Scontri nelle strade di Beirut. Un cartellone pubblicitario mostra le immagini del leader di Hezbollah Hassan Nasrallah e della Guida Suprema Iraniana Ali Khamenei
Il 15 febbraio sono scoppiati violenti scontri tra l’esercito libanese ed i sostenitori di Hezbollah vicino all’aeroporto internazionale di Beirut Rafik Hariri, in seguito alla decisione del governo libanese di vietare ai voli iraniani di atterrare nella capitale.
Il confronto segna una grave escalation nelle tensioni tra la milizia appoggiata dall’Iran e le forze di sicurezza libanesi, tra le crescenti pubbliche e politiche resistenze all’influenza di Tehran nel paese.
Secondo Monte Carlo Douliya, Hezbollah ha organizzato una protesta di massa bloccando l’accesso all’aeroporto in seguito al rifiuto da parte delle autorità libanesi di autorizzare l’atterraggio di due aereo iraniani. Le manifestazioni sono diventate rapidamente caotiche in quanto i manifestanti hanno provato ad assaltare le barriere di sicurezza e si sono scontrati contro le forze armate, portando al ferimento di 23 soldati, inclusi 3 ufficiali. Le forze di sicurezza libanesi hanno sparato gas lacrimogeni per disperdere la folla, citando i precedenti accordi di tenere proteste pacifiche.
In seguito agli scontri, Hezbollah ha accusato l’esercito libanese di aver attaccato i propri sostenitori, sostenendo che l’uso di gas lacrimogeni sia stata un’ingiustificata provocazione. In una dichiarazione pubblicata da Asharq Al-Awsat, Hezbollah ha denunciato “l’assalto di cittadini pacifici” e ha chiesto “un’urgente indagine” delle azioni dell’esercito. Il partito ha inoltre chiesto al governo di revocare la sua decisione di vietare i voli iraniani, insistendo che il Libano debba resistere alle pressioni esterne.
Le autorità libanesi, comunque, sono rimaste fermi nella loro decisione, riaffermando il 16 febbraio che i voli iraniani sarebbero stati sospesi fino ad almeno il 18 febbraio.Monte Carlo Doualiya ha riportato che in risposta, il regime clericale in Iran ha bloccato i voli libanesi facendo arenare il rimpatrio di cittadini libanesi da Tehran, aggravando lo stallo diplomatico.
In seguito agli scontri, l’esercito libanese ha lanciato operazioni di sicurezza nelle aree a sud di Beirut controllate da Hezbollah, inclusa Burj al-Baraineh, dove sono stati effettuati numerosi arresti.
I report locali hanno riportato di spari ed esplosioni nell’area, sottolineando la crescente instabilità nelle roccaforti di Hezbollah. Un video circolato molto ha mostrato arresti di partecipanti da parte delle forze di sicurezza, con speculazioni sul fatto che alcuni detenuti fossero collegati alla leadership di Hezbollah.
Gli eventi hanno contrassegnato un importante punto di svolta nelle relazioni tra Hezbollah e lo stato libanese, in seguito al fatto che il governo del Primo Ministro Nawaf Salam ed il Presidente Joseph Aoun hanno adottato un approccio più assertivo contro la milizia appoggiata dall’Iran. Gli analisti politici citati da Asharq Al-Awsat hanno notato il crescente allontanamento dall’esercito libanese e delle istituzioni statali segnali di una debolezza di Hezbollah nella tenuta di questioni di sicurezza nazionale.
La situazione di stallo tra Hezbollah e l’esercito libanese avviene durante le crescenti sfide regionali di Tehran. Con i proxies del regime iraniano di fronte alla crescente resistenza in Libano, Iraq, Siria e Yemen.
Gli osservatori hanno indicato che la sfida del governo libanese alle richieste iraniane, sostenute dal decisivo intervento dell’esercito – riflette il declino dell’abilità di dettare i termini a Beirut.
Come afferma lo stato libanese più coraggiosamente, Hezbollah si trova esso stesso in una delle posizioni più precarie degli ultimi anni, sollevando domande sul futuro dell’influenza di Tehran in Libano e nelle regioni confinanti.