i colpevoli delle ” grossolane” violazioni dei diritti umani in Iran siano individuati e condannati.
Il rapporto di quest’anno darà alla comunità internazionale l’opportunità di rispondere apertamente all’impunità di cui i funzionari del regime hanno goduto negli ultimi quattro decenni.
Una volta che questo tema sarà affrontato e trattato a fondo, sarà finalmente l’inizio per condannare le violazioni dei diritti umani in Iran e di conseguenza la fine di tali atrocità.

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