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Iran: il fascismo religioso ha fatto un passo avanti nelle sue misure barbare

— Misure senza precedenti : esecuzioni, omicidi di prigionieri politici, amputazioni degli arti dei prigionieri, uccisioni di detenuti feriti
— La signora Maryam Rajavi chiede al Segretario Generale delle Nazioni Unite e al Consiglio di sicurezza, nonché di altri organismi internazionali di condannare la barbarie del regime iraniano
 

ImageCNRI, 20 gennaio  – La signora Maryam Rajavi, presidente eletto della Resistenza iraniana, invita il Segretario Generale delle Nazioni Unite, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, e l’Alto Commissariato ONU per i Diritti Umani ad adottare misure urgenti per fermare la barbarie senza precedenti, e le violazioni dei diritti umani da parte del regime dei Mullah verificatesi nelle ultime settimane.

Nelle prime tre settimane del nuovo anno, il regime iraniano ha giustiziato almeno 23 prigionieri, ha ucciso uno studente dissidente nel nord-ovest della città di Sanandaj, eseguito un altro prigioniero ferito direttamente dalla barella nella città settentrionale di Khoy, ha amputato gli arti di cinque prigionieri nella di Zahedan a sud est, ha condannato due adolescenti a essere gettati in un sacco da una rupe nella città meridionale di Shiraz, ha affermato. Inoltre, è impegnata in centinaia di altri terribili crimini per paura di sollevazioni popolari di persone che vivono in condizioni miserabili: la povertà, l’innalzamento dei prezzi alle stelle, la corruzione e la repressione governativa, ha aggiunto la sig.ra Rajavi.

Una nuova ondata di repressione e di barbarie attuata dai religiosi al potere, tra le manifestazioni studentesche, le proteste popolari per la mancanza di gas per il riscaldamento e la morte di molti cittadini lo scorso dicembre, ha provocato molti guai ai mullah

Il 2 gennaio undici prigionieri sono stati impiccati a Teheran e nella città santa di Qom, il 7 gennaio, cinque altri sono stati mandati al patibolo nel sud-est della città di Zahedan, e il 10 gennaio, sette prigionieri sono stati impiccati in tre città a Birjand nell’ Est,a Tonekabon nel nord e nel sud a Jahrom Iran.

Il 6 gennaio, Ibrahim Lotfollahi, uno studente universitario di 27 anni di Sannandaj è stato assassinato sotto tortura dagli agenti locali del Ministero dell’ Intelligence e della Sicurezza (MOIS), mentre era in custodia. Tuttavia, l’ufficio locale del MOIS a Sanandaj ha detto alla famiglia di Lotfollahi che il figlio si è suicidato in carcere il 15 gennaio. Temendo la reazione della gente, gli agenti del MOIS hanno sepolto il ragazzo senza lasciare che i suoi genitori vedessero il suo cadavere.

I membri del Corpo della Guardia Rivoluzionaria Islamica (IRGC), hanno arrestato e poi giustiziato Mr Hasan Hikmet Demir, un curdo iraniano, ha affermato il giornale Asu. È stato ferito nel corso del suo arresto è stato giustiziato direttamente dalla barella.

Il 6 gennaio, il regime dei mullah ha amputato la mano destra e il piede sinistro di cinque prigionieri nella capitale provinciale di Zahedan. Erano  stati accusati di aver preso parte ai recenti disordini nella provincia del Sistan e del Baluchistan a sudest. Le vittime sono state identificate come MA Jalali, AB Rigi, Rigi A., AR Roudini e D. Pahlevan.

Il 3 gennaio, la magistratura dei mullah ha annunciato l’esecuzione di due giovani identificati come Tayeb e Yazdan. I giovani sono stati condannati ad essere chiusi in un sacco e buttati da una rupe nella città meridionale di Shiraz.
La Sig.ra Rajavi ha nuovamente ribadito l’urgenza del deferimento del dossier sui diritti umani del regime dei mullah al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite affinché venga intrapresa qualche azione. Ha chiesto di imporre sanzioni complete sul regime sanguinario dei mullah.

Il Presidente eletto della resistenza iraniana ha affermato che porre fine al silenzio e all’ inerzia di fronte alla nuova ondata di esecuzioni arbitrarie del regime, al suo atteggiamento spregiudicato nel Golfo Persico, la sua ingerenza in Iraq e in Afghanistan e il suo comportamento guerrafondaio in Libano e in Palestina come pure il miglioramento dei suoi progetti nucleari per accelerare l’acquisizione di armi nucleari, è una prova cruciale per la comunità internazionale, in difesa dei diritti umani, della pace, e della lotta contro il terrorismo.
  
Segretariato del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana
20 gennaio 2008

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