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Visita di Stato di Rohani in Italia: non dimenticare la grave situazione dei diritti umani

Comitato Italiano di Parlamentari e Cittadini per Iran Libero

                                                                                 COMUNICATO STAMPA

Roma, 18 gennaio 2016 – A una settimana dalla visita di Stato in Italia del presidente della Repubblica Islamica dell’Iran Hassan Rohani, il Comitato Italiano di Parlamentari e Cittadini per un Iran Libero ricorda che l’Iran resta uno degli Stati dove la violazione dei diritti umani e delle libertà fondamentali è più grave e sistematica.

In particolare, dall’inizio della presidenza Rouhani si sono avute circa 2000 esecuzioni, con una tendenza ulteriormente in aumento negli ultimi mesi. 

La maggioranza di queste esecuzioni sono avvenute per reati connessi al traffico o al consumo di droghe, mentre in molti casi si è trattato di oppositori politici. Inoltre, persistono uso generalizzato della tortura per ottenere confessioni forzate, processi iniqui e scarso accesso agli avvocati in casi che comportano la pena di morte. Molte condanne sono comminate per la vaga colpa di “moharebeh”, cioè “inimicizia verso Dio”. Peraltro, è in aumento la repressione delle minoranze etniche e religiose: anche alcuni cristiani iraniani sono stati arestati lo scorso Natale per avere praticato la propria religione in una chiesa domestica nella città di Shiraz. 

Nel settembre 2015 l’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Zeid Ra’ad Al Hussein ha dichiarato che in Iran “il sempre maggior utilizzo della pena di morte, i timori sul diritto ad un giusto processo ed il continuo arresto di giornalisti, bloggers e difensori dei diritti umani restano le prime cause di preoccupazione”. In dicembre, una risoluzione dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha criticato l’Iran per le pene disumane come fustigazione e amputazioni, per l’aumento delle esecuzioni anche pubbliche e in particolare per le esecuzioni di minorenni.

Il regime iraniano, nonostante abbia mostrato di adeguarsi alle condizioni dell’AIEA per l’entrata in vigore dell’accordo sul nucleare, ha intanto testato il 12 ottobre e il 21 novembre 2015 dei missili balistici; per questo e per il sostegno ad organizzazioni terroristiche restano in vigore alcune delle sanzioni comminate dagli Stati Uniti. 

Il Comitato Italiano di Parlamentari e Cittadini per un Iran Libero chiede pertanto al governo italiano che eserciti la massima cautela rispetto a questi punti e che, al di là dell’interscambio commerciale, condizioni i rapporti politici con l’Iran a un miglioramento concreto della situazione dei diritti umani nel Paese.

 

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