giovedì, Marzo 28, 2024
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Le potenze occidentali dovrebbero imporre sanzioni a Teheran piuttosto che continuare i colloqui

Lo status dei negoziati sull’accordo nucleare iraniano del 2015 è rimasto incerto alla fine della settimana, dato che vari partecipanti hanno tentato di promuovere una prospettiva ottimistica ma non sono riusciti a citare alcun punto specifico di progresso. Non appena i colloqui sono ripresi a Vienna il 6 dicembre, dopo un ritardo di cinque mesi, le tattiche estorsive del regime iraniano e i suoi sforzi per tornare indietro ai compromessi che erano stati stabiliti durante le sei precedenti sessioni dei colloqui sono stati fortemente criticati.
Nonostante l’estorsione nucleare del regime, Enrique Mora, il diplomatico dell’Unione Europea che attualmente presiede i colloqui ha affermato giovedì prima dei negoziati di aver riconosciuto un “rinnovato senso di intenti” tra tutti i partner negoziali, rispetto alla necessità di una risoluzione che rilanci pienamente l’accordo del 2015, formalmente noto come Piano d’Azione Globale Congiunto (JCPOA).
Naturalmente, l’impegno per questo risultato non è mai stato veramente messo in dubbio. Il problema centrale è che il regime iraniano continua a chiedere la rimozione completa e anticipata di tutte le sanzioni imposte o reintrodotte dopo che gli Stati Uniti si sono ritirati dal JCPOA nel 2018. Nonostante le espressioni di ottimismo dell’UE, non vi è alcuna chiara indicazione che Teheran abbia retrocesso da quella richiesta o abbia offerto qualcosa in cambio. Finora, la ferma posizione del regime è stata quella di discutere l’annullamento di numerose violazioni dei termini del JCPOA solo dopo la verifica della eliminazione delle sanzioni.
Nonostante il diffuso ottimismo, gli Stati Uniti e i tre firmatari europei del JCPOA hanno pubblicamente riconosciuto la necessità di misure alternative per mettere il regime di fronte alle sue responsabilità nel caso in cui continui a ostacolare il processo negoziale.
Il portavoce del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti Ned Price ha parlato con i giornalisti giovedì e ha ribadito l’idea che a Teheran non sarà permesso di “prendere tempo” mentre continua ad accelerare le sue attività nucleari. Ha concluso che il regime spera di utilizzare tali attività come fonte di “leva addizionale”, ma ha anche notato che quella strategia sembra dipendere dal fatto che l’Iran stia scommettendo sulla debolezza americana – e ha promesso che il regime avrebbe perso tale scommessa.


Tuttavia, le potenze occidentali non hanno smesso di accondiscendere con i mullah e di concedere al regime più tempo per portare avanti il suo programma nucleare.
Già il 25 ottobre, il Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha informato il consigliere per la sicurezza nazionale di Biden, Jake Sullivan, su una serie di opzioni militari. Più di recente, il direttore della CIA Bill Burns ha suggerito che gli Stati Uniti potrebbero chiedere di più del semplice rilancio del JCPOA prima di revocare le minacce di ulteriori pressioni poiché le conoscenze relative alle armi nucleari che Teheran ha acquisito dal 2019 sono difficili da “sanzionare”.
Tale valutazione è stata precedentemente espressa da Rafael Grossi, il capo dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, quando ha dichiarato con insolita franchezza che “non è possibile” per il solo JCPOA realizzare il suo intento originale nelle attuali circostanze. Grossi è stato meno schietto sulle raccomandazioni su come esercitare un’adeguata pressione sul regime iraniano, ma prima della ripresa dei colloqui di Vienna ha accettato il suggerimento che sarebbe stata una “buona idea” per il Consiglio dei governatori dell’AIEA censurare formalmente Teheran per le sue violazioni e il suo rifiuto di collaborare.
Tale censura dovrebbe arrivare comunque. Il regime iraniano ha infatti dimostrato di essere disposto solo ad ammazzare il tempo per continuare il suo programma nucleare clandestino e acquisire una bomba nucleare. Il regime ha trasformato i negoziati in un ciclo di inganni. L’insistenza delle potenze occidentali nel continuare questi inutili colloqui non farebbe che incoraggiare Teheran a continuare la sua estorsione nucleare.

 

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