La pressione sta montando contro gli Stati Uniti ad onorare le garanzie di sicurezza per i rifugiati iraniani ad Ashraf
Sunday Telegragh – Di Christopher Booker 16 aprile 2011
Il governo statunitense è talmente impegnato a cercare di non fare non molto per proteggere i civili in Libia, che sta facendo ancora meno per onorare la sua promessa di proteggere i 3.400 esuli iraniani che vivono indifesi a Campo Ashraf in Iraq, la città del deserto che è stata loro dimora per oltre un decennio.
La scorsa settimana, dopo aver visitato Ashraf, funzionari delle Nazioni Unite hanno confermato che 34 di questi civili disarmati sono stati uccisi (in gran parte con colpi di pistola) e 350 feriti negli attacchi omicidi dell’8 aprile da centinaia di iracheni e iraniani armati, sotto gli ordini personali del Primo Ministro iracheno Nouri al-Maliki.
Tra quelli che ora chiedono agli Stati Uniti di onorare le garanzie scritte di sicurezza che hanno dato a ciascuno dei residenti nel 2003 John Kerry, Presidente della commissione degli affair esteri del Senato degli Stati Uniti, e una serie di ex alti funzionari statunitensi, tra cui John Bolton, ex ambasciatore alle Nazioni Unite, ex capo del Joint Chiefs of Staff, e dirigente dell’FBI del governo Clinton.
Questo fine settimana, senza dubbio rassicurati dal continuo fallimento dei tentativi dell’amministrazione Obama di agire, altri tre battaglioni iracheni hanno circondato la città, ora saccheggiata. Tutti i segnali sono che un ulteriore massacro è imminente.