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La Resistenza Iraniana aveva avvertito gli Stati Uniti e le Nazioni Unite decine di volte sulla possibilità di un nuovo bagno di sangue

Attacco mortale a Camp Liberty: 23 morti, 10 milioni di dollari di danni, grosse porzioni del campo distrutte

Alle 19:40 di giovedì 29 Ottobre, Camp Liberty è stata colpita da una raffica di 80 missili di vario tipo che hanno causato la morte di 23 residenti.

A causa di questo attacco criminale, l’elettricità e tutte le comunicazioni del campo si sono interrotte e grosse porzioni del campo, insieme a molti containers, hanno preso fuoco. L’esplosione è stata talmente potente che molti containers sono stati ridotti in macerie e anche molti muri a T sono caduti o si sono disintegrati. L’esplosione ha creato crateri di 4, 5, 6 o 7 metri in varie zone del campo. Anche 357 containers, 10 sale mensa, 275 condizionatori d’aria e molte cisterne per l’acqua, il carburante e i liquami, la rete idrica, i generatori e la rete elettrica, veicoli, mobili ed elettrodomestici sono stati completamente distrutti o resi inutilizzabili. L’entità dei danni è stata stimata in 10 milioni di dollari.

Venerdì mattina 30 Ottobre, una delegazione dell’ONU ha visitato il campo a malapena per un ora. I membri della delegazione si sono recati solo in una delle are distrutte e poi a vedere i martiri. Hanno scattato fotografie e girato dei video.

La Resistenza Iraniana e i rappresentanti dei residenti, insieme a molti parlamentari ed illustri personagggi internazionali, avevano ripetutamente avvertito gli Stati Uniti e le Nazioni Unite negli ultimi due mesi, dell’intenzione del regime iraniano di preparare un altro massacro. Tuttavia nessuna misura preventiva è stata presa.

Il Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana (CNRI) nel suo comunicato del 7 Settembre 2015 sull’arrivo dei mercenari dell’intelligence del regime iraniano a Camp Liberty, aveva dichiarato: “Non possono aver superato i diversi checkpoints sulla strada di Liberty senza la precedente collaborazione e l’attiva partecipazione degli apparati della sicurezza irachena. Questa mossa ovviamente mette in pericolo la sicurezza dei membri del PMOI a Camp Liberty e tradisce le macchinazioni del regime iraniano e dei suoi complici in Iraq che mirano a torturare psicologicamente i membri del PMOI per aprire la via a futuri massacri”.

Il 10 Settembre il rappresentante dei residenti aveva scritto ai funzionari americani e dell’ONU: “Questa mattina due dozzine di agenti del Ministero dell’Intelligence del regime iraniano, spacciandosi per familiari, sono arrivati a Camp Liberty con l’aiuto delle forze di sicurezza irachene sotto la supervisione di Faleh Fayyaz. Provocano continuamente, gridando e minacciando, i residenti…. Questo è un segnale chiarissimo dell’intenzione del regime iraniano di compiere un altro massacro a Liberty.”

E il comunicato del CNRI del 17 Settembre diceva: “Un gruppo di ufficiali della Forza Quds e del MOIS è arrivato in Iraq per raccogliere informazioni su Camp Liberty, come si spostano i residenti per andare in ospedale o per smaltire le acque nere, come si procurano il cibo e lo trasportano al campo….. Con il coordinamento dell’ambasciata del regime, si sono recati all’aeroporto insieme ad alcuni agenti dell’intelligence al comando di Faleh Fayyad, come Sadeq Mohammed Kadhim e Ahmed Khozair, per raccogliere informazioni… Questo gruppo si è incontrato inoltre con alcuni mercenari del regime in Iraq che, negli ultimi anni hanno partecipato attivamente ai complotti contro Ashraf e Liberty e che hanno tutte le informazioni sul PMOI e i residenti di Liberty”. Il CNRI sollecita gli Stati Uniti e le Nazioni Unite a fornire e a garantire la sicurezza e l’incolumità dei residenti.

Il 21 Settembre 26 membri del Congresso degli Stati Uniti avevano scritto al Segretario di Stato del probabile rischio di un attacco a Camp Liberty: “Per alleviare questa pericolosa situazione umanitaria, Le chiediamo rispettosamente di sollecitare il governo iracheno a consentire al MEK di portare i caschi e il resto dell’equipaggiamento di protezione che già possedevano, al Campo. Riteniamo preoccupante che dopo un anno che il Primo Ministro Haider AI-Abadi ha assunto la sua carica Faleh al-Fayadh, che a quanto si sa ha coordinato i precedenti attacchi contro i residenti del MEK ed era il consigliere per la Sicurezza Nazionale dell’allora primo ministro Nouri AI-Maliki, mantenga la gestione di Camp Hurriya. Tutto il personale della sicurezza coinvolto nei precedenti attacchi contro i residenti deve essere sostituito e il caso di Camp Hurriya deve essere affidato ad agenzie ed individui del governo iracheno non controllati o influenzati dal regime iraniano”.

Il 29 Settembre il consulente legale dei residenti aveva scritto al Rappresentante Speciale dell’ONU Ján Kubiš e a molti funzionari statunitensi: “Oggi le forze dell’intelligence dell’esercito  (AIF), su ordine del comitato repressivo, con un atto sospetto e provocatorio hanno fatto riprese video e scattato fotografie all’interno del campo da diversi punti. Due elementi dell’intelligence, che vanno sotto il nome di Ghasem e Mohammad, vestiti in borghese  per nascondere la loro identità e il fatto che stavano riprendendo immagini e scattando foto, sono andati nei diversi posti di polizia che si trovano nel campo e in alcuni punti si sono messi sui tetti dei veicoli ed hanno iniziato a riprendere e a scattare foto da questi punti. Questo Ghasem dell’AIF ha avuto lo stesso compito per ordine del maggiore Ahmad Khozeir a Camp Ashraf e poi il maggiore Ahmad ha consegnato i video e le foto all’ambasciata iraniana …. Tutto questo ricorda le misure prese dal maggiore Ahmad Khozeir e dal capitano Heydar Azab a Campo Ashraf prima del massacro del 1° Settembre 2013 dei residenti di Ashraf. I residenti sono preoccupati per le misure del comitato repressivo ed hanno espresso i loro timori all’UNAMI in molte occasioni ma, purtroppo, nessun provvedimento serio è stato preso per la sicurezza dei residenti e per garantire che ciò che è accaduto a Campo Ashraf non si ripeta a Camp Liberty. Alcune immagini degli agenti dell’AIF che riprendono immagini video e scattano foto all’interno del campo sono allegate”.

Il consulente legale dei residenti aveva scritto di nuovo al SRSG e ai già citati funzionari il 4 Ottobre: “Oggi di nuovo, le forze dell’intelligence dell’esercito (AIF), su ordine del comitato repressivo, con un atto sospetto e provocatorio, hanno ripreso immagini video e scattato foto all’interno del campo. Il capitano Heydar Azab del comitato repressivo, insieme a due elementi dell’AIF di nome Alla e Moaied, si è arrampicato sul perimetro dei muri a T del campo per riprendere immagini video e scattare foto all’interno del campo. (Le immagini sono allegate). Questo fatto ha suscitato grande preoccupazione nei residenti perché ricorda quelli avvenuti prima del massacro del 1° Settembre 2013 dei residenti di Campo Ashraf”.

Il 5 Ottobre 2015 il rappresentante dei residenti aveva scritto ai funzionari statunitensi: “Sono molto deluso dal fatto che non abbiate preso in seria considerazione le nostre preoccupazioni e quelle dei residenti, riguardo ai pericoli legati all’arrivo  a Camp Liberty di elementi e agenti del regime iraniano che si spacciano per familiari dei residenti….. Come nel caso dei massacri a cui abbiamo assistito ad Ashraf e a Liberty, abbiamo sempre dato l’allarme in anticipo sui complotti e i piani del fascismo religioso al potere in Iran e dei suoi agenti in Iraq. Se quegli avvertimenti fossero stati ascoltati con la dovuta attenzione, quei massacri avrebbero potuto essere evitati o quantomeno avrebbe potuto essere limitata la loro portata … Attualmente continuiamo a scoprire indizi, che abbiamo condiviso con voi e che ci suscitano preoccupazione”. E continuava sottolineando che: “Questi fatti avvengono mentre il caso e la gestione di Liberty restano sotto il controllo del consigliere per la sicurezza nazionale di Maliki, Falih al-Fayyadh e di ufficiali che, essendo filo-iraniani, hanno avuto un ruolo diretto nei massacri dei residenti e sono responsabili dell’assedio che viene loro imposto da sette anni”.

Il 6 Ottobre 32 illustri personalità statunitensi di quattro amministrazioni e di tutti gli schieramenti politici, hanno scritto al Sottosegretario di Stato Anthony Blinken: “Che sia chiaro al Governo dell’Iraq che la presenza di attività del MOIS a Camp Liberty è inaccettabile ed è una violazione delle assicurazioni fatte dal governo iracheno, dal Governo degli Stati Uniti e dalle Nazioni Unite”. Ed hanno proseguito aggiungendo: “La sicurezza dei residenti e la loro protezione sono vitali. A questo scopo al GoI deve essere detto che il mondo si aspetta un’atto pratico da parte sua su questa questione, come affidare Camp Liberty a persone diverse da Falih Fayyadh e dagli agenti dell’intelligence, tutte persone coinvolte nei precedenti massacri dei residenti”.

In precedenza anche numerose lettere erano state inviate su questa questione ai funzionari degli Stati Uniti e dell’ONU. Ad esempio il 26 Giugno il rappresentante dei residenti aveva inviato una lettera al Segretario Generale dell’ONU e all’Alto Commissario per i Rifugiati, nonché a molti funzionari statunitensi e delle Nazioni Unite, dicendo che secondo notizie ottenute da fonti interne iraniane: “La forza terroristica Quds (QF) ha chiesto agli ‘esperti dell’IRGC ‘a Baghdad, in realtà  un centro di intelligence e spionaggio, di completare le sue informazioni sulle recenti condizioni a Camp Liberty… Allo stesso modo l’ambasciatore del regime Danaifar ha chiesto a Faleh Fayyad e a Sadeq Mohammed Kadhim, supervisori del campo, di presentare le loro ultime informazioni sul campo e sulle attività dei residenti all’ambasciata del regime”.

La lettera aggiungeva: “Secondo altre notizie, il brigadiere generale dell’IRGC, Iraj Masjedi, primo consigliere del comandante della QF Qasem Soleimani, ha detto a Faleh Fayyad che alcuni comandanti della QF ritengono che un attacco simile a quello del 1° Settembre 2013 ad Ashraf, dovrebbe essere compiuto anche a Camp Liberty”.

Il parlamentare europeo Gérard Deprez ha scritto all’Alto Rappresentante dell’UE Federica Mogherini il 13 Luglio: “Stiamo ricevendo notizie molto preoccupanti da Camp Liberty nelle ultime settimane. Ai nostri timori si aggiunge il fatto che il regime iraniano, dopo la firma dell’accordo sul nucleare, possa intensificare i suoi complotti contro i suoi oppositori. Queste notizie hanno suscitato enorme preoccupazione in me e in molti miei colleghi al Parlamento Europeo. Il mese scorso insieme ad altri 220 parlamentari europei abbiamo emesso un comunicato in cui abbiamo espresso queste preoccupazioni. Inoltre, circa 60 colleghi le hanno inviato una lettera urgente il 9 Luglio”.

Questi citati sono solo pochi esempi dei numerosi avvertimenti che indicavano chiaramente che l’attacco del 29 Ottobre e il massacro dei residenti di Camp Liberty si potevano evitare. Pertanto, per impedire ulteriori spargimenti di sangue, la Resistenza Iraniana chiede ancora una volta agli Stati Uniti e alle Nazioni Unite garanzie sulla sicurezza di Camp Liberty. Sottolinea inoltre che agli elementi del regime iraniano non deve essere permesso di avvicinarsi al campo e che il caso di Camp Liberty venga trasferito a persone che non abbiano legami con il fascismo religioso al potere in Iran.

Segretariato del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana

31 Ottobre 2015

 

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