venerdì, Marzo 29, 2024
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Zamparutti: Io non ho visto una reazione di fronte a questo attacco davvero spropositato, 2500 militari iracheni che hanno attaccato 3500 persone tra cui 1000 donne assolutamente disarmate

Il discorso dell’On.Elisabetta Zamparutti alla conferenza sul campo Ashraf alla camera dei deputati

Voglio ringraziare la presidente Maryam Rajavi per essere qui in Italia con noi perché spero  che le nostre iniziative possano dare forza alla sua battagli, alla sua lotta, ma la voglio ringraziare anche perché la sua tenacia, la sua fermezza la durata in questa lotta che da forza anche a noi.
Io penso che ci sia un legame diretto tra quelle rivolte che ci sono state nell’arco delle elezioni del 2009 in Iran, quando chi scendeva in piazza metteva in forte , criticava fortemente  la convergenza tra il potere religioso e quello del governo dell’Iran e ci sia un forte legame, quindi tra quei movimenti che poi hanno visto una continuità, definita la primavera araba e la persecuzione da parte del regime iraniano sempre più dura, sempre più forte, sempre più crudele del vostro movimento a partire da quell’attacco che avete dovuto subire a campo Ashraf l’8 aprile. Io penso e l’hanno detto gli amici americani che sono intervenuti, che ci siano un legame in fondo tra quello che e la comunità internazionale ha vissuto in quelle tragedie che hanno colpito Ruanda, Serbia. Certo vanno fatte le debite proporzioni, ma c’è a mio avviso un dato di drammatica  continuità, per il silenzio, per la mancanza di azioni immediate da parte dell’occidente , da parte delle cosi dette democrazie  di fronte a fatti cosi gravi, nonostante le prese di posizione gli impegni presi ad intervenire e a dire” mai più”.
 Io non ho visto una reazione di  fronte a questo attacco davvero spropositato, persone armate, 2500 militari iracheni che hanno attaccato delle persone, 3500 persone tra cui 1000 donne assolutamente disarmate .

Questo è qualche cosa di inaudito e ripeto ancora più grave il silenzio l’inazione che è stata da parte del nostro mondo cosi detto democratico.
Noi indubbiamente ci siamo mobilitati come parlamentari come deputati, come senatori aderendo a quest’appello che chiede un intervento delle Nazioni Unite, di stanza in Iraq, con il sostegno degli Stati Uniti e dell’Unione Europea. Ma alla camera  dei deputati lo voglio ricordare inizierà proprio domani  la discussione.  Noi abbiamo incardinato in commissione esteri una risoluzione per cercare di impegnare in maniera quanto più possibile puntuale e precisa il nostro Governo ad assicurare concretamente quello che state chiedendo. Ma poniamo anche la questione che giustamente avete sollevato, relativa al fatto che i residenti di Ashraf non devono essere spostati in altri luoghi dell’Iraq come sta annunciando da tempo di voler fare Nuri Al Maliki, come ha detto di voler sostenere l’ambasciatore americano in Iraq. Io mi auguro che questa dichiarazione sia rivista, sia ritirata, perché assolutamente contrario al diritto internazionale il procedere in questa maniera.  Io penso che sia importante  continuare a sostenere la vostra lotta, per me  molto spesso, lo dico sempre, parliamo dell’ Iran  perché c’è la minaccia del ricorso all’arma atomica e quindi lo vediamo come una minaccia alla nostra sicurezza, ma io vorrei che comprendessimo che fintanto l’Iran è una minaccia per il suo popolo , per le sue cittadine, per i suoi cittadini, che costantemente violenta, violando i diritti umani fondamentali dei cittadini e delle cittadine iraniane trattando come tratta voi che siete un movimento d’opposizione al regime iraniano.

Ecco io penso che questo sia la vera minaccia alla nostra sicurezza di cittadini, che appunto dicono di vivere in un paese democratico, e quindi la nostra battaglia per la democrazia e il nostro impegno per il rafforzamento della democrazia nel nostro mondo passa per la tutela, per la garanzia d’uno sviluppo, d’un progresso democratico in Iran che necessariamente vuole che ad Ashraf siano assicurati diritti umani fondamentali, a partire innanzitutto dalla fine del blocco militare che ancora permane a campo Ashraf, la possibilità di accesso di cure mediche a centinaia di persone ferite che stanno morendo, giorno dopo giorno,e poi una soluzione definitiva per il destino dei residenti del campo di Ashraf. Credo che i punti per una battaglia comune siano molti e davvero ringrazio ancora la signora Maryam Rajavi per darci forza  e mi auguro che anche l’esito  del dibattito parlamentare che ci sarà ripeto a partire da domani, che probabilmente porterà ad un voto la prossima settimana possa essere d’aiuto, su questo il nostro impegno mio e di Carlo Ciccioli, tutti colleghi parlamentari che sono presenti.
grazie
 

 

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