CNRI_ Nazila Dashti è stata condannata a tre anni di carcere in Iran solamente per aver fatto visita alla sorella residente a Camp Ashraf dopo ben 25 anni di lontananza: è questo il racconto fatto da suo marito, il Dott. Hani Yazarlou durante un'intervista rilasciata lunedى scorso alla trasmissione "Voce d'America", in lingua persiana.
Hamed e Hood, i due figli di Yazarlou, sono attualmente in carcere in Iran. " Non abbiamo più avuto notizie di nostro figlio Hamed da quando è stato arrestato il 20 Febbraio e non ci è stato dato modo di contattarlo". "Non abbiamo alcuna notizia sulle sue condizioni", ha aggiunto il padre.
"Il 20 Febbraio , quando hanno preso Hood e sua madre, ho chiesto agli agenti perchè li stessero portando via" e loro hanno risposto: " Non lo sappiamo, ci hanno solo detto di arrestarli".
Hamed Yazerlou, uno studente di ingegneria aeronautica e spaziale, sebbene fosse stato accettato all'Università di Amir Kabir, non ha potuto frequentarla per due anni consecutivi perchè gli è stato impedito.
Hood era stato condannato prima di lui a tre anni di carcere e attualmente si trova nel Braccio 8 del Carcere di Evin.
Il 20 Febbraio 2009, il Ministero della Sicurezza iraniano (MOIS), ha portato avanti contemporanemente numerosi raid in case di Tehran appartenenti ai famigliari di membri dell'Organizzazione dei Mojahedin del Popolo iraniano (PMOI/MEK) residenti ad Ashraf, compresa la famiglia Yazerlou.
Mentre i famigliari si trovavano in casa, le forze soppressive del regime hanno cominciato a spaccare porte e finestre, sono entrati e hanno terrorizzato le persone colpedole brutalmente.
Un certo numero di loro è stato poi arrestato e trasferito al famoso Carcere di Evin senza neppure dar loro il tempo di vestirsi adeguatamente.
Le forze soppressive hanno anche danneggiato o sequestrato ogggetti personali, quali cd, libri, foto di famiglia e apparecchi satellitari.
Le condizioni fisiche del Dott. Hani Yazarlou, che soffre di gravi problemi di cuore, sono peggiorate dopo questi attacchi.
Le forze soppressive coinvolte nel raid nella casa della famiglia Yazarlou erano guidate da un capo del Mois, detto "Alavi".
Foto: Mr. Hood (a sinistra) insieme al padre, Dott. Hani Yazarlou ( a destra).