
Taher Boumedra, che è stato incaricato della questione di Camp Ashraf in Iraq, ha affermato che sarebbe stato impossibile per uomini armati entrare nel campo senza essere visti dalle guardie irachene, che hanno dovuto fare entrare gli assassini.
Boumedra ha detto in una conferenza all’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa a Strasburgo lunedì:
“Conosco bene quel luogo, ero solito andarci ogni settimana e so che sarebbe stato impossibile per chiunque raggiungere quell’area del campo senza essere visto.
“Ricordo le torri di guardia intorno al campo, che rendono assolutamente impossibile per chiunque penetrare nel campo inosservato. Quindi, circa il fatto che il governo dell’Iraq pretenda di non sapere quanto vi è accaduto, posso dirvi che essi sanno e ne sono stati gli esecutori.
“E posso dirvelo anche per esperienza, poiché dopo i precedenti attacchi che ebbero luogo ad Ashraf, nel luglio 2009 e nell’aprile 2011, sono stato io a condurre una missione d’inchiesta e so che anche in quei due casi essi negarono l’accaduto e solo successivamente ammisero le uccisioni a Camp Ashraf. Questo è il terzo caso.
“Perché hanno ripetuto l’attacco contro i residenti di Ashraf? Prima di tutto, perché c’è un completo silenzio da parte della comunità internazionale. L’hanno fatto una volta, L’hanno fatto la seconda volta, non ne hanno subito conseguenze e ora l’hanno fatto una terza volta; e se noi restiamo inerti sentiranno di non avere problemi, e vi dico che lo ripeteranno a Camp Liberty.
“La ragione per cui lo ripeteranno è che la più alta autorità a Baghdad ha detto che, fino a quando gli esuli iraniani saranno in Iraq, loro continueranno a sottoporli a vessazioni.
“Quindi, è responsabilità degli Stati membri e dei loro rappresentanti a Baghdad far sentire alta la propria voce, dato che conoscono la realtà. Anche gli Stati Uniti conoscono i dettagli di cosa è accaduto. Rimanere inerti equivale a coprire un crimine contro l’umanità”.