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Iran: Manifestazioni di protesta degli operai e degli insegnanti a Tehran, Kermanshah e Kerman

Lo slogan dei manifestanti: “Soglia di povertà: 3 milioni. Il nostro salario 1 milione”

La mattina di domenica 4 Dicembre, le città di Tehran e Kermanshah hanno assistito alle dimostrazioni di massa degli insegnanti in pensione, degli operai e di vari settori della società.

A Teheran, in coincidenza con un discorso di Rouhani, più di 2000 insegnanti in pensione, truffati dall’istituto statale Saamen al-Hojaj e gli operai di un’azienda di vetro e gas, hanno inscenato una manifestazione di fronte al parlamento del regime.

Hanno protestato contro le politiche predatorie, del regime, per le misere condizioni di vita e i bassi salari. Gli insegnanti in pensione hanno gridato: “Soglia di povertà: 3 milioni. Il nostro salrio: 1 milione”, “Condizioni di vita, la dignità è un nostro diritto inalienabile”. Portavano striscioni che dicevano: “Gli insegnanti stanno all’erta, odiano la discriminazione”, “Le cure mediche gratuite sono un diritto dei pensionati”, “Gli insegnanti in pensione non meritano una vita così”.

Contemporaneamente agli insegnanti di Teheran, anche gli insegnanti in pensione di Kermanshah hanno organizzato una manifestazione di protesta di fronte al palazzo del Fondo Pensioni. Portavano striscioni che dicevano: “Gli insegnanti stanno all’erta, odiano la discriminazione”. 

Nel frattempo gli autisti e gli operai dell’Azienda dei Trasporti di Teheran hanno protestato di fronte al parco cittadino di Teheran a seguito di un precedente appello. Hanno protestato contro le loro difficili condizioni di vita e per il furto dei loro beni da parte del municipio di Teheran con la scusa delle costruzione delle case. Hanno anche protestato contro la privatizzazione indiscriminata e illegale dell’Azienda dei Trasporti di Teheran e delle periferie.

Temendo il diffondersi della manifestazione, dato che i partecipanti andavano aumentando velocemente, le forze repressive hanno bloccato Behesht e Khayyam avenue e il terminal Fayyaz Bakhsh, con l’intenzione di spingere gli autisti fuori dal terminal e picchiarli. Gli agenti in borghese hanno aggredito i dimostranti con bastoni, picchiando e ferendo alcuni di loro e arrestandone almeno 30, tutti membri del sindacato dei lavoratori dell’Azienda dei Trasporti, trasferendoli poi nella sede dell’organo repressivo della “polizia di sicurezza” in Arc square. Ma per paura della reazione dei lavoratori infuriati sono stati costretti a rilasciarli. Uno dei mercenari che hanno guidato la repressione dei manifestanti è il colonnello Jaafari. 

I manifestanti hanno chiesto le dimissioni di Qalibaf, il sindaco ladro e criminale del regime. Poi hanno anche gridato: “I poveri lavoratori non hanno una casa”, “Il direttore ha rubato tutte le abitazioni”, “Noi siamo senza casa e tu hai una casa da miliardi di toman” e “La privatizzazione è diventata una morte lenta per noi”, “Forze di Sicurezza: Vergogna! Vergogna!”.

Anche i poveri operai della miniera di Mashouni a Kerman hanno inscenato una manifestazione di protesta per non aver ricevuto i loro miseri salari arretrati. Gli operai hanno chiuso il cancello di accesso impedendo l’entrata e l’uscita dei veicoli della miniera.

Segretariato del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana

5 Dicembre 2016

 

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