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La Corte Europea di Giustizia respinge il provvedimento francese contro la delibera in favore dell’OMPI, e condanna la Francia a pagare i costi giudiziarî dell’OMPI stesso

La Francia è stato il solo membro dell’UE ad essersi appellata alla decisione del 2008
 
CNRI – Durante la mattinata del 21 dicembre 2011, i tredici giudici della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, hanno respinto la richiesta di provvedimento presentata dal governo francese, contro la delibera del 4 dicembre 2008 della CEG, che sopprimeva l’etichetta di “terrorista” affibbiata all’Organizzazione dei Mujaheddin del Popolo Iraniano. La Corte conferma così la delibera del tribunale che ha richiesto la cancellazione dell’OMPI dalla lista europea delle organizzazioni terroriste. La CEG ha respinto l’insieme degli argomenti presentati dal governo francese che giustificavano il suo provvedimento, considerandone l’infondatezza.
 
La Francia è il solo membro dell’UE ad aver richiesto un provvedimento, ma il Consiglio dei Ministri dell’UE ha annullato l’iscrizione dell’OMPI dalla propria lista nera il 26 luglio 2009. L’avvocato generale aveva così richiesto, il 14 luglio scorso, di respingere il provvedimento francese.
 
Il tribunale dell’UE aveva considerato che il fascicolo d’indagine, aperto in Francia nel 2001 contro persone sospettate di appartenere all’OMPI, non era sufficientemente fondato per giustificare l’iscrizione dell’OMPI sulla lista nera. Il provvedimento francese si appoggiava sul fascicolo giuridico aperto nel 2001 a suo carico. Respingendo il provvedimento francese, la CEG, conferma il parere del tribunale.
 
Maryam Rajavi, Presidente eletta della Resistenza Iraniana, si è felicitata per la decisione dei giudici della CEG. La sua considerazione è che questa decisione dimostra una volta di più che l’etichetta di “terrorismo” e le altre accuse rivolte contro la Resistenza iraniana, non sono stimolate altro che dalla compiacenza e dalla sottomissione al fascismo religioso al potere in Iran. È quando un tribunale indipendente stronca le accuse in maniera radicale, che tutte queste accuse e le etichette si annullano, avvalorando così la legittimità e il giusto diritto della Resistenza iraniana. Questa verità è stata messa alla prova, in tutti questi ultimi anni, da decine di tribunali  negli Stati Uniti, in Francia, in Gran Bretagna, in Germania, in Svizzera così come alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea.
 
Maryam Rajavi ha aggiunto che queste etichette sono volte unicamente a giustificare la repressione e i massacri, o a difendere degli interessi economici meschini. Allo stesso modo, oggi, alcune parti, sul piano internazionale, accusano l’OMPI o la direzione del Campo di Ashraf di non avanzare nei negoziati sul trasferimento dei residenti di Ashraf verso Campo Liberty, nei pressi dell’aeroporto di Baghdad. Un’ulteriore menzogna il cui scopo è quello di giustificare l’inazione degli Stati Uniti e di altre parti responsabili di massacri, torture psicologiche ed embarghi criminali imposti agli abitanti del campo.
 
Ha aggiunto inoltre: L’iscrizione dell’OMPI sulle liste nere in Europa e negli Stati Uniti, ha rappresentato la più abbietta posizione di compiacenza dei governi occidentali verso la dittatura religiosa. Questo è stato l’esito della vergognosa collaborazione di questi Paesi con la repressione del popolo iraniano. Con questa decisione della Corte, la Giustizia e l’Equità si smarcano da tutte queste ingiustizie e macchinazioni.
 
Maryam Rajavi ha ricordato che: dopo che si sono tenuti una ventina di processi in favore della Resistenza iraniana, è giunto il momento in cui i governi occidentali abbandonino la loro politica stantìa, e si congiungano con gli eletti delle loro nazioni, ascoltino le decisioni della giustizia ed ammettano infine che la pace e la sicurezza nel mondo, di fronte alla minaccia fatta pesare dal regime dei mullah, passino per l’instaurazione della libertà, della democrazia e dei diritti dell’uomo in Iran. Ha poi aggiunto che: Il governo degli Stati Uniti dovrebbe cancellare questa ingiustificata iscrizione, il cui prezzo è il sangue versato degli abitanti di Ashraf, insieme ad una carta bianca consegnata alla dittatura in loco per la repressione della lotta del popolo iraniano.
 
Il governo francese voleva dunque salvare da una fine rovinosa il vergognoso fascicolo del 17 giugno 2003; fascicolo che aveva aperto alla richiesta del regime dei mullah sotto il pretesto dell’iscrizione dell’OMPI sulla lista delle organizzazioni terroriste. Questo è il motivo per il quale Parigi ha compiuto ogni sforzo per utilizzare questo stesso fascicolo per mantenere l’OMPI su questa lista.
 
I giudici antiterroristici hanno bloccato, da parte loro, questo fascicolo, pronunciando, lo scorso 11 maggio, un’ordinanza di non-luogo a procedere per le accuse di terrorismo e di finanziamento di attività terroriste in favore dei membri e dei simpatizzanti della Resistenza iraniana, stimando che nelle attività del movimento non si rilevavano attività di tipo terrorista, ma di “resistenza alla tirannìa”. In questo modo, i giudici antiterroristici francesi hanno distrutto il solo argomento avanzato dal governo francese.

 Segretariato del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana
22 dicembre 2011

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