Mohammad Mohaddessin, Presidente della Commissione Affari Esteri del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana
In un webinar 25 Marzo: Mohammad Mohaddessin, Presidente della Commissione Affari Esteri del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana (CNRI), ha affrontato le cause della diffusione del coronavirus in Iran, la censura del regime iraniano, la cattiva gestione e la politicizzazione della questione per cercare di ottenere una riduzione delle sanzioni internazionali. Ha anche fatto riferimento al crescente numero di vittime, che secondo l’Organizzazione dei Mojahedin del Popolo Iraniano (OMPI, Mujahedin-e Khalq o MEK) hanno superato le 11.000.
Il testo completo delle osservazioni di Mohammad Mohaddessin
Signore e signori,
il mondo sta affrontando la crisi del Coronavirus. La situazione in Iran è diversa sotto molti aspetti, è allarmante, catastrofica e peggiora di giorno in giorno. Per noi iraniani, questo è un problema umanitario urgente poiché tante persone del nostro popolo di tutte le età e in tutto l’Iran stanno morendo alla luce del sole. È necessaria un’azione internazionale urgente.
Nelle ultime tre settimane, l’Organizzazione dei Mojahedin del Popolo Iraniano o OMPI / MEK ha fornito gli ultimi dati sulle vittime del Coronavirus in Iran. Fino al pomeriggio del 25 marzo, il Coronavirus ha preso le vite di oltre 11.500 persone in 222 città dell’Iran.
Le informazioni sul bilancio delle vittime provincia per provincia e città per città sono ottenute da ospedali, centri medici, personale sanitario, obitori, camere mortuarie e da rapporti interni delle autorità iraniane.
Consentitemi di fornire alcune delle cifre provincia per provincia.
Il bilancio delle vittime del Coronavirus in Iran secondo fonti MEK OMPI è di 11.500.
Rapporti da Qom mostrano che ogni giorno 60-70 persone muoiono di Coronavirus e che gli obitori non possono più accoglierli.
Anche la situazione nel cimitero Behesht-e Zahra di Teheran è terribile. Secondo resoconti di testimoni oculari, almeno 1.250 vittime sono state sepolte nel cimitero di Behesht-e-Zahra fino al 18 marzo. Di recente è stato firmato un contratto per scavare 10.000 tombe extra nel cimitero.
Numerose vittime del Coronavirus sono state sepolte ufficialmente per altre cause. Secondo resoconti di testimoni oculari, diversi lavoratori dell’obitorio, tra cui cinque donne, che lavoravano in sezioni non designate per le vittime del Coronavirus, sono stati infettati dal virus.
Un altro indicatore della portata della catastrofe è la morte di oltre 100 funzionari del regime, tra cui più di venti clerici di alto livello come rappresentanti e consiglieri di Khamenei, almeno dieci comandanti dell’IRGC tra i quali il generale di brigata Hossein Assadollahi, ex comandante della 27a divisione dell’IRGC incaricata di controllare Teheran, nonché deputati del ‘parlamento’ e alti funzionari locali.
Un’area di particolare preoccupazione è la situazione drammatica del personale medico, compresi medici e infermieri, che non hanno l’equipaggiamento più elementare per la propria protezione personale. Finora, oltre 100 medici, infermieri e altro personale medico hanno perso la vita durante il trattamento di pazienti affetti da Coronavirus.
Il procuratore generale del regime Mohammad Jafar Montazeri ha avvertito che il rilascio di statistiche e informazioni relative al Coronavirus ad eccezione di quelle dei canali governativi è “un atto criminale punibile dalla legge” con “gravi conseguenze”. Sono proseguiti gli arresti in varie città con l’accusa di diffondere voci circa le vittime.
L’IRGC ha ordinato a tutte le divisioni e basi provinciali dell’IRGC di essere presenti negli ospedali e nei centri medici e sanitari per controllare la segnalazione del numero di pazienti infetti o morti a causa del virus.
Abbiamo prove evidenti che il regime era a conoscenza della diffusione del virus in Iran e del fatto che diverse persone erano morte dopo essere state infettate già a fine gennaio, ma lo ha tenuto segreto. A causa dell’anniversario della rivoluzione dell’11 febbraio e delle finte elezioni parlamentari del 21 febbraio, Khamenei proibì esplicitamente alle autorità di dare quelle informazioni. Il ministro degli interni Abdolreza Rahmani Fazli ha dichiarato in una conferenza stampa il 23 febbraio che, mentre alcune persone avevano raccomandato il rinvio delle elezioni parlamentari, lui in quanto membro del governo incaricato aveva respinto quegli appelli.
Diagramma del Coronavirus in Iran
Nonostante ripetuti avvertimenti, la Mahan Air, di proprietà dell’IRGC, ha continuato i voli passeggeri verso la Cina fino a marzo.
Abbiamo documenti provenienti da ospedali che mostrano che sin dall’inizio di febbraio pazienti sospettati di essere stati infettati dal Coronavirus erano stati ricoverati a Teheran.
Mentre il regime ha compiuto uno sforzo concertato per indicare le sanzioni come la ragione della catastrofica situazione, in realtà nessuno, tranne il regime, è responsabile della crisi.
Ecco un esempio ovvio
L’atteggiamento del regime nei confronti dell’eminente ONG Medici Senza Frontiere (MSF) negli ultimi giorni è molto significativo. MSF ha inviato un ospedale da campo a Isfahan, una delle città più colpite in Iran. Nonostante affermino che la situazione è terribile e che le sanzioni impediscano al regime di rispondere alle esigenze immediate del popolo iraniano, le autorità hanno espulso MSF dall’Iran. Alireza Vahabzadeh, un alto funzionario del Ministero della Sanità, ha twittato il 24 marzo: “Non è necessario che degli stranieri installino ospedali da campo”. In poche parole, è come se il regime dicesse “Forniteci i mezzi in modo che possiamo usarli per i nostri scopi, ma nessuna presenza diretta”, in quanto ciò esporrebbe le priorità, la cattiva gestione e la corruzione del regime.
Mentre al di fuori dell’Iran il regime afferma di non disporre degli equipaggiamenti di base a causa delle sanzioni, all’interno dell’Iran si vanta di avere il controllo totale e di avere mezzi più che sufficienti. Il 25 marzo, Hassan Rouhani ha affermato: “Fino ad oggi, non abbiamo avuto carenze di letti, infermieri o medici. Anche nelle unità di terapia intensiva (ICU), nella maggior parte delle città e province, abbiamo riserve. Ieri ero particolarmente preoccupato per Mashhad; tuttavia, si è scoperto che il 30% per cento dei letti in terapia intensiva erano vuoti. C’è una buona pianificazione in atto”! Ha anche affermato il 26 marzo: “I ricoveri ospedalieri (per il Coronavirus) sono diminuiti e il bilancio delle vittime è in calo”.
Quali sono i fatti di base?
1 Per quattro decenni, l’unica preoccupazione del regime iraniano è stata quella di reprimere il popolo iraniano, sponsorizzare il terrorismo e la belligeranza nella regione e acquisire più armi di distruzione di massa. Ciò si riflette nell’allocazione dei budget per queste attività maligne anziché per i bisogni essenziali e per il benessere della popolazione, per strutture mediche e ospedali. Questa politica ha devastato le basi fondamentali della società iraniana, con il popolo iraniano che ne ha pagato il prezzo.
2- La corruzione è istituzionalizzata. È diventata così dilagante che persino i leader del regime la descrivono come un drago a sette teste. Il 15 luglio 2019, il ministro della Sanità Saied Namaki ha dichiarato: “1,3 miliardi di dollari per l’acquisto di attrezzature mediche sono usciti e nessuno sa chi li abbia presi esattamente, cosa sia stato portato e a chi sia stato consegnato”. Il governatore della Banca Centrale, il 19 dicembre 2019, ha dichiarato: “Abbiamo fornito per le importazioni valute estere per 22 miliardi di dollari, dei quali 11 miliardi non sono tornati nel Paese. Che cosa è successo al resto del denaro?”. Un giornale del regime ha scritto il 18 dicembre che, secondo informazioni da 15 banche iraniane, è diventato evidente che le attività e i fondi finanziari forniti a 456 entità reali e legali ammontavano a circa 86,5 miliardi di dollari, il che equivale all’intero bilancio dell’anno iraniano 1399 (che è iniziato il 20 marzo).
A causa di accaparramento e cattiva gestione, negli ospedali mancano le forniture di base e le attrezzature e le strutture necessarie per contrastare questa catastrofe. Le strutture mediche sono controllate esclusivamente dall’IRGC. I pazienti ordinari sono privati di strumenti essenziali, come maschere e liquidi disinfettanti; l’IRGC li vende sul mercato nero a 10 volte il prezzo normale.
3- Per quanto riguarda la disponibilità di fondi, secondo alti funzionari del regime ci sono cinque istituzioni che controllano il 60 percento della ricchezza nazionale. Queste sono la Direzione Centrale per l’Esecuzione degli Ordini dell’Imam (Setad Ejraie Farman Imam), la guarnigione dell’IRGC di Khatam al-Anbiya, Astan-e Quds Razavi, la Fondazione dei Martiri e la Fondazione Mostaz’afan.
Tutte sono sotto il controllo totale del leader del regime, Ali Khamenei. Si stima che le attività e il capitale della Setad da soli superino i 100 miliardi di dollari.
Anche il Fondo per lo Sviluppo Nazionale è sotto il controllo totale di Khamenei. Mentre ci sono diverse stime sulle sue partecipazioni, secondo quanto è stato riferito ha decine di miliardi di dollari in attività.
Queste istituzioni possiedono enormi risorse e strutture. Anche una piccola parte di esse potrebbe coprire i costi per affrontare il Coronavirus, compreso il pagamento di stipendi di operai, impiegati e infermieri.
Mentre Khamenei ha rifiutato di usare il suo scrigno personale per provvedere ai bisogni più elementari degli iraniani, lo stipendio e i benefici delle forze repressive, in particolare l’IRGC e le forze delegate del regime all’esterno, continuano a essere pagati. L’8 gennaio, il regime ha aumentato di 200 milioni di euro il budget della “Forza Qods” dell’IRGC.
La medicina non è mai stata colpita da sanzioni internazionali. Il direttore dell’Organizzazione per l’Alimentazione e la Medicina del regime ha annunciato sabato 21 marzo che indumenti speciali, maschere e materiale igienico sarebbero stati importati in 48 ore. Il regime era in grado di importare kit per test già da gennaio.
L’altro giorno, Khamenei ha affermato che esiste la possibilità che gli Stati Uniti possano aver prodotto il virus per l’Iran. Il regime sta usando le vite di iraniani indifesi come strumento di opportunità politica e sta cercando di minare le sanzioni. Il mondo non dovrebbe permettere ai mullah di usare le vite di migliaia di iraniani come pedine per i loro minacciosi obiettivi politici.
Questo è evidente anche nel modo in cui il regime tratta il popolo iraniano. Mentre altri Paesi stanno compensando operai e impiegati affinché possano rimanere a casa, il 21 marzo Rouhani ha dichiarato: “È la cospirazione dei controrivoluzionari per far chiudere le attività economiche in Iran. Non dobbiamo permettere che ciò accada”. In precedenza aveva affermato che l’Iran non ha in programma di mettere in quarantena alcuna città.
Signore e signori,
• In tutto il mondo, i governi si stanno dando da fare per alleviare la sofferenza della gente nella lotta contro il Coronavirus. L’Iran è l’unico Paese in cui il regime e il popolo si trovano su due lati diversi. Gli sforzi del regime mirano a nascondere le cifre effettive e ad occuparsi di conseguenze politiche, vale a dire contrastare qualsiasi espressione di indignazione pubblica in risposta alla sua cattiva gestione del virus. Ciò ha contribuito in modo significativo alla gravità della situazione e alle difficoltà della popolazione.
• La catastrofe in Iran è un problema immediato e pressante che non si è limitato ai confini iraniani e si è anche diffuso ad altri Paesi della regione.
• Il regime sta sfruttando la situazione del popolo iraniano per cercare di fare alleggerire le sanzioni al fine di avere più mezzi per continuare la repressione, il terrorismo e la belligeranza. Neanche un centesimo dato a questo regime raggiungerà il popolo iraniano. Tutta l’assistenza inviata in Iran dovrebbe essere distribuita direttamente dalle agenzie internazionali. Altrimenti, sarà rubata dal regime.
• Per quanto riguarda le sanzioni, come ha evidenziato la signora Maryam Rajavi, presidente-eletta del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana, coloro che stanno versando lacrime di coccodrillo per il fascismo religioso che governa l’Iran a causa delle sanzioni dovrebbero anche mostrare una certa empatia per il popolo iraniano. E, se sono fedeli alle loro parole, dovrebbero fare pressioni sul regime affinché consenta a giornalisti, osservatori, missioni e aiuti stranieri di arrivare nel Paese e di fornire assistenza raggiungendo i bisognosi senza intermediari. Dovrebbero anche premere sul regime chiedendo di liberare tutti i prigionieri e di fermare gli arresti, le torture e le esecuzioni, e spingere il regime a non impedire ai giovani di aiutare i loro concittadini.