Arghavan Fallahi, Bijan Kazemi, Mohammad Akbari Monfared e Amirhossein Akbari Monfared
Sotto pressione e tortura in relazione alle morti di Moghiseh e Razini
La Resistenza iraniana chiede all’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, al Consiglio per i diritti umani e al Relatore speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani in Iran di adottare misure urgenti per salvare la vita dei prigionieri politici Arghavan Fallahi, Bijan Kazemi e Mohammad e Amirhossein Akbari Monfared, sottoposti a lunghi interrogatori e torture nel tentativo di estorcere confessioni forzate e fabbricate relative alla morte dei carnefici del regime Moghiseh e Razini.
Arghavan Fallahi, 25 anni, è stata arrestata nella sua abitazione a Parand (Teheran) il 25 gennaio 2025 e trasferita al reparto 241 del carcere di Evin, gestito dall’Unità di Protezione dell’Intelligence della magistratura. Il suo caso è in corso presso la Sezione 26 del Tribunale Rivoluzionario di Teheran, sotto la supervisione del noto giudice Iman Afshari. Dopo circa cinque mesi in isolamento nel reparto 241, in seguito al bombardamento e all’evacuazione di Evin è stata trasferita in isolamento a Fashafouyeh (carcere della grande area metropolitana di Teheran, a circa 32 chilometri dalla città). Arghavan era già stata arrestata nel novembre 2022 insieme a suo padre, Nasrollah Fallahi, prigioniero politico negli anni ‘80, ed era stata successivamente rilasciata. Anche Nasrollah, che sta attualmente scontando una pena detentiva di cinque anni, è detenuto nel carcere di Fashafouyeh.
Bijan Kazemi, 44 anni, è stato arrestato dagli agenti dell’intelligence a Kuhdasht il 20 gennaio 2025 e trasferito pochi giorni dopo in isolamento nel reparto 209 del carcere di Evin. Gli interrogatori sostengono che abbia fornito armi agli aggressori di Razini e Moghiseh, due dei principali carnefici della magistratura di Khamenei. Bijan era stato già arrestato nel marzo 2020 e incarcerato per oltre due anni nel carcere di Khorramabad, poi rilasciato sotto sorveglianza con un braccialetto elettronico alla caviglia che gli è rimasto addosso per un anno e mezzo. Attualmente è detenuto in isolamento in una delle sezioni del carcere di Fashafouyeh.
Amirhossein Akbari Monfared, 22 anni, è stato arrestato il 19 gennaio 2025, un giorno dopo la morte di Razini e Moghiseh, in seguito a un’irruzione nella sua abitazione da parte di agenti dei servizi segreti. È stato portato al reparto 209 del carcere di Evin ed è stato sottoposto a gravi torture nel tentativo di estorcergli confessioni forzate. Ora è anch’egli detenuto nel carcere di Fashafouyeh.
Il 21 gennaio 2025, agenti dell’intelligence hanno fatto nuovamente irruzione nella stessa casa e hanno arrestato Mohammad Akbari Monfared, il padre di Amirhossein. Già prigioniero politico degli anni ‘80, Mohammad Akbari Monfared era stato arrestato anche durante la rivolta del 2022 e detenuto poi per cinque mesi in isolamento nel reparto 209 del carcere di Evin.
Quattro membri della famiglia Akbari Monfared – i membri dell’OMPI Alireza, Gholamreza, Abdolreza e Roghieh Akbari Monfared – furono giustiziati dai carnefici di Khomeini negli anni ‘80. La loro sorella Maryam sta scontando il suo sedicesimo anno di carcere per avere chiesto giustizia per i suoi fratelli martirizzati e non le è stato concesso un solo giorno di permesso per malattia.
Segreteria del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana (CNRI)
4 luglio 2025