giovedì, Marzo 28, 2024
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Forse una buona notizia: le proteste in Iran aumentano

ImageilCannocchiale, 28 aprile – Durante il primo mese del calendario iraniano (21 Marzo-22 Aprile), diverse città iraniane sono state teatro di ben 220 azioni di protesta , secondo quanto riporta il network della Resistenza iraniana.
I lavoratori in protesta hanno dato vita a 80 di queste proteste, o pressapoco ad un quarto del totale.
Alcune di queste si sono protratte per svariati giorni, contando anche i sit-in e le dimostrazioni di circa 2 mila dipendenti licenziati dall'Oleodotto della città di Ahvaz ( nell'Iran occidentale).

I lavoratori hanno gridato slogan come " Accedere ai mezzi di sostentamento è un nostro inalienabile diritto", un chiaro riferimento alla allo slogan utilizzato come propaganda dal regime " L'energia nucleare è un nostro inalienabile diritto".

Un'altra grande dimostrazione è stata portata avanti da più di 1.000 lavoratori dell'Industria di Canne da Zucchero di Haft-Tapeh in Khuzestan (Iran occidentale).
Hanno protestato per il ritardo nel pagamento degli stipendi.
Oltre ai lavoratori, la maggior parte delle proteste sono state organizzate dagli studenti dell'Università iraniana, tanto che il conto ammonterebbe a più di 50 raduni e attacchi in risposta alle misure soppressive adottate dal regime nei vari campus universitari.
Più di 800 studenti dell'Università Noshirvani di Bobal hanno allestito una protesta e un sit-in lunghi 5 giorni, gridando questi slogans:" Morte al dittatore", e " Gli studenti muoiono, ma non si arrenderanno mai". Un certo numero di studenti ha portato avanti un duro attacco continuando a insistere per far valere le proprie richieste.
Circa 2 mila studenti della Libera Università di Tabriz (nord-ovest dell'Iran), hanno protestato contro la morte di tre compagne rifiutandosi di entrare in classe e dando vita a minifestazioni.
Altri settori della società hanno organizzato 90 azioni di protesta nello stesso periodo, alcune delle quali mirate ad un confronto con gli esponenti del regime dei mullah.
Le famiglie dei prigionieri politici hanno festeggiato il Norouz (Anno Nuovo iraniano) davanti al famoso carcere Evin di Tehran.
I loro cari sono stati oggetto di arresti arbitrari e sottoposti a trattamenti intollerabili.
Tra i prigionieri politici c'erano parenti degli affiliati al principale gruppo di opposizione iraniano, l'Organizzazione dei Mojahedin del Popolo iraniano (PMOI/MEK):
Il 20 Febbraio 2009, gli agenti del Ministero della Sicurezza (MOIS) del regime, hanno portato avanti simultaneamente degli attacchi contro le abitazioni di chi aveva parenti a Camp Ashraf, arrestando e incarcerando un certo numero di persone , i cui destini rimangono ancora adesso ignoti.

 

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