
1.135 esecuzioni nei primi sette mesi dell’anno persiano 1404, un aumento del 110% rispetto all’anno scorso, tra cui 36 donne e 6 minorenni
Maryam Rajavi: “Queste brutali esecuzioni feriscono la coscienza dell’umanità. Khamenei cerca di impedire una rivolta con questi crimini, ma questo strumento ha perso il suo potere deterrente di un tempo.”
Nel mese persiano di Mehr (23 settembre – 22 ottobre 2025), il fascismo religioso al potere in Iran ha stabilito un record senza precedenti in 36 anni, giustiziando almeno 280 prigionieri, uno ogni due ore e mezza. Questa cifra è quasi il doppio rispetto allo stesso periodo del 2024 (152 esecuzioni), tre volte e mezzo quella del 2023 (81 esecuzioni) e sette volte e mezzo quella del 2022 (36 esecuzioni).
Il numero totale di esecuzioni nei primi sette mesi dell’attuale anno persiano, il 1404 (dal 21 marzo al 22 ottobre 2025), ha così raggiunto quota 1.135. Tra queste vi sono 36 donne e sei minorenni, che avevano meno di 18 anni al momento dei presunti reati. Il numero di esecuzioni nei primi sette mesi di quest’anno mostra un aumento del 110% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso (542 esecuzioni).
Mercoledì, ultimo giorno di Mehr (22 ottobre), le autorità del regime hanno impiccato almeno 15 prigionieri, tra cui una donna. Le vittime includono Nourmohammad Shamloo a Esfarayen, Vahid Selahshour a Gorgan, Khosro Vafadar (34 anni) a Qom, Mansour Irani (35 anni), un prigioniero di nome Shahab e un altro a Ghezel Hesar, Ebrahim Azizi a Birjand, Saman Talebi, Habib Haghshenas, Abdolreza Gholami (29 anni), Saeedeh Khodadadi e Bashir a Isfahan, Sasan Lorestani a Kermanshah e Nader Abdi e Alireza Keshavarz a Shiraz.
Martedì 21 ottobre, altri 11 prigionieri sono stati giustiziati, tra cui Abolfazl Taremi a Zanjan e Azim Dastavar a Yazd. I nomi delle altre vittime erano già stati resi noti in precedenti comunicati.
La signora Maryam Rajavi, Presidente eletta del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana (CNRI), ha dichiarato:
“L’entità di queste esecuzioni criminali, soprattutto nel XXI secolo, quando la maggior parte dei Paesi ha abolito la pena di morte, ferisce la coscienza dell’umanità contemporanea. Con questo spargimento di sangue senza precedenti e la creazione di un clima di terrore, Khamenei cerca invano di impedire la formazione di una rivolta popolare. Tuttavia, lo sciopero della fame di una settimana di 1.500 prigionieri nel braccio della morte dell’Unità 2 di Ghezel Hesar ha dimostrato che questo strumento è giunto al capolinea e non possiede più la forza deterrente di un tempo.”
Il silenzio e l’inazione di fronte agli assassini del popolo iraniano alimentano terrorismo, repressione e bellicismo. Il regime delle esecuzioni e del terrore deve essere isolato dalla comunità internazionale, e il dossier dei suoi crimini deferito al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. La comunità internazionale deve riconoscere il diritto del popolo iraniano a lottare contro questo regime medievale e sostenere la sua resistenza per la libertà, la giustizia e la democrazia. Khamenei e gli altri leader del regime devono essere processati per crimini contro l’umanità e genocidio.
Segretariato del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana (CNRI)
24 ottobre 2025
