Lo scorso 1 agosto, la televisione albanese “Top Channel” ha annunciato l’espulsione di due agenti iraniani dall’Albania dopo 72 ore di detenzione all’aeroporto di Rinas in un’operazione antiterrorismo.
Il rapporto sottolinea che all’aeroporto è stato chiesto ad Afshin Kalantari e Batool Soltani di tornare in Germania, da dove erano venuti, ma “si sono rifiutati di farlo e sono stati trattenuti all’aeroporto per 72 ore per poi venire rinviati in Germania”. Erano stati invitati dall’ASILA, un’associazione di facciata del Ministero dell’Intelligence e della Sicurezza (MOIS) del regime iraniano, apparentemente creata per aiutare gli iraniani che vivono in Albania.
Nella lettera di invito si leggeva che “Afshin Kalantari e Batool Soltani parteciperanno a una cerimonia del loro amico iraniano giunto in Albania dalla Germania”. Ma “non appena l’invito è stato presentato dall’associazione ASILA, inviata per aiutare gli iraniani che vivono in Albania, la polizia di frontiera ha informato la Direzione antiterrorismo della polizia del Paese”. La suddetta associazione è stata “indagata per legami con il regime iraniano e per azioni volte a danneggiare la sicurezza dei membri del MEK rifugiati in Albania”.
Top Channel aggiunge: “Due settimane fa, su ordine del procuratore della struttura anticorruzione e criminalità organizzata (SPAK), gli uffici di ASILA sono stati ispezionati dal Dipartimento investigativo nazionale (BKH)”.
Vale la pena ricordare che Afshin Kalantari e Batool Soltani sono agenti che si sono recati insieme in Iran il 15 gennaio 2008, dalla TIPF (The Temporary Internment and Protection Facility), una struttura di uscita sotto il controllo delle forze statunitensi ad Ashraf) previo coordinamento con il MOIS. In meno di tre settimane, Batool Soltani è tornato in Iraq dopo aver ottenuto un passaporto dal MOIS per svolgere una missione contro il MEK. Afshin Kalantari è stato reclutato dall’Associazione Nejat (un ramo del MOIS).
Il colonnello Leo McCloskey, uno degli ufficiali statunitensi responsabili della protezione di Ashraf dal 2008 al 2009, ha detto nel suo discorso del 24 marzo 2012, in occasione di un grande raduno a Parigi, a proposito di Batool Soltani considerata un agente della Forza Quds: “È andata in Iran da Ashraf. Uno o due mesi dopo la sua partenza, ho ricevuto una telefonata concitata nel cuore della notte da una delle nostre stazioni di polizia fuori Ashraf che mi diceva che la signora Soltani era tornata in Iraq con un passaporto iraniano. Mi ha raccontato, attraverso il mio interprete, che era stata riportata in Iran e che era stata costretta a tornare in Iraq per proteggere la sua famiglia. Ha detto di essere fuggita dai suoi rapitori a Baghdad e di voler tornare a Camp Ashraf. Poco dopo si è presentata ad Ashraf per protestare, dicendo che suo marito era tenuto prigioniero dalla gente di Ashraf. Ho intervistato personalmente suo marito, come ho intervistato migliaia di altre persone nel campo di Ashraf, insieme ai membri della famiglia. Lei era lì per volere della Forza Quds come agente del governo iraniano”.
La Resistenza iraniana ha annunciato in diverse lettere ai Ministri degli Interni dei Paesi dell’Unione Europea che il MOIS e la Forza terroristica “Quds” sono impegnati nell’esportazione di agenti in vari Paesi europei per diffamare con una campagna di demonizzazione, il MEK e per compiere attività di spionaggio in modo da spianare la strada al terrorismo del regime.
Una lettera del 16 aprile 2008, indirizzata al Ministro degli Interni tedesco, ha identificato diversi agenti del regime iraniano all’estero che operano sotto la maschera di “ex membri del MEK”. Si tratta di Gholamreza Sadeghi Jebeli (passaporto iraniano numero Z11029364), Batool Soltani Sedeh (passaporto iraniano numero T12816605 rilasciato a Isfahan il 4 febbraio 2008). Entrambi erano entrati all’aeroporto di Baghdad il 10 febbraio 2008.
La stessa lettera sottolineava che: “L’obiettivo del regime nel portare queste persone in Europa, oltre a diffamare l’opposizione del regime, in particolare il MEK, è lo spionaggio e il porre le basi per attività terroristiche contro di loro. Consentire il libero accesso e accogliere agli agenti del MOIS è una violazione della decisione del Consiglio dei Ministri dell’aprile 1997, riunitosi a Lussemburgo. Inoltre, la presenza di questi agenti mette in pericolo sia la sicurezza dei rifugiati iraniani sia la sicurezza e la pace in Europa… Si prendano le contromisure necessarie per impedire l’ingresso e il soggiorno di queste persone nei Paesi europei”.
Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana (NCRI)
Comitato per la Sicurezza e l’antiterrorismo
2 agosto 2022