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Conferenza a Parigi, Le personalità politiche, religiose e gli attivisti dei diritti umani da tutto il Medio Oriente e dal Nord Africa lanciano l’appello all’ONU e agli USA e all’UE sulla garanzia della tutela di Ashraf

In occasione del mese sacro di ramadan in una conferenza di portata eccezionale a Parigi, il 13 agosto, hanno partecipato molti deputati dai vari Parlamenti, personalità politiche e religiose, attivisti dei diritti umani e della questione femminile provenienti da 15 paesi, i quali l’Iraq, la Palestina, la Giordania, l’Iran, l’Egitto, l’Algeria, il Kuwait, la Tunisia, il Marocco, il Libano, lo Yemen, la Libia, l’Azerbaigian, l’Afganistan, la Mauritania, e altre personalità americane e europee e hanno discusso sulla primavera araba e gli eventuali pericoli   che la minaccia. Le personalità politiche , decine di membri dei parlamenti e alcuni ex capo di governi e ministri, hanno ricordato il ruolo distruttivi del regime teocratico al potere in Iran, che potrebbe deviare il corso delle rivolte nei paesi arabi e musulmani, riversandole al terrorismo e all’integralismo. S’è parlato anche la necessità di garantire la tutela dei residenti del Campo Ashraf in Iraq, come baluardo contro l’integralismo religioso nella regione. S’è affermato che le Nazioni Unite e gli Stati Uniti d’America e i paesi europei sono responsabili dell’incolumità dei residenti di Ashraf e affinché siano rispettati i loro diritti.

La signora Maryam Rajavi, presidente eletta del Consiglio nazionale della resistenza iraniana nel suo intervento ha ricordato e salutato le rivolte in tutto il Medio Oriente, nel Nord Africa, in Iran e nel Campo Ashraf stretto nel disumano accerchiamento. Maryam Rajavi, riferendosi alle parole di Corano e alle tradizioni del profeta Mohammad ha mostrato che l’Islam è una religione democratica, tollerante che predica libertà. Rajavi ha aggiunto che l’Islam è basato sul pluralismo e sulla pacifica convivenza tra le persona appartenete al qualsiasi credo  e religione, ed è la religione di tolleranza e perdono soprattutto nei confronti dei dissidenti. La presidente del CNRI ha detto che l’Islam è la religione che difende l’uguaglianza delle donne e crede che la sovranità del popolo attraverso libere elezione sia il più alto dei valori.

 
Maryam Rajavi ha concluso che: “i Mojahedin del popolo da quasi mezzo secolo si sono battuti, con lo strumento dell’Islam democratica, contro la dittatura monarchica e teocratica che abusando la religione la strumentalizzavano per instaurare la loro dittatura. Il Campo Ashraf è un esempio di coloro che in base ad un Islam democratico hanno instaurato rapporti leali e sinceri dove l’amore e la generosità è la linfa vitale. Proprio per questo il regime dittatoriale di Teheran attacco Ashraf, perché ispira i giovani iraniani sulla strada della libertà. Negli due anni Ashraf è stato soggetto a due violentissimi attacchi e tuttora è minacciato ad una vera catastrofe umanitaria per mano del governo iracheno a soldo dei mullà”.
La presidente del CNRI ha chiesto ai partecipanti alla conferenza di Parigi di mettere in campo tutta la loro forza per la difesa dei residenti del Campo Ashraf e ha detto: “vi chiedo di sollecitare la comunità internazionale, in particolare le Nazioni Unite, gli Stati Uniti d’America e l’Unione europea che in base delle leggi internazionali onorare le loro responsabilità per la tutela internazionale dei residenti del Campo Ashraf. La difesa di Ashraf,  dove ci sono 1000 donne musulmane, è una priorità islamica, cosi come la sua tutela mette in prova la comunità internazionale e  le Nazioni Unite sugli impegni alla materia dei diritti umani”.

Segretariato del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana
13 agosto 2011
 
 

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