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Iran: Straziante aumento del numero dei decessi a causa del COVID-19,  18600 morti in 242 citta’

Coronavirus outbreak in Iran, April 2020

Maryam Rajavi: La criminale decisione di Khamenei e Rouhani atta a riprendere le attivita’ lavorative provochera’ altre vittime

L’Organizzazione dei Mojahedin del Popolo Iraniano ha dichiarato oggi, Domenica 05.04.20, che il numero di vittime del Coronavirus i 18600 morti, con vittime in 242 città.
Di seguito il bilancio delle vittime in alcune delle località colpite: 240 nell’Azerbaijan Orientale, 390 nell’Azerbaijan Occidentale, 700 ad Alborz, 2350 a Teheran,70 in Ciar-Mahal Bakhtiari, 1450 nel Khorasan Razavi, 290 a Semnan, 1900 a Qom, 320 a Kerman, 580 a Kermanshah e 530 ad Hamedan., Questi dati si aggiungono a quelli provenienti dalle altre regioni.

I numeri si riferiscono a casi verificati e documentati uno ad uno in ogni città e regione da testimoni oculari, Nuclei di Rivolta, reporter dell’emittente televisiva della Resistenza (Simaye Azadi), simpatizzanti e sostenitori della Resistenza, e trasmessi alla rete sociale dei Mojahedin del Popolo, che a sua volta provvede a controllare e certificarne la provenienza. Naturalmente queste statistiche non comprendono la totalità dei decessi a livello nazionale, che sono di gran lunga superiori alle cifre riportate.

Il ministero della Sanità si limita ad emettere bollettini che forniscono il numero delle morti tra i pazienti positivi transitati per gli ospedali senza considerare i decessi avvenuti fuori dalle strutture sanitarie, specie quelli nelle zone rurali. Il modulo della constatazione del decesso viene formulato inserendo come causa del decesso “difficoltà respiratorie”, il nuovo alias dell’infezione da “Covid-19”. Numerosi documenti pervenuti dalla città di Qom certificano la morte di migliaia di persone. Queste informazioni sono in fase di ulteriori accertamenti.

Il portavoce del Ministero della Sanità ieri ha dichiarato “zona rossa” le segeunti regioni: Azerbaijan Orientale, Fars, Mazandaran, Isfahan e Khorasan-e-Razavi. Il portavoce ha oggi aggiunto che anche Teheran è considerata zona rossa: “Dal punto di vista della diffusione del Coronavirus nessuna regione è considerata zona bianca”. Mahmud Nuri, vice presidente del dipartimento per le terapie ospedaliere dell’Università di Scienze Mediche di Yazd ha parlato di “incremento del numero dei pazienti critici”, affermando che “97 di loro sono ricoverati in terapia intensiva”. Il direttore delle pubbliche relazioni dell’Università di Scienze Mediche di Tabriz ha diffuso la notizia della positività di 90 medici nella regione dell’Azerbaijan Orientale.
Ciononostante, Rohani, con la solita faccia da bronzo, ha annunciato: “Nel sud del paese abbiamo delle regioni bianche dove non ci sono problemi per le scuole [..]. Le regioni di Bushehr, Hormozgan e Sistan-e-Balucistan […]possono iniziare le loro attività”. Egli ha in particolare parlato della ripresa delle attività dei “negozianti di ogni genere” e delle “unità produttive non rischiose” a partire dal 13.04.20, aggiungendo che “la ripresa sarà graduale” e “gli uffici, dalla settimana prossima, inizieranno con due terzi dei dipendenti presenti ed un terzo assente”.
Il tutto mentre nei giorni scorsi il Ministro della Sanità e l’Ordine dei Medici e numerosi componenti del regime hanno lanciato un monito a non riprendere le attività economiche nè quelle d’ufficio. Ieri, il presidente del dipartimento per le terapie ospedaliere dell’Università di Scienze Mediche di Alborz ha dichiarato che se la popolazione si dovesse occupare della sua quotidianità “avremmo un’impennata della pandemia con gli ospedali colmi di positivi e non saremmo in grado di gestirli”, ipotizzando “1 milione di decessi”.

Allo stesso modo l’anagrafe ed il censimento nazionale, che sono parte del Ministero degli Interni, hanno dichiarato: “La collaborazione tra il Ministero della Sanità e quest’organo è interrotta fino a data da destinarsi perché le segnalazioni per il censimento delle cause del decesso non sono professionali e sono errate”. L’ente ha poi specificato che il Ministero “non ha rispettato gli accordi presi con l’anagrafe”. Questo è un’ulteriore sforzo del regime per nascondere il numero crescente di vittime e per non diffondere il dato reale.

Nonostante le divergenze tra i ministeri, Rohani ha dichiarato: “Non c’è nessuna diversità di veduta tra gli organi del governo. Al contrario dei nemici e dei controrivoluzionari, che invitano la popolazione a scegliere tra la salute e l’attività economica, si possono adottare i protocolli sanitari riprendendo l’attività economica[…]. Non ci sono divergenze tra il Ministero della Sanità e quello dell’Industria ed altri dicasteri”.

Rohani, riferendosi indirettamente alla documentazione diffusa dalla Resistenza Iraniana, ha comunicato: “Qualche pezzo di carta viene trovato da qualche parte, qualche birichino lo passa ai mass media all’estero, e loro lo ingigantiscono”.

La Sig.ra Maryam Rajavi, a questo proposito, ha dichiarato: “La paura ha pervaso l’intero regime.” La Presidente ha ribadito: “La criminale decisione di Khamenei e Rohani per far tornare la gente a lavorare produrrà numerosi vittime, La ricetta di Rohani per far riprendere “le attività dei negozianti” e “le attività economiche” mette in pericolo la vita di decine di milioni degli iraniani. Il regime clericale, ignorando gli standard internazionali, anziché garantire i bisogni fondamentali della popolazione attingendo ai fondi in possesso delle vere e proprie holding controllate da Khamenei e dai Pasdaran, li manda al massacro. L’Incompetenza e l’appropriazione indebita delle risorse del paese da parte del fascismo religioso aumenta ogni giorno il divario enorme tra i ceti sociali.”

Segretariato del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana

05/04/2020

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