giovedì, Marzo 28, 2024
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Iran: un “alleato pericoloso” per gli U.S.A. in Medio Oriente, avverte un generale

“L’Iran è un ‘alleato pericoloso’ per gli U.S.A. nella lotta contro lo Stato Islamico in Iraq e in Siria e potrebbe essere usato come trampolino di lancio per la sua ingerenza e i suoi complotti anti-occidente in Medio Oriente”, ha avvertito un generale americano.

L’Iran cerca di soggiogare la leadership sciita in Iraq e mira a far infuriare i musulmani sunniti mediante il suo appoggio al presidente Bashar al-Assad in Siria”, ha detto l’ex-capo di stato maggiore Hugh Shelton.

In un articolo sul Los Angeles Times ha scritto: “Favorire e agevolare il ruolo distruttivo dell’Iran in Iraq o Siria, sarebbe un errore strategico per gli Stati Uniti e non farebbe altro che esacerbare una crisi già profonda.

“Tehran è un alleato o un nemico nella lotta contro lo Stato Islamico? Almeno all’inizio, gli Stati Uniti ritenevano che l’Iran potesse avere un ruolo costruttivo nella lotta contro un avversario comune. Il Segretario di Stato John F. Kerry sbandierando l’antico assioma ‘il nemico del mio nemico è mio amico’, suggeriva che l’Iran potesse essere parte della soluzione.

“L’unico problema è che l’Iran è la parte maggiore delle sfide che dobbiamo affrontare”.

“L’Iran ha immediatamente appoggiato i militanti delle fazioni musulmane sciite con addestramento, denaro, armi e intelligence, dopo l’ascesa dell’ISIS, poi ha annesso l’Iraq come ‘stato satellite’, quando il primo ministro Nouri al-Maliki è salito al potere”, ha detto il Generale Shelton.

Ed ha aggiunto: “L’Iran ora ha più di 7000 Guardie Rivoluzionarie e membri della forza d’élite Quds in Iraq, secondo il Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana.

“Amnesty International ha indicato la presenza in Iraq di milizie alleate dell’Iran come la prima fonte di instabilità e conflitto settario in quelle zone.

“La politica di Obama nei confronti dei mullah è, nella migliore delle ipotesi, un farmaco mortale. Compiacere l’Iran per combattere l’ISIS o gli estremisti religiosi in Iraq o Siria o ovunque sia, è come prendere l’oppio per controllare la glicemia.

“La paranoia dei religiosi iraniani per il malcontento in patria, ha reso l’ingerenza negli altri paesi della regione, in Iraq in particolare, un pilastro della politica estera e della strategia per la sopravvivenza di Tehran.

“Le ragioni dell’Iran per ‘combattere’ l’ISIS divergono notevolmente dagli obbiettivi statunitensi. Mentre noi vogliamo un governo stabile e non-settario in Iraq, gli interessi dei mullah sono meglio serviti dalla salita al potere di una leadership sciita sottomessa, che gli consenta di utilizzare i vicini in occidente come un trampolino di lancio per i loro progetti egemonici e anti-occidentali nella regione.

“Il ruolo dell’Iran nella guerra civile in Siria sta seguendo una dinamica simile: attraverso i suoi alleati di Hezbollah, organizzazione paramilitare e politica, musulmana sciita, l’Iran è stato l’ariete del presidente siriano Bashar Assad contro il suo popolo, uccidendo, provocando i sunniti e alimentando la crescita esponenziale dell’ISIS.

“Favorire e agevolare il ruolo distruttivo dell’Iran in Iraq e Siria sarebbe un errore strategico per gli Stati Uniti e servirà solo ad esacerbare una crisi già profonda. E’ una pericolosa ironia persino considerare di allearsi con l’Iran, che il Dipartimento di Stato U.S.A. considera ancora il più attivo stato sponsor del terrorismo, per combattere il terrorismo ispirato dall’ISIS.

“La leader dell’opposizione iraniana, Maryam Rajavi, che ben conosce i programmi e le ambizioni dei mullah di Tehran, definisce giustamente una potenziale alleanza tra Occidente e Iran contro l’ISIS simile al ‘cadere dalla padella nella brace’.

“La cacciata del governo iraniano dalla regione, in particolare da Siria e Iraq, deve far parte della strategia statunitense per contrastare l’ISIS e risolvere le divisioni settarie che guidano l’estremismo in tutta la regione, dice Maryam Rajavi”.

Il Generale Shelton ha aggiunto: “Ha ragione. Gli Stati Uniti devono pensare al dopo ISIS a che regione lascerà dietro la sua scia fumante. Nel soppesare le sue opzioni politiche, qualunque scenario che lasci all’Iran il controllo di vaste zone della regione deve essere completamente rifiutato.

 

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