Preoccupato per il boicottaggio nazionale delle elezioni, la dittatura religiosa in Iran ha fatto ricorso a parole esagitate. Il mullah Namazi, rappresentante di Khameni a Kashan, ha detto: “L’affluenza del popolo ha un impatto maggiore di un bombardamento alla Casa Bianca.” Riferendosi ai tentativi dei “nemici” di impedire alla gente di recarsi ai seggi elettorali ha detto: “E’ (religiosamente) indispensabile che gli aventi diritto al voto si presentino ai seggi elettorali.” (Agenzia di stampa Mehr, affiliata al Ministero dell’Intelligence – 12 Giugno)
Dall’altro lato Velayati, il consigliere politico di Khamenei, ignorando gli appelli e le pressioni fattegli da molti alti esponenti della fazione di Khamenei perché ritirasse la sua candidatura, ha detto: “Rimarrò sulla scena come candidato fino alla fine.”
Ha stupidamente affermato di avere un piano con il quale metterà a posto la disastrosa situazione economica del paese. Velayati ha sottolineato la continuazione dei sinistri progetti nucleari e ha detto: “Senza dubbio noi continueremo potentemente le nostre conquiste nucleari…. resisteremo di fronte agli aggressori.” A sostegno delle criminali forze Bassij ha detto: “Noi appoggeremo le ambizioni dei Bassij e di quelli che (negli otto anni di guerra Iran-Iraq) ed a difesa dello stato… sono sempre stati presenti, come i sinceri Bassij.” Velayati ha sottolineato che il criterio più importante per il suo governo sarà proseguire sulla linea di Khamenei.
Segretariato del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana
13 Giugno 2013