A cura dello staff del CNRI
CNRI – Il cambio di regime in Iran non ha bisogno di un intervento militare straniero, secondo un attivista per i diritti umani.
Shahriar Kia, membro dell’opposizione iraniana (PMOI /MEK), ha scritto un editoriale su Riyadh Daily nel quale spiega perché le sanzioni internazionali imposte al regime saranno più efficaci di una guerra costosa.
E scrive: “Il Corpo delle Guardie Rivoluzionarie Iraniane (IRGC) è il tallone d’Achille e il punto debole di questo regime. Se sanzioni esaustive e immediate toglieranno realmente quest’arma al regime ed espelleranno l’IRGC dal Medio Oriente, il pilastro che protegge la dittatura religiosa iraniana dalle proteste popolari e dalla crisi internazionale crollerà”.
L’IRGC è la squadra personale del terrore del regime, responsabile della repressione dell’opposizione politica, dell’oppressione del popolo iraniano e dell’eliminazione dei dissidenti. Ha anche avuto un ruolo attivo nell’esecuzione di oltre 120.000 prigionieri politici a partire dal 1979.
Inoltre è anche una figura-chiave delle attività belliche e dell’esportazione del terrorismo di Teheran.
Kia prosegue dicendo: “L’IRGC è responsabile delle campagne di repressione delle proteste avvenute in Iran nel 1999 e nel 2009 e dell’oppressione delle minoranze etniche e religiose iraniane, come quella curda e araba iraniana ad Ahvaz e nel Balucistan”.
Inoltre è coinvolto nel programma nucleare iraniano, in quello missilistico e nell’economia del paese.
E aggiunge: “A questo scopo l’IRGC è divenuto il custode politico, strategico ed economico di questo regime”.
Nonostante tutto questo, le attività belliche e l’esportazione del terrorismo sono della massima importanza per Teheran e l’IRGC ha monopolizzato questo ruolo”.
L’IRGC è una forza distruttiva in Medio Oriente, che fomenta le lotte settarie e l’esportazione del terrorismo. Fa questo perché il regime iraniano ha talmente paura di essere rovesciato che ha indebolito i paesi che lo circondano.
Kia scrive: “Se l’Iran godesse realmente di stabilità e potere, non ci sarebbe mai stata la necessità di ricorrere al terrorismo”.
Esportare il terrorismo e fomentare le guerre settarie, visto il grosso prezzo politico e l’isolamento sulla scena internazionale, non sarebbe mai stato nell’interesse di Teheran se avesse goduto della stabilità in patria. L’ingerenza negli altri paesi mira a nascondere la crisi che attualmente minaccia l’intera esistenza dei mullah”.
Il regime è instabile, disprezzato dal suo popolo e praticamente sull’orlo di un precipizio. Ecco perché è necessario un cambio di regime, ma Kia sottolinea che le sanzioni contro l’IRGC, che tanto controlla dell’Iran, si dimostreranno fatali per il regime dei mullah.
E dice: “Dopo l’adozione del nuovo testo del Congresso sulle sanzioni, convertita in legge dal Presidente Donald Trump, che colpiscono l’IRGC e designano questa organizzazione come terrorista mondiale, tutti i suoi articoli devono essere applicati immediatamente e senza nessuna scappatoia”.
E prosegue dicendo: “Per un cambio di regime in Iran non c’è bisogno di una guerra o di un intervento militare di uno stato estero. La comunità internazionale deve solo porre fine alla sua accondiscendenza, agli accordi economici e alle concessioni a Teheran, che stanno letteralmente mantenendo al potere questa dittatura. Il popolo iraniano e la sua opposizione organizzata sono pienamente in grado di realizzare questo cambiamento”.