venerdì, Marzo 24, 2023
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IRAN: La delegazione del CNRI partecipa alla conferenza internazionale sui diritti umani al Senato italiano

CNRI – Una delegazione del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana (CNRI), all’inizio di questa settimana ha partecipato ad un’importante conferenza annuale sui diritti umani al Senato italiano.

Nel corso della conferenza, dal titolo “Universalità dei Diritti Umani”, organizzata dal Partito Radicale Nonviolento italiano il 27 Luglio, hanno tenuto i loro discorsi Benedetto della Vedova, vice-Ministro degli Esteri italiano, Sid Ahmed Ghozali, ex-Primo Ministro d’Algeria, Giulio Terzi, ex-Ministro degli Esteri italiano, Jamal Ali Jassim Buhassan, membro del Parlamento del Bahrein e il noto attivista per i diritti umani ed ex-parlamentare italiano Marco Pannella.

Tra i partecipanti a questa conferenza, che si è prolungata per tutta la giornata, vi sono stati anche parlamentari italiani, ambasciatori, diplomatici, analisti e membri di gruppi di esperti, attivisti per i diritti umani e per i diritti delle donne, nonché ospiti dal Medio Oriente, dal Nord Africa e dall’Estremo Oriente.

“La minaccia dell’estremismo islamico e del terrorismo proveniente dal Medio Oriente è divenute più pervasiva e urgente che mai. La teocrazia al potere in Iran non è solo direttamente e massicciamente coinvolta in tutte e tre le guerre nella regione, ma agisce come il principale fomentatore dell’estremismo islamico e del terrorismo”, ha detto alla conferenza Shahin Gobadi, membro del Comitato Affari Esteri del CNRI.

“La repressione in patria, le aggressioni nella regione e gli sforzi per acquisire armi nucleari, sono i pilastri su cui si fonda la sopravvivenza del regime teocratico, la principale fonte di instabilità nella regione negli ultimi tre decenni”, ha detto.

“Sebbene l’accordo sul nucleare del 14 Luglio abbia fatto molte ingiustificabili concessioni al regime, questo nonostante tutto ha costretto il leader supremo del regime, Ali Khamenei, a fare marcia indietro e a violare i limiti invalicabili che aveva ripetutamente posto negli ultimi 12 anni. Intrappolato in uno stallo in cui ha dovuto scegliere tra il male e il peggio, Khamenei ha scelto il male con tutte le sue conseguenze ed è dovuto capitolare, accettando un accordo che ha rappresentato una sconfitta colossale per un quarto di secolo di tentativi di acquisire la bomba atomica”.

Shahin Gobadi si è anche soffermato sulla vergognosa situazione dei diritti umani in Iran.

“L’Iran detiene il record del maggior numero di esecuzioni pro-capite del mondo ed è il peggior carnefice di detenuti minorenni”, ha detto.

“Proprio la scorsa settimana Amnesty International ha pubblicato un rapporto scioccante, nel quale si dice che circa 700 persone sono state messe a morte in Iran dal regime in soli sei mesi. Un numero che equivale a giustiziare più di tre persone al giorno. A questo ritmo sconcertante, l’Iran è pronto a superare il numero totale delle esecuzioni registrate da Amnesty International nel paese nell’intero anno passato. Secondo Amnesty: “Se le autorità iraniane manterranno questo terrificante tasso di esecuzioni, assisteremo probabilmente ad oltre 1000 morti legittimate dallo stato per la fine dell’anno”.

Gobadi ha ricordato il famigerato massacro nelle carceri iraniane del 1988, a tutt’oggi rimasto impunito.

“Nell’estate del 1988, esattamente in questo periodo dell’anno, 30.000 detenuti politici, soprattutto membri ed attivisti dell’Organizzazione dei Mojahedin del Popolo Iraniano (PMOI/MEK), furono massacrati nel giro di pochi mesi. Paradossalmente Mostafa Pourmohammadi, uno dei tre che sedevano nella ‘commissione della morte’ che ha mandato al patibolo questi detenuti politici, oggi è il ministro della giustizia di Hassan Rouhani”.

“Perciò, dato che alcuni politici europei, come Federica Mogherini, Alto Rappresentante dell’Unione Europea per gli Affari Esteri e le Politiche di Sicurezza, hanno in programma di visitare l’Iran nell’immediato futuro, dovrebbero tenere a mente che i loro incontri con i leaders del fascismo religioso al potere incoraggeranno questo regime a continuare con la tortura e le esecuzioni. Si incontreranno a Tehran con coloro che hanno la maggior responsabilità dell’esportazione del terrorismo e del fondamentalismo e del massacro di gente innocente in Iraq, Siria, Yemen e Libano”.

“Quindi non facciamo errori. Il regime teocratico è al suo punto più basso e dopo l’accordo sul nucleare la sua crisi potrà solo peggiorare. Ma fintantoché questo regime sarà al potere, agirà come la principale fonte di instabilità regionale, di terrorismo e di esportazione dell’estremismo islamico”, ha sottolineato Gobadi.

“Ma l’altra verità è che esiste un’alternativa praticabile contro il regime, con un sostegno radicato e ramificato sia dentro che fuori dall’Iran. Il Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana guidato da Maryam Rajavi rappresenta un’alternativa praticabile al regime teocratico. Questo è stato ancora una volta dimostrato al gran raduno della Resistenza Iraniana di Parigi di Giugno, cui hanno partecipato più di 100.000 persone e 600 illustri personaggi politici di oltre 70 nazioni”.

“Il CNRI è una coalizione formata da circa 500 gruppi e personalità dell’opposizione iraniana, votate ad una repubblica democratica, secolare e non nuclearizzata in Iran. La metà dei membri del CNRI sono donne. Come Parlamento in esilio, il compito principale del Consiglio è quello di tenere libere e giuste elezioni per una Assemblea Nazionale Costituente e Legislativa in Iran, non oltre i sei mesi che seguiranno alla cacciata della teocrazia al potere”.

“Secondo il Piano in 10 punti per il futuro dell’Iran di Maryam Rajavi, le urne sono l’unico criterio di legittimità. Di conseguenza, noi vogliamo una repubblica basata sul suffragio universale”.

“La Resistenza Iraniana vuole un sistema pluralistico, libertà di associazione e per i partiti. Rispetta tutte le libertà individuali. Noi sottolineiamo la totale libertà di espressione e dei media e l’accesso incondizionato per tutti ad internet. Il CNRI sostiene ed è votato all’abolizione della pena di morte. Siamo votati alla separazione tra religione e stato. Qualunque forma di discriminazione nei confronti dei seguaci di qualunque religione e denominazione sarà proibita. Noi siamo devoti alla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani. Vogliamo un Iran non-nuclearizzato, senza armi di distruzione di massa”.

“Il futuro del Medio Oriente non verrà scritto dai mullah, ma dal popolo iraniano e dalla sua Resistenza organizzata”, ha concluso.

 

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