domenica, Febbraio 9, 2025
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Conferenza informativa al Senato degli Stati Uniti indica la necessità di una politica forte nei confronti del regime iraniano

Il 25 luglio, il Senato degli Stati Uniti ha ospitato un’importante conferenza informativa a cura dell’Organizzazione delle Comunità Iraniane Americane (OIAC) per discutere come confrontarsi con il regime iraniano. Figure chiave hanno tenuto discorsi a sostegno della risoluzione bipartisan 599, volta a proteggere i diritti dei rifugiati politici iraniani ad Ashraf-3, in Albania.
In un video messaggio alla conferenza presso il Senato, la signora Maryam Rajavi, presidente-eletta del Consiglio Nazionale della Resistenza dell’Iran (CNRI), ha indicato la necessità di una politica forte nei confronti del regime. Il suo intervento ha sostenuto la Risoluzione bipartisan 599, volta a proteggere i diritti dei rifugiati politici iraniani ad Ashraf-3, in Albania.
La signora Rajavi ha ringraziato i senatori Jeanne Shaheen, Thom Tillis e altri co-sponsor della risoluzione, riconoscendo il loro impegno contro il fascismo religioso al potere in Iran. Ha reso omaggio ai defunti senatori Joe Lieberman, John McCain e Carl Levin per il loro ruolo nel garantire la sicurezza dei residenti di Ashraf.

Evidenziando le attività destabilizzanti del regime, la presidente-eletta del CNRI ha affermato: “Il regime iraniano, con il suo bellicismo in Medio Oriente e le sue operazioni terroristiche in tutto il mondo, rappresenta una minaccia pressante alla pace e alla sicurezza”. Ha criticato i governi occidentali per le loro fallimentari politiche di condiscendenza negli ultimi 40 anni, che ritiene abbiano solo incoraggiato i mullah al potere.
La signora Rajavi ha chiesto sanzioni globali per i crimini del regime e cessazione dell’impunità dei perpetratori, ma ha osservato che queste misure da sole sono insufficienti. “Il rovesciamento del regime è responsabilità del popolo iraniano e della Resistenza iraniana”, ha affermato.
Ha evidenziato il ruolo ispiratore di Ashraf-3 per i giovani iraniani, notando che molti dei residenti sono ex prigionieri politici e testimoni delle atrocità del regime. La signora Rajavi ha anche condannato i continui complotti politici e terroristici del regime contro i residenti di Ashraf-3.
Concludendo il suo messaggio, Rajavi ha indicato la necessità che il Senato degli Stati Uniti riconosca e sostenga gli sforzi della Resistenza iraniana per rovesciare il regime e stabilire una repubblica democratica e non nucleare. “È tempo che il Senato degli Stati Uniti conduca una politica globale nei confronti dell’Iran, basata sul riconoscimento della lotta delle Unità di Resistenza e del popolo iraniano”, ha dichiarato.

Nelle sue osservazioni, il senatore Thom Tillis ha evidenziato l’importanza di sostenere l’opposizione iraniana e di spingere per un cambio di regime. Ha riconosciuto il ruolo significativo che l’Albania ha svolto nel fornire un rifugio sicuro ad Ashraf 3, sede di molti membri dell’Organizzazione dei Mojahedin del Popolo dell’Iran (OMPI/MEK).
Il senatore ha riflettuto sulla sua precoce consapevolezza della ricchezza culturale dell’Iran e della natura oppressiva del suo attuale regime. Ha condannato i suoi dirigenti, affermando: “Dobbiamo forzare un cambio di regime prima di poter avere qualche speranza di avere una relazione produttiva” con l’Iran. Ha indicato la necessità di tagliare il sostegno finanziario e militare al regime e di costruire alleanze con coloro che vedono Teheran come un nemico comune.
Il senatore Tillis ha assicurato il continuo sostegno bipartisan all’interno del Congresso degli Stati Uniti, evidenziando l’importanza di proteggere l’Albania e Ashraf 3 dai continui attacchi.
In conclusione, Tillis ha espresso il proprio impegno per la causa, prevedendo un futuro in cui in Iran esista una vivace democrazia. “Potreste immaginare come cambierà il mondo il giorno in cui avremo una vivace democrazia in Iran? Quindi contate su di me per il vostro sostegno”, ha dichiarato, ribadendo la sua dedizione al sostegno della Resistenza iraniana e alla lotta per un Iran libero e pacifico.

Nelle sue osservazioni, il generale a quattro stelle James Jones, ex consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, ha indicato l’urgente necessità di un approccio deciso al regime iraniano. Parlando con passione, Jones ha evidenziato la necessità di porre fine al regime di Teheran, sostenendo i principi di libertà e democrazia promossi dalla signora Maryam Rajavi.
Il generale Jones ha condannato la politica della condiscendenza, affermando che “la condiscendenza non funziona con un regime. Non funzionerà. Non ha mai funzionato”. Ha chiesto un fermo rifiuto di qualsiasi tattica conciliatrice, evidenziando che la ricerca di armi nucleari da parte del governo iraniano rappresenta una minaccia significativa. Il generale Jones ha anche sollecitato un fronte unito degli Stati Uniti e dei loro alleati, insistendo sul fatto che il ruolo primario americano è cruciale in questo sforzo.
Evidenziando i sacrifici compiuti dagli abitanti di Ashraf, il generale Jones ha ricordato i tragici attacchi contro la comunità, quando era basata in Iraq, da parte delle forze irachene, effettuati utilizzando equipaggiamenti americani. Ha elogiato il loro coraggio e ha condannato i continui attacchi informatici contro i residenti di Ashraf in Albania da parte del regime teocratico iraniano.
L’ex consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti ha anche affrontato la campagna di diffamazione del regime contro il CNRI e il MEK nei media, affermando: “Dobbiamo sconfiggere una convinzione radicata piuttosto seria secondo cui, in qualche modo, il CNRI e il MEK sarebbero un’organizzazione malvagia”. Ha indicato l’importanza di educare il pubblico e i rappresentanti eletti sulla vera natura di queste organizzazioni e sul loro impegno per i principi democratici.
In conclusione, Jones ha espresso la propria determinazione ad assistere alla caduta del regime iraniano e alla creazione di un Iran democratico. Ha chiesto uno sforzo collettivo per sostenere il movimento di resistenza e garantire il successo della sua causa. “Il ruolo primario americano in punta di lancia è assolutamente essenziale se vogliamo riuscire ad assistere con successo alla caduta del regime”, ha dichiarato.

Il tenente generale Keith Kellogg, ex consigliere per la sicurezza nazionale del vicepresidente Mike Pence, ha sottolineato l’urgente necessità di un approccio solido al regime iraniano. Basandosi sulla sua vasta esperienza, il generale Kellogg ha messo in guardia dal potenziale di intensificazione del conflitto in Medio Oriente, guidato dall’influenza iraniana.
Riflettendo sul suo servizio nell’amministrazione statunitense, Kellogg ha detto: “La questione più importante è ciò che sta accadendo in Medio Oriente in questo momento, con la responsabilità dell’Iran”. Ha indicato l’importanza di mantenere questa pressione, affermando che “la condiscendenza non funziona”.
Il generale a tre stelle ha evidenziato il ruolo del regime come forza destabilizzante, notando il suo sostegno ai gruppi terroristici e alle forze che agiscono per sua procura. Riflettendo sugli sforzi passati volti a frenare l’influenza di Teheran, ha discusso dell’imposizione di sanzioni e del significativo impatto che queste hanno avuto sull’economia iraniana. Ha espresso preoccupazione per l’attuale mancanza di pressione, affermando: “La condiscendenza non funziona. Le sanzioni hanno spezzato la schiena al regime economicamente. Dobbiamo mantenere questa pressione”.
Affrontando le implicazioni più ampie, Kellogg ha messo in guardia contro le conseguenze di un Iran dotato di armi nucleari e delle sue alleanze. “L’Iran si sta allineando con altri avversari e questo rappresenta una minaccia significativa per la sicurezza globale”, ha affermato.
In chiusura, il generale Kellogg ha chiesto una politica americana chiara e risoluta, sollecitando un’azione immediata e decisiva per contrastare l’aggressione iraniana. “Ci vuole un impegno risoluto per capire che la condiscendenza non funziona. Questo è il problema più critico che dobbiamo affrontare e deve essere affrontato ora”, ha concluso.

Il senatore Sam Brownback, ex governatore del Kansas e ambasciatore itinerante degli Stati Uniti per la libertà religiosa internazionale, ha chiesto un’azione decisiva contro il regime iraniano per prevenire un potenziale conflitto globale. Il senatore Brownback ha affermato: “Siamo sull’orlo della terza guerra mondiale e l’Iran è la riserva di gas per innescarla”.
L’ex governatore evidenziato il ruolo centrale di Teheran in quello che ha definito l’asse del male, indicando l’urgenza di affrontare i mullah al potere e affermando: “Prima si riesce a capirlo, più sono le opzioni a disposizione, più è probabile che si arrivi a un buon risultato”.
Ha chiesto la massima pressione economica e politica sul regime e il sostegno pubblico ai gruppi di opposizione come il MEK. “Dobbiamo sostenere pubblicamente coloro che si oppongono al regime”, ha affermato. Brownback ha anche proposto di sostenere la popolazione curda in Iran e di riconoscere la sua regione autonoma.
Parlando della minaccia globale, Brownback ha messo in guardia contro le esitazioni diplomatiche. “Il tempo per noi di essere diplomatici su questo argomento è finito”, ha dichiarato, sollecitando un’azione immediata e risoluta per impedire all’Iran di ottenere armi nucleari e di intensificare ulteriormente i conflitti.
In chiusura, Brownback ha indicato la necessità di costruire alleanze politiche al di fuori dell’Iran e di raccogliere il sostegno di diversi gruppi per spingere verso un cambio di regime. “È tempo. Dobbiamo muoverci in modo molto più aggressivo”, ha concluso, chiedendo sforzi uniti per affrontare il regime iraniano in modo deciso.

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