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Iran: Diffuse proteste e manifestazioni popolari in tutto il paese

Oltre 1000 persone di varie città di tutto l’Iran, si sono riunite fuori dal parlamento a Teheran martedì 6 Giugno, per protestare contro il furto dei loro investimenti negli istituti finanziari, gestiti dallo stato, Caspian e Thamen al-Hojaj.

I manifestanti hanno gridato diversi slogan tra cui “Caspian ha rubato i nostri soldi e il capo della Banca Centrale lo ha aiutato” e “I direttori incompetenti devono essere licenziati”.  Alcuni manifestanti indossavano lenzuoli bianchi in segno di protesta.

Gli investitori a cui è stato rubato il denaro dall’Istituto Arman, una filiale della Caspian, hanno protestato fuori dagli uffici della Banca Centrale iraniana. Sono stati sentiti gridare “Dove sono i nostri soldi? Vergognatevi!” e “Ridateci in nostri soldi!”.

A Mashhad, Iran nord-orientale, altri manifestanti si sono radunati fuori dal palazzo della Caspian in Vakeel Abad Street. La polizia è ricorsa alla forza nel tentativo di disperdere i manifestanti, provocando qualche scontro.

A Rasht, Iran settentrionale, una protesta simile si è svolta fuori da una filiale della Caspian, situata in Michaele Intersection, con la gente che ha chiesto la restituzione del denaro investito. Lunedì un investitore ha chiesto i suoi 4 milioni di toman (circa $1.150) e in segno di protesta a rotto un computer e i vetri del palazzo. Gli agenti dell’intelligence hanno arrestato le due figlie dell’uomo.

Altri investitori della città di Neishabour, Iran nord-orientale, hanno manifestato il 1° Giugno gridando slogan contro le politiche dell’istituto.

Nel frattempo persone appartenenti ad ogni fascia sociale, hanno anche protestato in varie città contro la povertà, la disoccupazione, le terribili condizioni di vita e per non aver ricevuto i loro salari.

6 Giugno:

– Più di 500 insegnanti part-time si sono riuniti fuori dal parlamento a Teheran chiedendo la stabilizzazione del loro impiego.

– 1.000 impiegati in servizio e in pensione della Haft Tappe Sugar Cane Company hanno protestato per il terzo giorno consecutivo, chiedendo i loro salari in ritardo di due mesi e le pensioni degli ultimi due anni. La polizia ha cominciato a sparare con armi a pallini nel tentativo di disperdere la folla. Queste proteste sono avvenute perché il giorno prima il vice-presidente dell’azienda, Siyamak Nasiri, aveva minacciato i manifestanti dicendo:

“Chiunque si rifiuti di tornare al lavoro verrà licenziato. Se questo sciopero continuerà l’azienda verrà chiusa”, ha detto. Lo stesso giorno i manifestanti hanno bloccato l’autostrada internazionale Ahvaz-Andimeshk.

– Gli abitanti della città di Hanfare, nei pressi della città di Shadgan, hanno protestato per il terzo giorno consecutivo fuori dall’ufficio del governatorato per la mancanza di acqua potabile.

– I lavoratori dell’azienda Azarab hanno protestato fuori del governatorato di Arak, Iran centrale, chiedendo i loro salari e i versamenti delle pensioni.

3 Giugno:

– Oltre 200 abitanti della zona di Anguran e i lavoratori licenziati dall’azienda Calsimin, hanno protestato contro il licenziamento. Questa è la più grossa azienda di produzione di piombo dell’Iran ed ha assunto il controllo di tutte le miniere di piombo della zona.

– I tassisti di Ardebil, Iran nord-occidentale, hanno protestato per l’interferenza del consiglio comunale nei loro risparmi e anche per i bassi salari.

I salari bassissimi dei lavoratori iraniani non vengono pagati in un momento in cui la ricchezza dell’Iran viene utilizzata dai mullah per le attività belliche in tutto il Medio Oriente o per finanziare il loro apparato della sicurezza e militare. Il 90% dei lavoratori iraniani vive in condizioni di povertà e il 95% ha un lavoro part-time, che viene definito come la forma di schiavitù del 21° secolo.

Segretariato del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana

6 Giugno 2017 

 

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