venerdì, Marzo 29, 2024
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Iran. A Parigi convegno di solidarietà ai manifestanti per la fine del regime iraniano

ImageAgenzia Radicale
di GIOVANNI ARBIA
“Solidarietà ai manifestanti”, è stato questo il leitmotiv della manifestazione dell’opposizione degli esuli iraniani che si è svolta ieri a Villepinte (Parigi). Migliaia di attivisti e simpatizzanti  provenienti da ogni parte d’Europa e del Mondo, si sono dati appuntamento in Francia per questo convegno che è arrivato oramai alla sua settima edizione.

Nell’immensa struttura del centro congressi di Villepinte era facile incrociare persone provenienti dalla Germania, dalla Gran Bretagna, dai Paesi Bassi, dall’Italia e finanche dall’America e dall’Australia; tutti arrivati fin lì con lo stesso scopo: esprimere solidarietà alle migliaia di persone che dal 13 giugno manifestano rischiando la propria vita in Iran contro la rielezione di Ahmadinejad e contro il sanguinario regime dei mullah che dal 1979 opprime il popolo iraniano. Ad intrattenere la numerosa platea sono stati molti politici ed attivisti europei che in questi anni si sono battuti per la libertà dell’Iran e contro l’ideologia del fascismo-religioso propria dei suoi leaders. Ad accendere la folla è però stato l’arrivo di Maryam Rajavi, presidente eletta del Consiglio Nazionale della Resistenza iraniana (CNRI).
Aprendo il suo discorso con un invito a ricordare i manifestanti feriti o uccisi in Iran in questi giorni ha dapprima espresso solidarietà ai cittadini del villaggio di Ashraf (Iraq), la cui sorte è ancora legata ad un filo, chiedendo a gran voce che venga  trovata una soluzione definitiva che garantisca i loro diritti e che li tuteli dai soprusi che il governo iracheno sta commettendo sotto le pressioni di quello iraniano.
Rivolgendosi poi ad alcuni dei rappresentanti dei Paesi europei presenti in sala ha chiesto “qual è stato il risultato della politica di tolleranza verso il regime iraniano che finora  ha caratterizzato l’approccio dei più importanti Paesi”, continuando dicendo che “il popolo iraniano non chiede l’elezione di Ahmadinejad o di Mousavi perché entrambi sono portatori della stessa ideologia, ma la fine del regime e la riappropriazione delle libertà che gli sono state tolte e l’instaurazione di una democrazia sul modello occidentale”, eventualità che avrebbe una importanza strategica nel delicato scenario politico medio – orientale. Infine ha concluso incoraggiando ancora a manifestare perché la sensazione è che i cortei di questi giorni possono segnare l’inizio della fine del regime dei mullah. A dare il loro sostegno alla manifestazione sono stati anche esponenti politici italiani.
Tra gli altri, l’On. Elisabbetta Zamparutti ed Antonio Stango (Radicali Italiani) che hanno espresso totale accordo con le posizioni e la politica di Radjavi, riconfermando con la loro presenza la solidarietà del partito radicale alla battaglia del popolo iraniano. L’On. Carlo Ciccioli (Pdl) ha invece auspicato un cambiamento della posizione del governo italiano in vista del prossimo G8, “spero che almeno in questa occasione si presti meno attenzione agli interessi economici in ballo e si condanni con maggior fermezza i soprusi perpetrati dal regime iraniano nell’ambito di una strategia di lungo termine che porterà l’Italia ad essere una delle nazioni di riferimento in questo lento processo di cambiamento”.

 

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