venerdì, Marzo 29, 2024
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Iran: Dopo l’accordodi Ginevra sul nucleare, Khamenei ricorre a slogan bellicosi per zittire le dispute interne

Ancora un altro crimine di guerra: un ex-comandante delle IRGC ammette l’invio di un milione di bambini nella guerra Iran-Iraq

Per sedare le dispute interne tra le varie fazioni del suo regime, giunte ormai a dimensioni senza precedenti dopo l’accordo sul nucleare di Ginevra, Khamenei ha fatto ricorso alla strategia degli slogan bellicosi, come “A Gerusalemme passando per Karbala”, alimentando il fuoco di quell’inferno che è l’esportazione del fondamentalismo.

L’ex-capo delle Guardie Rivoluzionarie, Yahya Rahim Safavi, ora consulente militare di Khamenei, ha detto a questo proposito: “Se Dio vuole, questa strategia del ‘A Gerusalemme passando per Karbala’ sarà una realtà nel futuro. Non parliamo solo di uno slogan. Intendiamo realizzare un’azione pratica”. Safavi ha definito l’inferno della guerra Iran-Iraq degli anni ’80, che ha causato un milione di morti e 1000 miliardi di danni all’Iran, come una “fonte di ispirazione e delizia”, ed ha continuato ammettendo un altro crimine di guerra dicendo che un  milione di ragazzi in età scolare furono mandati al fronte . “(Khomeini) fu in grado di inviare circa due milioni di persone sui campi di battaglia durante la guerra. Queste statistiche non contemplano le forze che avevano il dovere di essere presenti sui vari fronti…. un milione di ragazzi furono mandati al fronte”, ha detto.

Con un vano provvedimento “bellicoso”, ha inteso chiarire ogni cosa alle fazioni rivali dicendo: “Sfortunatamente, vari elementi interni non capiscono che l’Iran negli ultimi 34 anni è divenuto una potenza nella regione. I nemici, che gli piaccia o no, devono sapere che il sistema in Iran è dominante e saldo. I regimi instabili, come quello sionista, e i regimi arroganti devono pensare a sé stessi ora perché sono avviati alla caduta”.

Il fascismo religioso al potere in Iran, nel mezzo di crisi interne e sull’orlo di una totale bancarotta economica, è rimasto senza altra scelta se non accettare di fare obbligatoriamente un passo indietro sul suo programma nucleare. 

Perciò, per neutralizzare le conseguenze distruttive di questa ritirata all’interno dei suoi ranghi e per impedire la protesta popolare, questo regime ha, da un lato ampliato la portata delle uccisioni, la repressione in Iran e nei confronti della sua resistenza organizzata e, dall’altro, portato  la sua interferenza in Siria, Libano, Iraq, Yemen ed altri paesi della regione a nuove dimensioni.

Segretariato del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana

1° Dicembre 2013

 

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