CNRI – Alla Camera dei Lord, più di 30 parlamentari (dei principali gruppi politici delle due camere) e giuristi di fama hanno organizzato una gran conferenza per discutere sulla rimozione delle restrizioni imposte al Mojahedin del popolo e sostenere la resistenza iraniana condotta dal suo presidente eletto Maryam Rajavi.
La conferenza era presieduta congiuntamente dal lord Corbett of Castle Vale (presidente della commissione parlamentare britannica per la libertà in Iran) ed il lord onorario Arsher of Sandwell.
La conferenza ha approvato la dichiarazione seguente firmata dai 2000 avvocati e giuristi britannici:
1.I Lord occupando anche la funzione di consiglieri della regina, di cui lord Slynn of Hadley, lord Waddington, lord Archer of Sandwell e lord Renton, firmiamo la presente dichiarazione:
2. Quando l’organizzazione del Mojahedin del popolo Iraniano (OMPI) è stata inserita nel 2001, i membri delle due camere del Parlamento hanno espresso preoccupazioni serie ed hanno formulato obiezioni.
3. L’idea è in gran parte diffusa nell’ambito del Parlamento secondo il quale il divieto dell’OMPI aveva una motivazione politica. Lo stesso dicasio per l’iscrizione dell’OMPI sull’elenco con decisione del Consiglio d’Europa il 2 maggio 2002. Nel novembre 2004, nellambito delaccordo di Parigi conclusa tra lUE3 e l’Iran riguardante, il programma nucleare del regime iraniano, lUE3 hanno promesso allIran che in cambio della loro cooperazione, l’UE manterrebbe lOMPI sull’elenco del terrorismo, che dimostra così chiaramente la natura politica della classificazione dell’OMPI come terroristi.
4. Dopo un attento esame del caso dell’OMPI nellambito delUE e del Regno Unito, non abbiamo individuato alcuno sforzo significativo che sia da parte del Consiglio o del ministero dell’interno per prendere in considerazione gli eventi importanti che hanno dal divieto dell’OMPI. Fra loro, il fatto che lOMPI non si siano impegnate in alcunattività militare fin dal luglio 2001, e che i tutti i membri dell’OMPI in Iraq abbiano ricevuta lo statuto di "persone protette" e che dopo 16 mesi d’indagini condotte dalla forza multinazionale in Iraq, nessun elemento abbia permesso di accusare un membro dell’OMPI di un’offesa qualunque.
5. Alla luce di questi fatti, raccomandiamo la fine del divieto dell’OMPI. Inoltre, chiediamo con insistenza al governo britannico di fare questa stessa proposta all’UE per il ritiro dell’OMPI dall’elenco terroristico.
6. Circa i 2000 avvocati britannici di tutto il paese ha firmato la dichiarazione "Iran, un appello alla giustizia" che segnala che non c’era nessuna base legale nel divieto dell’OMPI e raccomandando al ministro dell’interno di rimuovere il divieto che pesa sull’organizzazione.
7. La dichiarazione afferma: "È arrivato il momento che il nostro governo prenda le sue distanze dal regime integralista iraniano, che rappresenta una minaccia diretta per gli interessi britannici e sì a fianco di milioni diraniani e del loro movimento di resistenza che ricercano soltanto la pace, la libertà ed una democrazia laica in Iran".
8. In dicembre dell’anno scorso, 430 deputati hanno firmato una dichiarazione simile nella quale hanno detto: dobbiamo rispondere al desiderio di cambiamento del popolo iraniano sistemandoci dalla loro parte nella loro lotta per sostituire questa teocrazia integralista con una democrazia laica.
9. Dato che il regime iraniano, (I) prosegue in modo aggressivo i suoi programmi nucleari al dispetto della Comunità internazionale, (II) intensifica la sua interferenza negli affari interni dellIraq anche in attività terroristiche e (III) si oppone attivamente al processo di pace in Medio Oriente, noi firmatari sosteniamo la "terza via" che consiste nel portare un cambiamento democratico in Iran, opzione proposta dalla signora Maryam Rajavi, presidente della repubblica eletta dal Consiglio nazionale della resistenza iraniana, al Parlamento europeo nel dicembre 2004.
10. siamo convinti che le concessioni dell’occidente al regime di Teheran aumentino il rischio che l’Iran ottenga armi nucleari e la possibilità di un conflitto militare nella regione. Un cambiamento democratico in Iran da parte del popolo iraniano e della sua resistenza costituisce il solo mezzo per garantire la pace e la stabilità in Medio Oriente.
31 Gennaio 2006