Un ispettore non identificato dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica esamina le attrezzature dell’impianto di Natanz in Iran
Behrouz Kamalvandi, portavoce dell’Organizzazione per l’Energia Atomica Iraniana, ha annunciato martedì che il regime iraniano non applicherà il Protocollo Integrativo al Trattato sulla Non-Proliferazione Nucleare, che permetterebbe agli ispettori internazionali di recarsi ovunque e in qualunque momento ad esaminare i siti sospettati di celare esperimenti segreti sulle armi nucleari.
Rispondendo alle dichiarazioni rese lunedì dal capo dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, Yukiya Amano, che ha ribadito che l’Iran deve applicare il Protocollo Integrativo, Kamalvandi ha detto: “Amano ha precisato moltissime volte nei suoi rapporti che se vogliamo dichiarare come pacifiche le attività nucleari dell’Iran, il Protocollo Integrativo deve essere applicato… e in altre occasioni ha sottolineato che il Consiglio di Sicurezza dell’ONU e il Consiglio dei Governatori dell’AIEA hanno chiesto all’Iran di applicare il Protocollo Integrativo, anche se noi abbiamo risposto a questa richiesta molte volte”.
Kamalvandi ha aggiunto: “Prima di tutto, accettare il Protocollo Integrativo è facoltativo e inoltre noi non consideriamo legali le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’ONU e del Consiglio dei Governatori e perciò non le abbiamo attuate finora”.
Il Direttore Generale dell’AIEA, che lunedì ha partecipato ad una conferenza organizzata dal Carnegie Endowment for International Peace, ha detto in un’intervista al Washington Post: “L’Iran non è riuscito a fornire le informazioni o l’accesso necessari a fugare le preoccupazioni dell’agenzia sulle eventuali armi prodotte dal programma nucleare del paese”.
Ed ha aggiunto: “L’Iran ha risposto solo ad una delle decine di domande sui ‘possibili aspetti militari’ delle sue passate attività nucleari”.
Amano ha detto al Washington Post che l’Iran ha fornito informazioni “molto limitate” su altre due questioni, mentre il resto non è stato affrontato affatto.
Amano ha detto che le sei potenze mondiali che stanno negoziando con l’Iran devono insistere che il paese applichi il Protocollo Integrativo, aggiungendo che è “assolutamente necessario. Ci fornirà strumenti più potenti per indagare su attività che non ci sono state dichiarate”.
Al centro dei negoziati tra Tehran e i P5+1 c’è l’obbiettivo di stabilire delle garanzie che la teocrazia al potere in Iran non otterrà armi nucleari e quello di bloccare tutte le vie possibili alla creazione di una bomba atomica.
Le preoccupazioni esistenti sono aggravate da due decenni di tentativi del regime iraniano di nascondere il suo programma nucleare, in particolare gli aspetti relativi alle possibili applicazioni militari.
Il 24 Febbraio il Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana ha rivelato informazioni dettagliate sull’esistenza di un sistema parallelo segreto e l’esistenza di un sito segreto, “Lavizan-3” a Tehran.
Secondo le informazioni fornite dal CNRI, raccolte dalla rete dell’Organizzazione dei Mojahedin del Popolo Iraniano (PMOI/MEK) dentro il paese, Tehran sta arricchendo l’uranio segretamente in questo sito da anni, utilizzando centrifughe moderne.
Maryam Rajavi, Presidente eletta della Resistenza Iraniana, il 7 Marzo ha sottolineato la necessità che il regime venga obbligato ad accettare il Protocollo Integrativo come parte integrante della strategia per bloccare il suo cammino verso la creazione di una bomba atomica. “Il regime teocratico deve essere obbligato ad attuare pienamente le risoluzioni del Consiglio di Sicurezza, a interrompere l’arricchimento dell’uranio e a consentire le ispezioni a sorpresa in tutti gli impianti e i siti sospetti”, ha detto.