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Iran: incoraggiato dall’immobilismo della comunità internazionale, il regime continua con le esecuzioni

CNRI – Il disumano regime teocratico in Iran ha impiccato tre giovani prigionieri politici baluci sunniti sabato 26 Aprile, nella città di Zabol (nella provincia di Sistan-Balucistan).

 

Ali Dahmardeh, 20 anni, Eman Galwi, 20 e Omid Peeri, 23,erano stati condannati a morte nei tribunali fasulli dei mullah, senza l’ombra di un giusto processo, con l’accusa di aver assassinato il terribile procuratore pubblico di Zabol e il verdetto era stato confermato a distanza di pochi giorni dalla Corte Suprema dei mullah.

Nei loro cinque mesi di detenzione al Dipartimento di Intelligence di Zahedan, questi tre prigionieri politici hanno subito terribili torture volte ad ottenere una loro confessione. I segni di queste torture erano ben visibili sui loro corpi, tanto che gli impedivano di camminare, stare distesi o seduti.

Oltre a ciò, due detenuti nella prigione centrale di Zahedan, Mojtaba Nouri ed Ali Doniyadideh, più un terzo prigioniero, sono stati impiccati in pubblico nella città di Semnan il 24 e 26 Aprile.

Con un altro barbaro atto, gli scagnozzi del regime hanno fustigato un giovane in pubblico nella città di Birjand (nella zona sud della provincia di Khorassan, Iran orientale), il 27 Aprile. Un ufficiale di polizia di questa pena ha detto: “La polizia tratterà coloro che minacciano l’ordine pubblico o la sicurezza senza alcuna clemenza e non mostrerà alcuna pietà a riguardo”.

Con i raid delle forze repressive contro i prigionieri politici che hanno suscitato lo sdegno popolare, con la crescente inflazione e la povertà che hanno messo in ginocchio la popolazione e in un momento in cui le vane promesse del mullah Rouhani vengono svelate al mondo, il regime teocratico ha scoperto che l’unica via per scongiurare il diffondersi delle proteste, in particolare quelle nelle regioni più povere, è l’escalation della repressione e delle esecuzioni, soprattutto di quelle pubbliche.

Il silenzio e l’immobilismo della comunità internaizionale nei riguardi di queste esecuzioni criminali in Iran, stanno incoraggiando la dittatura religiosa al potere in Iran a continuare e ad intensificare i massacri, le brutali e sistematiche violazioni dei diritti umani e le esecuzioni, salite a 700 dall’inizio della presidenza di Hassan Rouhani.

Segretariato del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana

28 Aprile 2014

 

 

 

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