Ebrahim Raisi, scagnozzo del massacro del 1988, uccisore di membri e simpatizzanti del MEK, uno dei peggiori criminali contro l’umanità
Generale di brigata dell’IRGC Ali Larijani, architetto della censura e della repressione, criminale di guerra e responsabile dell’istituzionalizzazione di crimine e saccheggio
Spettacolo elettorale – Numero 2
I candidati per le elezioni presidenziali farsa del regime iraniano, come lo scagnozzo Ebrahim Raisi, il generale di brigata dell’IRGC Ali Larijani, Es’haq Jahangiri, Saeed Jalili e una mezza dozzina di comandanti delle Guardie Rivoluzionarie hanno svolto ruoli di primo piano in uccisioni, crimini contro l’umanità, bellicismo e crimini di guerra, repressione, censura, terrorismo e saccheggio negli ultimi 40 anni.
Ebrahim Raisi è lo scagnozzo del massacro del 1988, l’uccisore di membri dei Mujahedin-e Khalq (MEK/OMPI) e uno dei peggiori criminali contro l’umanità. Raisi fu nominato assistente procuratore dell’Ufficio della Procura Rivoluzionaria di Karaj nel 1980, all’età di 19 anni. L’anno seguente, sotto la supervisione del clerico Ali Quddusi, il Procuratore Generale del regime, Raisi fu nominato procuratore di Karaj, e poco tempo dopo procuratore di Hamedan. Nel 1985, per il suo ruolo attivo nella repressione e nell’uccisione di membri e sostenitori del MEK, fu nominato vice di Ali Razini, il famigerato procuratore della Corte Rivoluzionaria di Teheran, e svolse l’incarico di direttore della divisione che si occupava dei gruppi di opposizione. Nel luglio 1988, all’età di 28 anni, Raisi fu nominato da Khomeini membro della ‘Commissione della Morte’ di Teheran che condusse il massacro del 1988 di migliaia di prigionieri politici sulla base della fatwa di Khomeini.
In una registrazione audio del 15 agosto 1988, diffusa nell’ottobre 2016, Hossein Ali Montazeri, allora successore designato di Khomeini, criticò il ruolo di Raisi fra altri. Montazeri disse: “Era l’inizio del mese di Muharram [il primo mese del calendario islamico, che è uno dei quattro mesi sacri dell’anno in cui guerra e uccisioni sono proibite]; convocai il signor [Hossein Ali] Nayyeri [il giudice della sharia], il signor [Morteza] Eshraghi [il pubblico ministero], il signor [Ebrahim] Raisi [l’allora vice procuratore] e il signor [Mostafa] Pourmohammadi [rappresentante del Ministero dell’Intelligence] e dissi loro: ‘Ora è Muharram, almeno fermate le esecuzioni… Il più grande crimine nella Repubblica Islamica, per il quale la storia ci condannerà, è stato commesso da voi’”.
Secondo il rapporto dell’agenzia di stampa Tasnim del 9 marzo 2019, Khomeini scrisse in un decreto il 1° gennaio 1989: “Vostra Eccellenza [Nayyeri] e il signor Raisi avrete una missione giudiziaria per esaminare i rapporti delle città di Semnan, Sirjan, Eslamabad e Dorud. E indipendentemente dalle complicazioni amministrative, attuerete con attenzione e rapidamente ciò che è il comando di Dio in questi casi”. In una lettera al Consiglio Giudiziario Supremo del 21 gennaio 1989, Khomeini scrisse: “Tutti i casi su cui il Consiglio è rimasto sorprendentemente inattivo, ritardando l’esecuzione del giudizio di Dio, devono essere affidati a Nayyeri e Raisi perché sia eseguito il comando di Dio appena possibile. Un ulteriore ritardo non è consentito.” (Portale di Khomeini).
Nel 2004, durante il mandato di Mahmoud Hashemi Shahroudi come capo della magistratura, Raisi fu nominato suo primo vice e capo dell’Organizzazione di Ispezione Generale. Ricoprì questa posizione fino al 2014 durante il primo mandato di Sadegh Amoli Larijani come capo della magistratura. Nel 2014 divenne il Procuratore Generale del regime. Nel marzo 2016, Khamenei lo ha nominato custode e presidente di Astan-e Quds Razavi, uno dei maggiori conglomerati finanziari e fondi del regime, con varie partecipazioni. Astan-e Quds Razavi è una delle principali entità coinvolte nella spoliazione e nel saccheggio astronomico delle ricchezze e delle risorse del popolo iraniano. Khamenei ha nominato Raisi capo della magistratura nel marzo 2019.
All’indomani delle rivolte del 2009 in Iran, in un’intervista alla televisione statale il 27 dicembre 2009, Raisi definì tutti i manifestanti “Mohareb” (“nemici di Dio”) che meritano di essere giustiziati, e disse: “Nel caso dell’organizzazione dei Monafeqin [‘ipocriti’ – nome peggiorativo usato dal regime per il MEK], chiunque aiuti l’organizzazione dei Monafeqin in qualsiasi modo e in qualsiasi circostanza, poiché si tratta di un movimento organizzato, deve essere considerato Moharebeh”. Gli Stati Uniti e l’UE hanno sanzionato Raisi per il suo ruolo nelle esecuzioni, nelle violazioni dei diritti umani e nel massacro di prigionieri politici.
Il generale di brigata dell’IRGC Ali Larijani stabilì censura e repressione alla radio e alla televisione statali fin dall’inizio del potere dei mullah. All’inizio degli anni ‘80 entrò ufficialmente a far parte delle Guardie Rivoluzionarie; servì come vice comandante in capo dell’IRGC e vice capo di stato maggiore e fu attivamente coinvolto nell’invio di bambini sui campi minati e in altri crimini di guerra. Durante la presidenza di Rafsanjani fu ministro della Cultura e dell’Orientamento e successivamente, nel 1994, Khamenei lo nominò capo dell’Organizzazione per la Radio e la Televisione di Stato.
Larijani ha rappresentato a lungo Khamenei nel Consiglio Supremo di Sicurezza del regime ed è stato suo segretario dal 2005 all’ottobre 2007, svolgendo un ruolo attivo nell’ingannare la comunità internazionale sul programma di armi nucleari del regime. Dal giugno 2008, per 12 anni come presidente del ‘parlamento’ del regime, ha legalizzato e istituzionalizzato crimini e saccheggi.
Il generale di brigata dell’IRGC Jafari Sahraroudi, uno dei più stretti consiglieri di Larijani, assassinò Abdolrahman Ghassemlou (segretario generale del Partito Democratico del Kurdistan iraniano) a Vienna nel 1989. Sahraroudi fu ferito e arrestato, ma fu restituito all’Iran dal governo austriaco. Larijani e i suoi fratelli, che hanno ricoperto posizioni di vertice statale negli ultimi 40 anni, sono stati coinvolti in massicci saccheggi e appropriazioni indebite.
Segretariato del Consiglio Nazionale della Resistenza dell’Iran (CNRI)
15 maggio 2021