Parigi 4 agosto – (EFE) – Il Comitato Internazionale dei Giuristi (ICJ) ha esortato l'ONU ad intervenire con urgenza in Iran contro il regime degli ayatollah, che è responsabili dell'esecuzione di 33.000 oppositori politici durante una repressione nel 1988, per "fermare l'esecuzione di più persone innocenti."
Il presidente del Comitato che aiuta le vittime della repressione in Iran, William Bourdon, ha detto in una conferenza stampa a Parigi che questa è stata una tragedia. "Essi hanno ucciso coloro che semplicemente difendevano i loro ideali," a questa tendenza continua ancora oggi "nel silenzio assoluto da parte dei governi occidentali e della comunità internazionale."
L'obiettivo del comitato è l'attuazione della "giustizia internazionale nei casi di massacro" di migliaia di prigionieri politici nelle carceri iraniane che sono stati uccisi deliberatamente e sistematicamente.
Secondo gli organizzatori, oltre al presidente dell'ICJ, nella conferenza stampa hanno parlato "per la prima volta" anche alcune vittime della repressione del 1988, chiedendo al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite d'indagare e attuare la giustizia in questo caso.
La sorella di una delle persone morte in carcere ha detto che il corpo di un familiare, giustiziato nel 1988 dopo essere stato 5 anni dietro alle sbarre, "è ancora disperso."
In lacrime, ha detto che "gli autori di questo genocidio non sono ancora stati processati e che stanno facendo quello che gli pare e piace." Ci sono molte altre persone nella sua stessa condizione che soffrono per la scomparsa dei loro famigliari.
Un ex prigioniero, Mostafa, ha detto che c'erano inizialmente 12.000 persone in carcere con lui (arrestato a 17 anni), ma che ne sopravvissero solo 250.
"Durante gli undici anni di carcere che ho passato, non potevo ricevere le visite dei familiari o uscire su cauzione fino a quando sono stato rilasciato per una grave malattia," ha detto Mostafa. Ma ciٍ che ha fatto soffrire ancora di più Mostafa è che "i membri più vecchi del Comitato della Morte ora fanno parte del Governo dell'Iran."
Il dr.Rajavi, un'altra vittima della repressione, ha aggiunto che attualmente "c'è un gran numero di Iraniani condannati a morte per aver partecipato alle manifestazioni." Comunque, ha aggiunto il dottore, "l'ONU non è riuscito ad intervenire e non ha fatto nulla per prevenire un'altra catastrofe umanitaria."
Alla conferenza stampa è intervenuta anche Maryam Rajavi, la Presidente-eletta del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana (CNRI), il braccio politico dell'Organizzazione dei Mojahedin del Popolo Iraniano (PMOI), la quale ha detto in un video messaggio che "i governi occidentali hanno scelto di restare in silenzio per proteggere i loro interessi economici."
Per la signora Rajavi, che ha suggerito la messa in opera di un tribunale speciale che tratti questo caso di genocidio, "i poteri economici e politici hanno un certo grado di responsabilità per il massacro del 1988.
"Abbiamo bisogno di una reazione da parte della comunità internazionale."