
E’ del tutto falso, come documentato da autorevoli fonti e da inconfutabili prove documentali, che i Mojaheddin siano stati “da Saddam coinvolti” nella guerra fra Iran e Iraq, né tantomeno “nel massacro di curdi e di sciiti”.
E’ del tutto falso, come ben sa ogni buon osservatore della politica internazionale, minimamente informato sui fatti realmente accaduti, che i Mjaheddin godano del “sostegno USA”: al contrario, il governo USA, nella persona dell’ex Segretario di Stato Hillary Clinton, si è opposta per anni alla doverosa cancellazione del MEK dalla lista USA delle organizzazioni terroristiche, nella quale tale organizzazione era stata del tutto illegittimamente inserita dall’allora Presidente americano Bill Clinton, per compiacere il regime di Teheran. Soltanto il pronunciamento durissimo e ripetuto delle Corti di Giustizia americane, sostenuto da un ampio movimento di opinione bipartisan all’interno degli USA, ha costretto, di malavoglia, il governo americano a togliere finalmente il MEK dalla black list e a cancellare tale vergogna.
E’ del tutto falso, come ben sa ogni buon cronista, minimamente attento alla pluridecennale storia dei Mojaheddin del Popolo iraniani, che tale movimento si configuri come “una setta, un’organizzazione oscura dalla struttura totalitaria, col culto della personalità per i propri leader, nella quale si praticano il lavaggio del cervello, in cui vige la rigorosa separazione fra uomini e donne, nel quale si fa voto di castità e si riferisce in pubblico dei propri turbamenti sessuali”: tutto ciò costituisce, al contrario, parte del consueto armamentario di falsità diffamatorie che il regime rovescia quotidianamente sul suo principale avversario e al quale gli organi di informazione seri non dedicano la minima attenzione, in quanto evidente frutto di pura propaganda politica e di disinformazione sistematica, da parte di uno dei più sanguinari regimi dittatoriali del mondo contemporaneo, che si appresta a disporre di armamenti nucleari.
Stupisce che il principale quotidiano italiano, dalla storica linea progressista, continui ad ospitare tra i propri collaboratori personaggi come la citata Vanna Vannuccini che, recidivamente (lo stesso avvenne già lo scorso anno, in occasione di un altro articolo sui Mojaheddin), si prestano a fare i passacarte delle veline del regime iraniano, per diffamare, contro ogni evidenza dei fatti, il principale movimento di opposizione e resistenza contro il regime guerrafondaio di Teheran, che da parte di tutta l’opinione pubblica e politica mondiale è ritenuto, a ragione, un movimento liberaldemocratico, gestito con criteri di trasparenza e democraticità interna, fondato sulla separazione giuridica fra stato e confessioni religiose, sull’eguaglianza fra uomo e donna e sulla coesistenza pacifica con tutti i popoli del mondo.
Forse sono queste le ragioni, che ovviamente sfuggono del tutto a Vannuccini, per le quali il MEK può “contare su un gruppo stellare di sostenitori in America e in Europa”.
Tullio Monti
Coordinatore della Consulta Torinese per la Laicità delle Istituzioni