giovedì, Marzo 28, 2024
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Nonostante la revoca delle sanzioni, perché l’economia iraniana è piombata nella recessione? – Parte 3

CNRI – Un anno dopo la firma dell’accordo sul nucleare, mentre alcuni problemi significativi, come le restrizione alle esportazioni e il divieto ai trasferimenti bancari internazionali (swift), sono stati risolti, si è creata un’atmosfera di trasparenza per identificare i radicali problemi economici dell’Iran.

Nella prima parte e nella seconda parte, per rispondere alla domanda principale : “Perché la recessione sta diventando più profonda nonostante le sanzioni siano state revocate e le transazioni internazionali con l’Iran siano state riaperte”, siamo partiti esaminando alcune “questioni interne” come “la mancanza di sicurezza e di stabilità”, “il dominio della Tutela dei Giuristi Islamici nel paese”, la lotta di potere presente principalmente tra le Guardie Rivoluzionarie del regime iraniano (IRGC) e il governo Rouhani e i suoi effetti sfavorevoli sui contratti petroliferi. Quella che segue è la Parte 3.

Parte Tre: Articolo Economico

L’economia iraniana sta soffrendo a causa di una profonda instabilità finanziaria

C- Instabilità Finanziaria

L’economia iraniana sta soffrendo a causa di una profonda instabilità finanziaria, il cui aspetto principale è il fallimento e la bancarotta del sistema bancario, come esaminato nel capitolo uno.

Masoud Nili, primo consulente economico del governo, a questo proposito ha dichiarato: “Ritengo che la questione economica più importante per l’Iran ora, sia lo stato del suo sistema bancario che è rimasto molto indietro rispetto al sistema bancario mondiale… ciò che sta minacciando la stabilità economica è il sistema bancario. I problemi del sistema bancario dell’Iran sono stati alimentati da un aumento del numero dei suoi ricorsi contro il governo, dai suoi investimenti diretti e indiretti nel settore edilizio e abitativo, dalle passività non correnti ed infine dal fatto di essere sconnesso dal sistema bancario internazionale”.

Secondo alcuni esponenti del regime iraniano, come il vice-ministro degli esteri Abbas Araghchi, oltre alle preoccupazioni delle banche europee sulle sanzioni, la “mediocre disciplina fiscale delle banche iraniane ha contribuito” alla decisione delle banche europee di non collaborare con le loro controparti iraniane.

D- Una corruzione diffusa

Un altro aspetto dell’instabilità finanziaria è la profonda corruzione presente a tutti i livelli della burocrazia. Non passa giorno in cui le fazioni rivali del regime iraniano non rivelino qualche scioccante caso di corruzione da molti miliardi di toman (la valuta iraniana). Questo cancro della corruzione, che aveva già colpito l’intero organismo dell’economia iraniana, finora si è reso visibile nelle seguenti aree:

– Esportazioni ed importazioni, attraverso l’imposizione di tariffe irragionevoli e improvvise regole e direttive emesse dal giorno alla notte.

– Concessione di enormi prestiti da parte di alte cariche e istituti delle Guardie Rivoluzionarie e trasferimento delle somme a settori non produttivi.

– Esenzione ed evasione fiscale di organizzazioni legate al vilayat-e-faqih (l’ufficio di Khamenei.

– Contratti di appalto stipulati senza seguire le procedure legali.

– Transazioni basate su dati riservati.

– Assegnazione a prezzo ribassato di azioni di aziende pubbliche alle Guardie Rivoluzionarie e agli istituti controllati da Khamenei.

– Vendite irregolari di petrolio greggio.

– Possesso illegale e distruttivo di terreni e risorse naturali.

– Attività sportive sponsorizzate dallo stato e insistenza del governo a voler essere coinvolto nel business dello sport.

Continua

 

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