e bloccano l'ingresso dei beni essenziali
Per mano dell'ordinanza del Comitato di servizi di repressione del Primo Ministro iracheno, le forze irachene continuano il loro disumano impedimento di accesso al campo di Ashraf di molti beni di prima necessità acquistati dai residenti.
Ieri, le forze irachene hanno impedito l'ingresso di un container e sono stati costretti a far ritorno. Trasportavano merci acquistate dai residenti di Ashraf, come piatti, vestiti, scarpe, ferri da stiro, tavoli, sedie e insetticidi.
Nelle attuali condizioni in cui versa l'Iraq, l'insetticida è decisivo contro le invasioni di parassiti. Dai 20 mesi successivi alla repressione messa in atto dal comitato, è stato negato l'ingresso ad Ashraf. Per questo motivo, scorpioni, termiti, ratti e serpenti sono diventati un flagello. Le termiti attaccano le fondamenta di edifici e alberi, tra cui alcuni già ceduti. Prima del blocco, ogni anno, i residenti di Ashraf hanno disinfestato almeno quattro edifici ed alberi.
In un altro provvedimento repressivo e disumano, sempre su ordine del Comitato di repressione, le forze irachene hanno impedito ai due interpreti di Ashraf ad accompagnare i pazienti in un ospedale all'esterno del campo la mattina del 15 settembre. Senza un traduttore, i due pazienti con gravi problemi renali che avevano un appuntamento già concordato anticipatamente con uno specialista, hanno dovuto annullare la visita. L'intero iter era già concordato giorni prima con le forze irachene.
L'indebolimento del comitato di applicazione della legge per impedire ai residenti di Ashraf, infermieri e traduttori e a molti pazienti, di recarsi negli ospedali al di fuori del campo di Ashraf. La loro salute peggiora e ne aggrava lo stato. Se codesti fossero stati curati dal sorgere della malattia sarebbero stati già completamente guariti.
Queste misure repressive fanno parte del disumano blocco imposto, su richiesta del regime iraniano dall'inizio del 2009, dopo il trasferimento della protezione di Ashraf alle forze irachene. Questo blocco è una violazione flagrante delle leggi e convenzioni internazionali ed è considerato un crimine contro l'umanità.
La resistenza iraniana chiede al rappresentate del Segretario generale delle Nazioni Unite in Iraq, al Consiglio di Sicurezza e all'Alto Commissario per i diritti umani, l'ambasciatore degli Stati Uniti e il comandante delle forze militari americane in Iraq ed a tutte le organizzazioni dei diritti umani a condannare queste misure repressive del regime e ad adottare urgenti misure contro il disumano blocco ad Ashraf.
Segretariato del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana
16 settembre 2010