
A seguto della morte del prigioniero politico Jamil Soveidi a causa delle crudeli torture del regime dei mullah, la Resistenza Iraniana si rivolge ancora una volta alla comunità internazionale, in particolare al Consiglio di Sicurezza dell’ONU, perché condanni questo crimine efferato e agisca urgentemente per impedire i crimini contro l’umanità dei mullah sanguinari. Anche il prigioniero politico Sattar Beheshti è morto a Tehran a causa delle torture degli scagnozzi dei mullah il 6 Novembre scorso.
Jamil, un arabo-iraniano di professione saldatore, era stato arrestato un mese fa e trasferito in una località sconosciuta. Il Ministero dell’Intelligence dei mullah (MOIS) si è rifiutato di fornire qualunque risposta alle richieste della sua famiglia sul suo luogo di detenzione, le ragioni del suo arresto e il suo destino. Alla fine il suo cadavere è stato riconosciuto per caso da uno dei suoi parenti all’obitorio di Ahwaz ma, a tutt’ora, non è stato riconsegnato alla sua famiglia.
Questi crimini sono solo degli esempi della crescente repressione, tortura e massacro dei prigionieri politici che si verificano ogni giorno nelle prigioni, nei campi della morte e nelle “case sicure” del Ministero dell’Intelligence (MOIS) e delle Guardie Rivoluzionarie (IRGC) nelle città di tutto il paese. Gli stessi prigionieri politici le cui storie e notizie non trapelano mai al di fuori della prigione.
Segretariato del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana
11 Novembre 2012