Immagine generata dall’intelligenza artificiale che raffigura la controversia sulle minacce di morte di Kayhan
Il quotidiano controllato dallo stato iraniano Kayhan, le cui linee guida editoriali sono direttamente dettate dall’ufficio del Leader Supremo, ha apertamente minacciato di assassinare il presidente degli Stati Uniti Donald Trump. La minaccia è apparsa nella famigerata rubrica “Goftego” di Kayhan, pubblicata il 4 aprile 2025. L’autore ha scritto: “Da un momento all’altro, proiettili saranno sparati nel cranio vuoto di Trump in vendetta per il sangue del Martire Soleimani, e ingoierà l”amaro calice della dannazione’.”
Kayhan, noto per la sua propaganda estremista e la retorica belligerante, ha rilasciato la dichiarazione con la chiara intenzione di proiettare potere e rafforzare il morale della base demoralizzata del regime. Invece, la minaccia sottolinea la dipendenza del regime dal linguaggio terroristico e la sua ossessione per l’eliminazione e l’assassinio come strumenti primari di politica estera.
Il giorno successivo, Kayhan ha raddoppiato la sua retorica violenta, ribadendo la minaccia in un’altra rubrica e respingendo i critici come “elementi di orientamento occidentale” che cercano di minare gli interessi strategici dell’Iran. Il caporedattore, Hossein Shariatmadari, che è direttamente nominato dal Leader Supremo del regime Ali Khamenei, sembrava schernire i dissidenti, dipingendo le loro preoccupazioni come prova di debolezza.
#Iran News in Brief
Amir Ali Hajizadeh, the Aerospace commander of the #IRGCterrorists threatened to kill several #American officials, including former U.S. President Donald Trump, Secretary Mike Pompeo and General McKenzie to avenge Qassem Soleimani.https://t.co/EUfvPSUJ6W pic.twitter.com/6H5sjbGVRk— NCRI-FAC (@iran_policy) February 28, 2023
Il 6 aprile 2025, in risposta alla reazione negativa interna, Kayhan ha pubblicato un altro articolo a difesa della sua minaccia di morte contro Trump. Il giornale ha inquadrato il suo linguaggio come coerente con le precedenti dichiarazioni del Leader Supremo sulla vendetta per l’assassinio di Qassem Soleimani. Ha accusato i critici di essere “elementi di orientamento occidentale” che cercano di indebolire l’Iran promuovendo “negoziati umilianti e sottomissione agli Stati Uniti”.
Kayhan ha inoltre sostenuto che il suo appello alla ritorsione era radicato nei “principi islamici” e direttamente allineato ai pubblici voti di vendetta del Leader Supremo, in particolare le sue dichiarazioni nel dicembre 2020 e nel novembre 2022 che affermavano che la vendetta sarebbe stata eseguita “al momento e nel luogo giusto”.