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Una conferenza a Rivoli condanna l’ondata di esecuzioni e violazioni dei diritti umani in Iran

Along Associazione Meridiana, supporters of the Iranian Resistance held a human rights conference in Rivoli, Italy - March 2025

Insieme all’Associazione Meridiana, i sostenitori della Resistenza Iraniana hanno tenuto una conferenza sui diritti umani a Rivoli, Torino – marzo 2025

Una conferenza sui diritti umani tenutasi a Rivoli, presso Torino, ha portato una rinnovata attenzione all’ondata crescente di esecuzioni e gravi violazioni dei diritti umani in Iran sotto la dittatura clericale. Organizzato dalla Associazione per i diritti umani in collaborazione con la Free and Democratic Iran Association, l’evento ha unito studiosi, attivisti e membri della diaspora iraniana in un appello congiunto per una risposta internazionale decisa e per il sostegno al movimento di resistenza organizzato dell’Iran.

Bruno Merlin, presidente dell’Associazione Meridiana, ha aperto la conferenza ricordando il profondo retaggio culturale dell’Iran e il contrasto tra il popolo del Paese e il regime al potere. Ha descritto il regime come una dittatura religiosa fondamentalista che ha sistematicamente bloccato il progresso, la libertà e la democrazia. Merlin ha indicato l’importanza di riconoscere le aspirazioni al cambiamento del popolo iraniano, che ha detto sono incarnate nel movimento di resistenza organizzato del Paese.

Valter Coralluzzo, professore di relazioni internazionali all’Università di Torino, si è concentrato sulla natura ideologica del regime, che ha descritto come fondamentalmente incompatibile con la coesistenza pacifica. Ha ricordato che, in seguito alle sue battute d’arresto in Medio Oriente e al crescente isolamento internazionale, il regime ha fatto ricorso a esecuzioni diffuse, anche di prigionieri politici, per incutere paura e reprimere i disordini. Coralluzzo ha notato che queste esecuzioni sono aumentate drasticamente, ma spesso incontrano il silenzio internazionale. Ha evidenziato il rifiuto del popolo iraniano sia del governo teocratico che di quello monarchico durante le recenti rivolte, affermando che ciò riflette una chiara richiesta di un’alternativa laica e democratica. Ha descritto il Consiglio nazionale della resistenza iraniana (CNRI), guidato da Maryam Rajavi, come tale alternativa, con il suo Piano in Dieci Punti che delinea una tabella di marcia democratica basata sulla separazione tra religione e Stato, uguaglianza di genere e libertà civili.

Yalda Jahandarpour, rappresentante dell’Associazione della gioventù iraniana in Italia, ha parlato delle radici storiche della lotta del popolo iraniano per la libertà, in particolare tra le donne. Ha ricordato il ruolo attivo dei giovani e delle donne nelle recenti rivolte, supportate dalle Unità di Resistenza all’interno del Paese, che chiedono il rovesciamento del regime clericale e l’istituzione di una repubblica democratica. Jahandarpour ha evidenziato che il regime sta utilizzando le esecuzioni come strumento primario di repressione, prendendo di mira il dissenso politico e tentando di prevenire future proteste. Ha esortato la comunità internazionale ad agire con decisione, affermando che solo sostenendo il popolo iraniano e il CNRI si possono raggiungere la democrazia e i diritti umani in Iran.

Il dottor Yousef Lesani ha avvertito che il regime, barcollante per i fallimenti strategici e temendo una rivolta interna, ha risposto con repressione intensificata, povertà di massa ed esecuzioni estese. Ha descritto il saccheggio delle risorse nazionali e la sponsorizzazione del terrorismo regionale da parte del regime come strategie interconnesse volte a preservare il potere. Il dottor Lesani ha ribadito il ruolo del CNRI come valida alternativa democratica, attribuendo al MEK il merito di essere la sua forza trainante e definendo il Piano in Dieci Punti di Maryam Rajavi un fondamento credibile per la transizione dell’Iran verso la democrazia. Ha invitato i governi occidentali ad abbandonare la condiscendenza, a riconoscere la legittimità della resistenza del popolo iraniano e a designare formalmente il Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Islamiche (IRGC) come entità terroristica.

Luca Andreani, responsabile di Amnesty International in Piemonte, ha concluso la conferenza parlando dell’allarmante aumento delle esecuzioni in Iran, in particolare tra le minoranze etniche e religiose. Ha sottolineato il disprezzo del regime per gli standard legali internazionali, il suo uso della diplomazia degli ostaggi e l’uso sistematico della pena di morte come strumento di oppressione. Andreani ha anche ricordato la situazione particolarmente terribile delle donne iraniane, citando discriminazioni e abusi radicati. Nonostante la brutalità del regime, ha espresso la speranza per un futuro migliore e ha indicato l’importanza di una continua attenzione e azione internazionale.

La conferenza si è conclusa con un forte appello alla comunità internazionale affinché abbandoni le fallimentari politiche di pacificazione e sostenga fermamente la richiesta di cambiamento del popolo iraniano. I partecipanti hanno sostenuto il riconoscimento internazionale del CNRI come alternativa credibile e democratica alla dittatura clericale e hanno esortato i governi democratici ad adottare misure concrete per fermare le esecuzioni e chiamare il regime a rispondere delle sue continue violazioni dei diritti umani

Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana
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