martedì, Ottobre 8, 2024
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Maryam Rajavi chiede di sostenere le aspirazioni di libertà del popolo iraniano al Parlamento Europeo

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Il 24 maggio, Maryam Rajavi, la presidente-eletta del Consiglio Nazionale della Resistenza dell’Iran (CNRI), ha partecipato a una conferenza al Parlamento Europeo per discutere della rivolta in Iran, della nuova ondata di esecuzioni e delle responsabilità dell’Unione Europea. L’evento, intitolato “Prospettiva di cambiamento e politica dell’Unione Europea”, è stato organizzato dal Comitato interparlamentare Friends of Free Iran (FOFI). La signora Rajavi è stata accolta dai vicepresidenti del Parlamento Europeo e dai copresidenti e vicepresidenti del FOFI, ai quali ha chiesto il sostegno alla rivolta del popolo iraniano e al movimento di resistenza organizzato.
Sono intervenuti numerosi rappresentanti di diversi gruppi politici del Parlamento Europeo e degli Stati membri dell’UE. 15 parlamentari europei hanno pronunciato discorsi esprimendo il loro appoggio al Consiglio Nazionale della Resistenza dell’Iran e al Piano in dieci punti della signora Rajavi.

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“Il regime dei mullah ha dato il via a una nuova ondata di esecuzioni”, ha detto la signora Rajavi nel suo discorso. “Dall’inizio di maggio sono stati giustiziati almeno 116 prigionieri, vale a dire un’esecuzione ogni 5 ore. Tre giovani manifestanti che erano stati detenuti e torturati per diversi mesi a Isfahan sono stati giustiziati venerdì scorso”.

“Il regime usa le esecuzioni per prevenire una rivolta. Nonostante la massiccia repressione, tuttavia, ci sono state proteste contro queste brutali esecuzioni. Purtroppo, stiamo assistendo a una mancanza di azione da parte dell’Unione Europea e dei suoi Stati membri. L’opposizione alla pena di morte non è uno dei principi ben noti dell’Unione Europea? Allora perché, quando si tratta dell’Iran, gli interessi economici e le considerazioni politiche minimizzano l’importanza della situazione dei diritti umani?” ha aggiunto la signora Rajavi, criticando l’approccio debole dell’Occidente nei confronti del regime e l’indifferenza per le sue violazioni dei diritti umani.
Nelle sue osservazioni, la signora Rajavi ha evidenziato che il popolo iraniano, soprattutto le donne, “si è ribellato alla dittatura religiosa. Il messaggio è che il popolo iraniano è insorto per rovesciare il fascismo religioso. Rifiuta la tirannia in tutte le sue forme e persisterà nella sua lotta fino a quando non raggiungerà la libertà e la democrazia”.

Facendo riferimento all’aumento del numero di brutali impiccagioni in Iran, il parlamentare europeo Javier Zarzalejos, membro della Commissione Affari Esteri del PE e co-presidente del FOFI, ha dichiarato: “L’Europa non può essere solo una spettatrice. Il regime iraniano rappresenta una minaccia molto seria per la pace e la sicurezza internazionale. Il coinvolgimento diretto del regime iraniano nella guerra in Ucraina ha portato questa minaccia globale in Europa”.

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Anna Fotyga, un altro membro della Commissione Affari Esteri del PE, membro della Sottocommissione Difesa e Sicurezza ed ex ministra degli Affari Esteri polacca, ha detto a Maryam Rajavi: “Penso che la visione dello Stato iraniano libero, democratico e laico che lei ha presentato pochi istanti fa al Parlamento Europeo sia un sogno di lunga data del popolo iraniano, dei giovani in particolare, delle famiglie di coloro che sono morti nel 1988, ma anche di tutte quelle persone che hanno protestato in questi anni”.
Riferendosi alla risoluzione del PE per vietare l’IRGC (Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica) e alle sanzioni europee, ha aggiunto: “Esorto la comunità internazionale a prolungare queste sanzioni. Quando desideriamo impegnarci in termini economici e commerciali con l’Iran, dobbiamo sapere che circa l’80% degli affari iraniani è sotto il controllo della Guardia Rivoluzionaria. E questo significa allinearsi con un’organizzazione responsabile dell’uccisione di numerose persone in Iran e fuori”.

“A differenza di altri movimenti, siete rimasti fedele ai vostri valori, anche quando era difficile”, ha detto il parlamentare europeo Milan Zver, un altro membro della Commissione Affari Esteri del PE e co-presidente del FOFI. “Siamo grati a lei e ai suoi collaboratori al Parlamento Europeo per la vostra dedizione. La storia di impegno del vostro movimento per i principi democratici ci ha dimostrato che si tratta di una forza che lotta realmente per un Iran libero e democratico. Non volete altro che la libertà per il popolo del vostro Paese”.
La parlamentare europea Patrizia Toia, vicepresidente della Commissione per l’Industria, il Commercio e la Ricerca del PE ed ex ministra italiana, ha detto che anche in Italia c’è sostegno alla signora Rajavi e al suo impegno per l’Iran. Ha espresso soddisfazione per questo sostegno e ritiene che individui di diversa estrazione e affiliazione politica condividano l’obiettivo comune di un Iran libero e democratico. Evidenziando che la resistenza iraniana ha pagato un prezzo pesante all’interno dell’Iran, ha ribadito il proprio impegno a sostenerla.
“Noi tutti rifiutiamo tutti i tipi di dittatura in Europa” ha detto il parlamentare europeo Dorien Rookmaker. “L’Europa non deve mai in alcun modo o in alcuna forma cercare di stabilire un rapporto normale con un regime che ha commesso tanti crimini. Oltre 120.000 membri dell’opposizione sono stati giustiziati dal regime in Iran, e non dobbiamo mai dimenticare i sacrifici compiuti dall’opposizione. In una lettera aperta ai leader mondiali di Stati Uniti, UE, Canada e Regno Unito, ex capi di Stato e di governo li hanno esortati a schierarsi con il popolo iraniano nella sua richiesta di cambiamento e a compiere passi decisivi contro il regime attuale”.
Anche il parlamentare europeo Ryszard Czarnecki, già ministro per l’Europa della Polonia ed ex vicepresidente del PE è stato fra gli oratori, sostenendo il Piano in dieci punti della signora Rajavi per il futuro dell’Iran e sollecitando l’Unione Europea ad adottare una politica ferma nei confronti del regime teocratico iraniano.
Nel dare il benvenuto alla signora Rajavi, Czarnecki ha dichiarato: “Abbiamo assistito ai giorni in cui la politica di condiscendenza dell’Unione Europea nei confronti della Repubblica Islamica dell’Iran era al suo apice, e ha portato all’inserimento in una lista nera del MEK. Io e molti dei miei amici in questo Parlamento abbiamo combattuto una dura battaglia contro i grandi governi dell’UE per toglierli dalla lista. La resistenza iraniana non solo è riuscita a sopravvivere, ma sotto la sua guida carismatica e competente, signora presidente, è riuscita a riorganizzarsi all’interno dell’Iran. Migliaia di Unità di Resistenza del MEK si sono in Iran e hanno svolto un ruolo significativo nel guidare le proteste a livello nazionale iniziate lo scorso settembre. Come rappresentanti qui della Polonia, un Paese che ha combattuto per la libertà per anni, decenni, sappiamo e sentiamo cos’è la repressione, cos’è la dittatura e cos’è la condiscendenza”.

Susanna Ceccardi, membro della Commissione Affari Esteri e della Sottocommissione Diritti Umani del PE, ha detto: “Dobbiamo interrogarci sull’auspicabile inchiesta internazionale sull’avvelenamento da gas, su come si sta muovendo l’UE e su cosa possiamo fare di più per istituire una commissione di ispettori secondo il diritto internazionale. Sull’ondata di esecuzioni, come possiamo mobilitare la nostra opinione pubblica contro di essa e cos’altro possiamo fare per sanzionarla? L’UE sta ancora negoziando un nuovo accordo sul programma nucleare iraniano. Dobbiamo considerare se sarà opportuno sospendere questi negoziati e usarli come leva diplomatica per spingere il regime iraniano verso un comportamento migliore nel proprio Paese e a livello internazionale”.
Criticando i recenti atteggiamenti opportunistici di alcuni gruppi, il parlamentare europeo Jan Zahradil ha detto: ”Sento la necessità di dirlo proprio ora perché abbiamo visto alcune persone da queste parti probabilmente annusare il caffè, come si usa dire, e poiché sentono che la caduta del regime si sta avvicinando, improvvisamente hanno iniziato a provare a ritrarre se stessi come leader naturali dell’opposizione; cosa che ovviamente non sono, perché non abbiamo sentito parlare di nessuno di loro fino a poco tempo fa, a differenza dell’OMPI, che è una rappresentante molto naturale dell’opposizione in esilio da molto tempo. E penso che la migliore prova di ciò sia il suo Piano in dieci punti per l’Iran, che ha presentato qualche tempo fa, e penso che questo sia un programma molto eloquente e molto completo per qualsiasi futuro governo democraticamente eletto dell’Iran, e spero che sarà ampiamente seguito dal popolo iraniano. Penso che sia necessario dire che ciò dobbiamo sostenere è una vera transizione del regime, il che significa vera democrazia, non sostenere solo una sorta di cambiamento estetico”.
“In Iran c’è un regime fascista religioso che è contrario a tutti i principi e valori che abbiamo in Europa. La signora Rajavi dice da anni che questo regime non può essere riformato. Finché esisterà questo regime, la repressione e l’esportazione del terrorismo continueranno, come purtroppo sappiamo oggi, anche durante la criminale invasione russa dell’Ucraina”, ha evidenziato il parlamentare europeo Ivan Štefanec.
Il parlamentare europeo José Manuel Fernandes, presidente della delegazione del PE per le relazioni con la Repubblica Federativa del Brasile, ha ricordato la sua visita ad Ashraf 3, in Albania, che ospita circa 3.000 membri del principale gruppo costitutivo del CNRI, i Mujahedin-e Khalq (MEK). Ha detto alla signora Rajavi: “con lei e con tutti coloro che la accompagnano, avremo presto – e lo meritiamo, lo meritate voi, e lo merita il popolo – un Iran libero e democratico che rispetta i diritti umani e valorizza la dignità umana”.
Il dottor Alejo Vidal Quadras, ex vicepresidente del Parlamento Europeo, ha fatto riferimento a una recente lettera di 109 ex leader politici di tutto il mondo a sostegno della rivolta del popolo iraniano e del Piano in dieci punti della signora Rajavi per il futuro. “Si è accennato qui alla lettera che decine di ex primi ministri ed ex capi di Stato hanno inviato al presidente degli Stati Uniti, ai capi di governo degli Stati dell’Unione Europea, e anche ai primi ministri del Regno Unito e del Canada”, ha affermato il dottor Vidal Quadras, aggiungendo che “questa lettera è qualcosa che dobbiamo esaminare attentamente in tutta la sua importanza. Perché, se la leggiamo con attenzione, crediamo che sia giunto il momento di chiamare la leadership della Repubblica Islamica dell’Iran a rendere conto dei suoi crimini».

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Nelle sue osservazioni, la parlamentare europea Gianna Gancia ha affermato che nel corso degli anni la presidente-eletta del CNRI Maryam Rajavi ha dimostrato non solo al popolo iraniano ma anche al mondo intero che il raggiungimento della libertà e dell’uguaglianza richiede sacrificio e dedizione totale. La signora Gancia ha anche espresso la sua gratitudine a Maryam Rajavi e a tutti i membri della resistenza iraniana per il loro impegno e ha riconosciuto che le loro azioni hanno infuso speranza nelle Unità di Resistenza in Iran e hanno impedito alle azioni oppressive dei mullah di sottomettere la resistenza nel Paese.

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