Ali Khamenei ha nominato presidente Ebrahim Raisi, lo scagnozzo del 1988 e assassino dei Mojahedin del Popolo (OMPI/MEK), in circostanze in cui gli slogan “Morte al dittatore”, “Morte a Khamenei” e “Morte al principio del Velayat-e-Faqih” riecheggiavano da Ahvaz a Teheran, Tabriz, Mashhad e in tutto l’Iran. Questa è l’offerta finale di Khamenei per preservare il regime e ne segna la fine.
La presidenza di Ebrahim Raisi ha posto fine per sempre a qualsiasi illusione sulla moderazione o su una riforma in questo regime. Il travolgente boicottaggio delle elezioni farsa dello scorso giugno è il rovescio della medaglia delle rivolte dal 2017 fino ad oggi, e risponde al desiderio del popolo iraniano di rovesciare il regime. Questo è qualcosa che Khamenei sta cercando di prevenire con forza approfittando della pandemia di Coronavirus e dell’enorme numero di vittime.
Oggi, Khamenei e Raisi hanno ammesso lo stato esplosivo della società riconoscendo la povertà pervasiva, l’inflazione al 44%, un deficit di bilancio di 4.500.000 miliardi di rial e un aumento della liquidità del 680%. Hanno anche confessato ingiustizia diffusa e corruzione, ma hanno cercato di incolpare di tutto Hassan Rouhani e il suo gabinetto.
Agli occhi del popolo iraniano, tuttavia, tutti i leader del regime, in particolare Khamenei, Raisi e il capo della magistratura Gholam Hossein Mohseni Eje’i, devono essere assicurati alla giustizia per avere commesso genocidio e crimini contro l’umanità, e per quattro decenni di omicidi, saccheggio e distruzione dei beni e delle risorse della nazione.
La politica di condiscendenza con il fascismo religioso al potere in Iran non è più costruttiva né efficace. Né questo regime omicida né il mantenimento di relazioni con esso godono più di alcuna legittimità. La comunità internazionale e il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite devono sostenere il popolo e la resistenza iraniani e il loro desiderio di stabilire una repubblica democratica basata sul suffragio universale e sulla separazione tra religione e Stato.
Segretariato del Consiglio Nazionale della Resistenza dell’Iran (CNRI)
3 agosto 2021
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