Il Comitato delle donne del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana condanna con fermezza la fustigazione di Roya Heshmati con l’accusa pretestuosa di non aver indossato il velo e la condanna di Farzaneh Barzekar, madre del manifestante ucciso Erfan Rezaii, a 24 mesi di reclusione.
Il Comitato delle donne del CNRI si appella alle Nazioni Unite e agli organismi internazionali che si battono per i diritti umani e per i diritti delle donne affinché prendano una posizione decisa contro il regime misogino dei mullah e le loro pene disumane.
La magistratura dei mullah ha tentato di giustificare le sue pratiche disumane accusando Roya Heshmati di aver presumibilmente promosso e sanzionato attività illegali (“ebahegari”) e di essersi impegnata in “azioni organizzate in cambio della ricezione di denaro dall’estero”.
L’agenzia di stampa della magistratura, Mizan, ha dichiarato il 6 gennaio 2024: “Il verdetto è stato eseguito secondo la legge e la sacra Sharia. Le aree specifiche (per la punizione mediante fustigazione) sono state chiaramente specificate nella legge e nel verdetto”.
Roya Heshmati, 33 anni, è stata condannata a 74 frustate e a una multa di 1,25 milioni di tomani.
In un altro ingiusto verdetto emesso dal Tribunale rivoluzionario dei mullah ad Amol, Farzaneh Barzekar, madre del manifestante ucciso nel 2022 Erfan Rezaii, è stata condannata a 24 mesi di carcere. Le accuse contro di lei includono “insulti” rivolti ad Ali Khamenei, leader dei mullah, e diffusione di “propaganda contro lo Stato”.
Il Comitato donne del CNRI esorta le autorità internazionali competenti, tra cui l’UNSR sui diritti umani in Iran e l’UNSR sulla violenza contro le donne e le ragazze, a condannare con forza le sentenze disumane e anti-islamiche emesse dalla dittatura religiosa e misogina dei mullah. Inoltre, il regime clericale deve essere espulso da tutte le agenzie per i diritti umani delle Nazioni Unite.
Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana – Comitato delle Donne
7 Gennaio 2024