venerdì, Marzo 29, 2024
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I contribuenti europei dovrebbero essere consapevoli del terrorismo sponsorizzato dall’Iran nei loro Paesi

Di Mahmoud Hakamian

Decine di migliaia di membri della diaspora iraniana, loro sostenitori e personalità politiche di primo piano di tutto il mondo si sono riuniti a Parigi il 30 giugno per l’annuale raduno “Iran libero”, ospitato dall’opposizione iraniana.

Nel frattempo, la polizia belga arrestava un gruppo di terroristi a Bruxelles, e la polizia tedesca arrestava Assadollah Assadi, un diplomatico del regime iraniano. Altre persone sono state arrestate in Paesi europei vicini, tutte legate a un complotto terroristico contro l’opposizione iraniana a Parigi.
La situazione dello scontro tra il regime iraniano e la sua opposizione è diventata molto più cupa.
Cittadini e politici associati al governo degli Stati Uniti stavano parlando al raduno e sarebbero potuti essere vittime di quello che viene definito un complotto del regime iraniano. Gli Stati Uniti hanno dichiarato che seguiranno la questione e che essa non rimarrà senza risposta. Gli europei dovrebbero unirsi nell’inchiesta. I contribuenti europei dovrebbero capire che i terroristi del regime iraniano sono attivi nei loro Paesi, che in realtà sono diventati centri di pianificazione e attuazione di piani terroristici.
Alla manifestazione Louis Freeh, ex direttore dell’FBI, ha ricordato ai presenti un altro attacco terroristico violento ordito da Teheran. “Anche se le cose stanno cambiando intorno e sotto il regime, l’agenda terroristica del regime non è cambiata”, ha detto Freeh nel suo discorso. “Lo scorso lunedì è stato il 22° anniversario dell’attacco terroristico da parte di Hezbollah e dell’IRGC [Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica] alla caserma degli Stati Uniti alle Torri Khobar in Arabia Saudita. Da allora, il regime ha continuato a esportare il terrorismo nello Yemen, in Argentina, in Siria e in tutto il mondo. Questo non è cambiato. Ciò che è cambiato, tuttavia, è ciò che accade nei cuori e nelle menti e nelle strade e nei bazar dell’Iran…”
Freeh era il direttore dell’FBI nel 1996, dopo l’esplosione alle torri di Khobar. Inviò una squadra investigativa, che scoprì rapidamente che i responsabili dell’attacco terroristico erano stati addestrati, armati e finanziati dall’IRGC. Tuttavia, la questione non fu affrontata convenientemente poiché la politica dell’amministrazione statunitense in quel momento era di riavvicinamento e accondiscendenza nei confronti del regime iraniano.
Il 23 ottobre 1983 la caserma dei marines degli Stati Uniti a Beirut, in Libano, subì un’esplosione. Si disse che l’attacco fosse stato effettuato dall’IRGC e da Hezbollah. 241 militari americani e 58 francesi furono uccisi insieme con 6 civili. Il 20 luglio 1987, Mohsen Rafiqdoust, ex ministro dell’IRGC, dichiarò ufficialmente: “Gli americani sanno che sia l’esplosivo che l’ideologia che mandarono all’inferno 400 soldati e ufficiali americani arrivarono dall’Iran”.
Altri notevoli attacchi terroristici condotti in Paesi europei negli ultimi decenni includono i seguenti:
– l’assassinio di Kazem Rajavi, membro del CNRI (Consiglio Nazionale della Resistenza dell’Iran) e fratello del leader dell’opposizione iraniana Massoud Rajavi, a Coppet, in Svizzera, nel 1990;
– l’assassinio di alcuni leader dell’opposizione curda a Berlino, nel 1992;
– l’assassinio di Mohammad Hossein Naghdi, membro del CNRI, a Roma, nel 1993;
– l’assassinio di Zahra Rajabi, membro del CNRI, ad Istanbul, nel 1996;
– l’assassinio di Abdul Rahman Ghassemlou, leader del Partito Democratico del Kurdistan, a Vienna, nel 1989;
– l’assassinio di Shapour Bakhtiar, l’ultimo Primo Ministro del regime dello Shah, a Suresnes, in Francia, nel 1991.
Il quotidiano “Tribune de Geneve” ha pubblicato il 17 giugno 2004 un articolo in cui ha identificato un conto bancario con un saldo di 200 milioni di dollari. Ha fatto capire che denaro di quel conto potrebbe essere stato utilizzato per finanziare 400 attacchi terroristici in Europa e che lo stesso conto era collegato all’attacco terroristico del 1994 all’edificio AMIA a Buenos Aires, dove 86 persone morirono e altre 200 rimasero ferite. Il conto fu presumibilmente utilizzato anche per finanziare la squadra di 13 persone inviata in Svizzera per assassinare Kazem Rajavi.
In un’analisi dell’OMPI / MEK sul problema di cosa si può fare circa il terrorismo sponsorizzato dal regime iraniano, il giornale scrive che la risposta è chiara: “Tutti i centri e le strutture che forniscono al regime iraniano una copertura diplomatica per svolgere i suoi scellerati complotti terroristici devono essere chiusi”.

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