Contaminazione dell'acqua nella prigione di Gohardasht mette in pericolo la vita dei prigionieri
CNRI – Da un mese l'acqua potabile nella prigione di Gohardasht, situata a Karaj nella periferia di Tehran, è contaminata. Numerosi detenuti sono malati e lo stato di salute di parecchi di essi va aggravandosi. L'acqua della prigione viene da un pozzo ed i prigionieri sono privati dell'acqua potabile della città. Con questa acqua insalubre,hanno contratto delle malattie renali, digestive, diarree, vomiti,mal di testa e anemia.
Inoltre, questa acqua contaminata è spesso tagliata per diverse ore durante il giorno, ciٍ che fa aggravare i problemi. Le fughe di acque inquinate nella rete dell'acqua potabile ed il suo forte odore di escremento sono estremamente pericolose.
L'assenza di acqua calda e di possibilità di lavarsi ha causato delle malattie di pelli. La maggior parte dei servizi della sezione 6 sono impraticabili e si conta 3 a 4 bagni per 600 detenuti. Le fughe di acqua dei servizi del piano superiore causano di grave problema nei piani inferiori.
La sovrappopolazione dei prigionieri in seguito ai vasti arresti di questi ultimi tempi, supera da lontano parecchie volte la capacità della prigione e trascinato anche una propagazione galoppante delle malattie contagiose.
Non solo le autorità carcerarie non hanno fatto niente per riparar, ma hanno persino aumentato la pressione, hanno ritirato l'acqua minerale e le altre bevande dal negozio della prigione per obbligare i detenuti a consumare questa acqua contaminata.
I detenuti sono stati privati di medici specialisti e l l'ambulatorio della prigione che non dispone neanche di un minimo di medicinali, è stata chiusa parecchi giorni con il pretesto per le vacanze del Capodanno iraniano.
La Resistenza Iraniana si appella all'Alto commissariato per i diritti dell'uomo , ad Amnesty International e agli altri organi di difesa dei diritti dell'uomo in tutto il mondo per far sى che si condannino le condizioni disumane in cui vivono i prigionieri. La Resistenza inoltre chiede loro di prendere misure urgenti per salvare la vita dei detenuti, in particolare dei prigionieri politici vittime di trattamenti ancora più duri.
Segretariato del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana
10 aprile 2010