
Se negli ultimi dieci anni non ci fosse stata una politica di appeasement e se le risoluzioni non fossero state sospese, non ci sarebbe stato bisogno della guerra
Venerdì si terrà un voto al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per riattivare le risoluzioni sulle sanzioni internazionali contro il regime iraniano. Su questo punto, Maryam Rajavi, Presidente eletta del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana, ha dichiarato: Ribadiamo che questo passo è tardivo ma estremamente urgente e necessario. Qualsiasi misura inferiore a questa significherebbe concedere al regime l’opportunità di portare avanti ulteriori esecuzioni e massacri, al fine di reprimere più brutalmente il popolo iraniano.
Il mondo sa che, se non fosse stato per i 133 dossier rivelati dalla Resistenza iraniana negli ultimi 34 anni — e in particolare per la rivelazione dei siti nucleari segreti di Natanz e Arak nell’agosto 2002 — la dittatura teocratica al potere in Iran si sarebbe già dotata di una bomba atomica, ponendo il mondo di fronte al fatto compiuto.
Ora, con il rifiuto delle proposte della Troika europea, è stato dimostrato che il regime dei mullah non ha rinunciato al suo progetto nucleare e che l’Europa non ha altra opzione se non lo “snapback”. In verità, se non ci fosse stato l’appeasement di un decennio fa e se le risoluzioni non fossero state sospese, non ci sarebbe stato bisogno della guerra.
Il 14 luglio 2015, a seguito del JCPOA (l’accordo nucleare), Maryam Rajavi dichiarò:
«Se i Paesi del P5+1 avessero agito con fermezza, il regime iraniano non avrebbe avuto altra scelta che un completo arretramento e l’abbandono permanente del suo progetto di armi nucleari, in particolare la rinuncia a ogni arricchimento e la chiusura totale dei suoi programmi per la costruzione della bomba… Anche adesso, il mondo deve insistere con determinazione sulla non ingerenza del regime e sulla sua estromissione dall’intera regione, e questa necessità deve essere sancita come principio fondamentale in qualsiasi accordo.»
Maryam Rajavi ha inoltre sottolineato: «I flussi di denaro che arrivano al regime devono essere posti sotto stretto controllo delle Nazioni Unite e utilizzati per soddisfare i bisogni urgenti del popolo iraniano, in particolare i salari esigui e non pagati di lavoratori, insegnanti e infermieri, e per garantire cibo e medicine alle masse.»
Segretariato del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana (CNRI)
18 settembre 2025
