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Celebrazione del 30° anniversario dell’eccidio dei prigionieri politici in Iran nella conferenza internazionale dell’Unione delle associazioni degli iraniani

Maryam Rajavi lancia l’appello al Consiglio di Sicurezza dell’ONU per processare i responsabili dell’eccidio dell’estate ’88 e quattro decenni di crimini in Iran: “Le spie e i mercenari dei mullà devono essere espulsi e la comunità internazionale deve mettersi accanto al popolo iraniano in rivolta per la libertà!” 

La signora Maryam Rajavi, presidente eletta del Consiglio nazionale della Resistenza Iraniana, nella conferenza del 25 agosto, in occasione della celebrazione del 30° anniversario dell’eccidio dei prigionieri politici nella conferenza internazionale tenutasi contemporaneamente in 20 capitali e città del mondo ha dichiarato che: Da tre decenni la comunità internazionale è silente nei confronti dell’eccidio dei prigionieri politici in Iran. Di conseguenza il regime iraniano continua placitamene a violare i Diritti umani in Iran e reprime le proteste e le manifestazioni popolari in Iran e pianifica le operazioni terroristiche e fomenta le guerre e genera le crisi catastrofiche in Medio Oriente; è giunta l’ora di rompere il silenzio!”
Rajavi ha lanciato l’appello al Consiglio di Sicurezza dell’ONU affinché richiami al processo i capi del regime e i responsabili dell’eccidio e dei crimini contro l’umanità dei quattro decenni. Presidente eletta del CNRI ha ribadito che le spie e i mercenari dei mullà devono essere espulsi dai paesi occidentali e le relazioni diplomatiche, di cui il regime abusa nei atti terroristici governativi, devono essere interrotte e le sedi diplomatiche devono essere chiuse. La signora Rajavi ha aggiunto che: “È giunta l’ora che la comunità internazionale si metta da parte del popolo iraniano in rivolta contro la dittatura teocratica e riconosca la sua volontà per il cambio del regime.”
Nella conferenza veniva celebrata sull’invito dell’Unione delle associazioni degli iraniani contemporaneamente in 20 città e capitali dei paesi i quali Italia, Francia, Germania, Inghilterra, Olanda, Svezia, Norvegia, Danimarca, Finlandia, Svizzera, Belgio, Austria, Romania, e Canada. Molte personalità politiche e religiose, legislatori, deputati, giuristi e i membri e rappresentanti delle associazioni degli iraniani in Europa e in Canada erano presenti e sono intervenuti. Nella conferenza erano presenti anche i superstiti dell’eccidio dell’88 e i famigliari dei martiri che hanno reso la loro testimonianza di questo orrendo crimine contro l’umanità.
Maryam Rajavi ha dichiarato che: “il regime iraniano perfino in carcere e nei luoghi di tortura risponde con carneficina a chi lo avversa e risponde e reprime a ogni legittima protesta o manifestazione con l’arresto e tortura. Cosa volevano i manifestanti dei dicembre-gennaio? Perché il regime li ha considerati colpevoli consegnati i loro cadaveri “suicidati” ai famigliari. Sorge la domanda: Si deve desistere o arrendere di fronte una siffatta piovra? Oppure bisogna rimanere retti e resistere e rispondere? C’è una dittatura che non accusi la giusta e legittima resistenza al terrorismo e non tenti di demonizzare i dissidenti con il marchio di violenti? C’è una violenta dittatura che abbia smesso di commettere i crimini in seguito del silenzio e della resa delle vittime?”
Maryam Rajavi ha aggiunto che: “Le cellule degli insorti sono eredi di donne e uomini che nell’eccidio dell’88hanno detto no al regime. Il regime del velayat-e faghih è in difficoltà di fronte alla rivolta degli iraniani, che dura da otto mesi, del ruolo sempre più importante dei Mojahedin del popolo che guidano la rivolta e sotto pressione della crisi economiche senza precedenti.

La scoperta dei complotti terroristici del regime iraniano contro i Mojahedin del popolo palesa ancora una volta che il terrorismo è parte intrinseca di questo regime. Il terrorismo che colpisce non soltanto i paesi della Regione, si estende perfino in Europa e in America.
Il regime iraniano per uscire dalle crisi voleva colpire, con l’esplosione terroristica il meeting del 30 giugno, della Resistenza Iraniana a Parigi. A marzo avevano pianificato un altro attacco terroristico simile contro la Resistenza Iraniana in Albania. Proprio in questi giorni due mercenari del regime iraniano che svolgevano attività di spionaggio e del terrorismo contro i Mojahedin del popolo in America sono stati arrestati. Nello stesso tempo è stata scoperta e bloccata una parte della macchina del terrorismo online del regime iraniano. L’obiettivo di questa nefasta rete era inquinare le corrette informazioni e pianificare gli atti terroristici; deve essere bloccata del tutto.
Le personalità politiche e i rappresentanti delle associazioni iraniane e i testimoni dell’eccidio dell’88 sono interventi in questa conferenza intercontinentale e hanno chiesto alla comunità internazionale di sostenere la rivolta del popolo iraniano per il cambio del regime e instaurare la libertà, e intraprendere una politica ferma contro la dittatura teocratica al potere in Iran. Questi hanno lanciato l’appello di condanna alla violazione dei Diritti Umani e del terrorismo del regime iraniano e hanno chiesto di processare i mandanti e gli esecutori dell’eccidio dell’88 che ora sono tra autorità più alte del regime dei mullà e tuttora partecipano alla repressione delle manifestazioni di protesta in Iran.

Consiglio nazionale della Resistenza Iraniana
25 agosto 2018

 

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