CNRI – Alle soglie dell’ottavo anniversario del massiccio raid contro la sede del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana ad Auvers-sur-Oise e la residenza di un numero di membri e simpatizzanti della Resistenza e delle famiglie dei martiri della Resistenza il 17 giugno 2003, la giustizia ha prevalso. L’annullamento ufficiale delle accuse di terrorismo contro la signora Maryam Rajavi, Presidente eletta della Resistenza iraniana e 23 funzionari, membri e sostenitori della Resistenza con l’accusa di terrorismo e di finanziamento del terrorismo è stata emessa dalla magistratura francese ed il giudice investigativo anti-terrorismo di indagine giudice. Il fascicolo del 17 giugno è stato aperto nel 2001,all’epoca in cui Mohammad Khatami era presidente dei mullah, come un incentivo per la moderazione per il regime dell’ irriformabile velayat-e-faqih ( assoluta delal dittatora religiosa) e riaperto il base del marchio di terrorismo contro Mojahedin del Popolo Iraniano (PMOI), è stato ufficialmente chiuso il problema del terrorismo.
La signora Maryam Rajavi, Presidente eletta della Resistenza iraniana si è congratulata con il popolo iraniano e con la Resistenza iraniana, in particolare con i residenti di Camp Ashraf per la decisione della magistratura francese e ha espresso la sua gratitudine a tutti i sostenitori della Resistenza Iraniana in tutto il mondo, ed ai giuristi e agli avvocati, ai politici, sociali e dignitari religiosi in Francia e altrove, che sono rimasti dalla parte del popolo iraniano e della Resistenza nel corso degli ultimi 10 anni.
Ha detto: “L’ordine emesso oggi dalla magistratura francese annulla e devasta decennali investimenti, la demonizzazione e la campagna di disinformazione da parte del regime clericale, dei suoi agenti, e dei testimoni contro la Resistenza iraniana e dei suoi simboli.
L’ordine di oggi ha ancora una volta dimostrato che qualsiasi etichetta di terrorismo contro l’Organizzazione dei Mojahedin del Popolo Iraniano da parte qualsiasi potere è un’ etichetta politica e deriva dalla politica di accondiscendenza. La sua continuazione solo servirebbe gli interessi del fascismo religioso al potere in Iran.
Segretariato del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana
12 maggio 2011