La Commissione delle Donne del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana chiede a tutti gli organismi internazionali e alle organizzazione in difesa dei diritti umani, in particolare all’Inviato Speciale sulle esecuziioni e all’Inviato Speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani in Iran, nonché a tutti gli organismi che difendono i diritti delle donne, di intraprendere un’azione urgente perché venga revocata la condanna a morte per Rayhaneh Jabbari, 26 anni.
Rayhaneh Jabbari, arredatrice, è in prigione da sette anni, da quando ha usato un’arma bianca per difendersi da un agente dell’intelligence. Attirandola in una trappola, questo agente dell’intelligence voleva violentare Rayhaneh, che è stata costretta a difendersi. Nella colluttazione l’agente è rimaso ucciso. Gli aguzzini del regime teocratico hanno inflitto a Rayhaneh torture selvagge per strapparle una confessione.
Sarvenaz Chitsaz, Presidente della Commissione delle Donne del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana, ha dichiarato che le ragazze e le giovani donne iraniane, che subiscono una discriminazione istituzionalizzata ed una duplice repressione, non sono al sicuro dagli attacchi dei brutali mullah e degli agenti dell’intelligence del regime. La conferma della condanna a morte di questa giovane donna serve ad intensificare l’atmosfera di terrore nella società ed in particolare a terrorizzare le ragazze e le donne che non intendono soccombere a questi atti brutali e alla repressione di questo regime disumano e misogino in ogni modo possibile.
Commissione delle Donne del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana
29 Marzo 2014