giovedì, Marzo 23, 2023
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Messaggio di Maryam Rajavi alla conferenza presso il Senato italiano:  Difendere la Resistenza per le libertà dell’Iran è fondamentale per la lotta contro il principale nemico della pace e della sicurezza globali

Onorevoli membri del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati italiani,

distinte personalità italiane, cari amici della Resistenza del popolo iraniano per la libertà e la democrazia,

Vorrei esprimere il mio apprezzamento per la vostra attenzione alla questione dell’Iran, dei diritti umani, della libertà e della Resistenza iraniana. Sottolineando il bisogno di fronteggiare la dittatura religiosa in Iran, avete individuato un problema dal quale dipendono la pace e la sicurezza mondiali, la liberazione del Medio Oriente da guerra, terrorismo e instabilità e la libertà del popolo iraniano.

L’esperienza degli ultimi tre decenni dimostra che l’incuria dei Paesi occidentali rispetto all’oppressione del popolo dell’Iran ha sempre facilitato e preparato il terreno per l’esportazione da parte dei mullah del terrorismo e del fondamentalismo nella regione e messo a rischio il mondo.

Dopo anni di esperienza, l’Occidente deve aprire gli occhi e capire che il desiderio di libertà del popolo iraniano e la sua resistenza per un cambiamento di regime sono suoi alleati fondamentali per la pace e la libertà nel Medio Oriente e nel mondo. Così come, al contrario, la repressione di questo movimento e l’ostacolare il suo cammino hanno portato alla crescita del fondamentalismo e all’emergere di fenomeni crudeli come il Daesh (ISIS/ISIL) e ad uno dei conflitti più sanguinosi nel Medio Oriente.

Oggigiorno, esiste un movimento di protesta diffuso in tutto l’Iran. Lavoratori, insegnanti, persone i cui risparmi sono stati saccheggiati da istituti affiliati al Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Iraniane (IRGC), minoranze etniche oppresse, pensionati e altri gruppi sociali continuano ad aggregarsi alle proteste ogni giorno. 

I mullah non sono in grado di soddisfare le loro richieste, che, in ultima analisi, consistono nella libertà. Invece, per tenere sotto controllo la società ricorrono all’esecuzione di prigionieri e agli arresti indiscriminati.

Almeno 3.200 persone sono state giustiziate sotto la presidenza di Rouhani, inclusi giovani ancora minorenni al momento della commissione del reato. Le vittime includono almeno 81 donne1.

Certamente, questo è parte della stretta repressiva sulle donne. Contro le donne sono attuate dure discriminazioni in tutti i campi politici, legali ed economici, così come in materia familiare. L’imposizione del velo obbligatorio e una pletora di misure misogine sono in atto sul lavoro ogni giorno secondo le norme della sharia del regime clericale.

I mullah sanno bene che senza queste pressioni sulle donne essi non potrebbero dominare su una società enormemente disincantata.

Di fatto, essi sono in guerra con il popolo dell’Iran, una guerra che è combattuta dal Corpo delle Guardie Rivoluzionarie (IRGC) come principale strumento del regime teocratico. Questa è la stessa forza che opprime e soffoca ogni libertà in Iran, ed è impegnata in guerra e massacri in Siria, Iraq, Yemen, Libano, Afghanistan e altre parti della regione. Il silenzio e l’inerzia dell’Occidente di fronte a questa forza distruttiva brutale hanno preparato il terreno per le sue aggressioni e invasioni.

I governi occidentali hanno giustamente riconosciuto che il Daesh (ISIS/ISIL) è una minaccia per il mondo intero e assunto un ruolo essenziale nella lotta contro di esso negli ultimi due anni. La verità è che l’IRGC è una minaccia molto più grande del Daesh, e se non la si affronterà il Medio Oriente e il mondo non avranno pace.

Per questa ragione, chiediamo al governo italiano e alle aziende italiane di astenersi dall’impegnarsi in alcun modo con l’IRGC. La parte del leone dell’economia iraniana, particolarmente le esportazioni e le importazioni, è gestita dall’IRGC. Il commercio dell’Italia e di altri Paesi con il regime iraniano non crea posti di lavoro per i dieci milioni di disoccupati dell’Iran. Questi affari non migliorano la vita dei dieci milioni di persone che in Iran vivono sotto la soglia della povertà; ma di essi si avvantaggerà l’IRGC nel reprimere il movimento per la libertà in Iran e nell’aumentare la guerra e il terrore nel Medio Oriente. L’IRGC è il primo strumento di strage, repressione e terrore e deve essere inserito in una lista nera di organizzazioni terroristiche e sottoposto a sanzioni globali.

Noi chiediamo inoltre al governo italiano e a tutti i partiti, le personalità e le istituzioni che difendono i diritti umani in Iran di sostenere l’appello della Resistenza iraniana alle Nazioni Unite perché costituiscano una commissione di indagine sul massacro avvenuto nel 1988 di 30.000 prigionieri politici, cosicché le autorità del regime responsabili di questo crimine contro l’umanità siano condotti di fronte alla giustizia. Chiediamo al Senato e alla Camera dei Deputati italiani di dichiarare ufficialmente quel massacro un crimine contro l’umanità. E chiediamo all’Italia di condizionare le sue relazioni con il fascismo religioso al potere in Iran alla fine delle esecuzioni e della tortura.

Ancora una volta, ringrazio sinceramente gli onorevoli senatori e deputati e le personalità dell’Italia che sostengono la causa della libertà e della democrazia in Iran. Questo pone le fondamenta per la più profonda amicizia fra le nazioni di Italia e Iran.

 

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