Secondo un rapporto di El País, il regime iraniano sta ancora una volta usando la diplomazia degli ostaggi come strumento strategico per manipolare le nazioni europee, sfruttando la detenzione di cittadini occidentali per estrarre concessioni politiche e finanziarie. Il rapporto evidenzia come Teheran stia sfruttando le detenzioni arbitrarie per guidare i cunei tra i governi europei mentre avanza la sua agenda di politica estera.
Il recente rilascio della giornalista italiana Cecilia Sala, dopo 20 giorni di detenzione, è in netto contrasto con la detenzione continuata di diversi cittadini francesi in Iran. Gli analisti, tra cui Clément Therme dell’Istituto francese di relazioni internazionali (IFRI), sostengono che l’Iran ha deliberatamente liberato Sala mantenendo ostaggi francesi per seminare discordia tra le nazioni europee. La mossa arriva in un momento in cui i paesi europei sono impegnati in rinnovati negoziati nucleari con Teheran.
El País riferisce che Cecilia Sala è stata rilasciata l ‘ 8 gennaio, appena quattro giorni prima che il ministro della Giustizia italiano Carlo Nordio ordinasse il rilascio del detenuto iraniano Mohammad Abedini Najafabadi. I rapporti suggeriscono che il primo ministro italiano Giorgia Meloni ha ottenuto l’approvazione degli Stati Uniti per sospendere l’estradizione di Najafabadi a Washington durante il suo incontro del 5 gennaio con l’ex presidente Donald Trump. Questo scambio ha coinciso con i negoziati chiave a Ginevra, segnalando la continua dipendenza di Teheran dalla diplomazia degli ostaggi per ottenere influenza.
In light of Hamid Noury's release today, it's crucial to revisit the endless cycle of Western appeasement fueling #Iran's regime #terror and hostage-taking. This loop, starting with Iranian dissidents, now ensnares Western officials and citizens.https://t.co/ieaaOkZb6y
— NCRI-FAC (@iran_policy) June 15, 2024
Nel frattempo, i cittadini francesi Cécile Kohler, Jacques Paris e Olivier Grondeau rimangono imprigionati in Iran. Gli analisti suggeriscono che il rifiuto dell’Iran di rilasciare questi individui è legato alle crescenti tensioni tra Teheran e Parigi, in particolare alla luce delle recenti discussioni del presidente Emmanuel Macron sull’attivazione del meccanismo di “snapback” —un’iniziativa che potrebbe reintrodurre sanzioni contro l’Iran per non conformità nucleare.
David Rigoulet-Roze, ricercatore presso l’Istituto francese per gli affari internazionali e strategici (IRIS), ha detto a El País che la rabbia dell’Iran per la posizione della Francia ha contribuito al rilascio selettivo degli ostaggi. Teheran continua a usare i cittadini francesi imprigionati come merce di scambio per scoraggiare Parigi dal prendere una posizione più ferma nei negoziati sul nucleare.
Al di là delle manovre politiche, El País spiega in dettaglio come l’Iran abbia una storia ben documentata di sfruttamento degli ostaggi per ottenere aiuti finanziari. Il rilascio di prigionieri con doppia nazionalità è stato spesso accompagnato dallo scongelamento dei beni iraniani. Nel 2016, a seguito di uno scambio di prigionieri con gli Stati Uniti, l’Iran ha ricevuto 1,7 miliardi di dollari in trasferimenti di denaro. I critici hanno etichettato questo come un pagamento di riscatto, avvertendo che tali accordi incentivano solo la futura presa di ostaggi.
Allo stesso modo, nel 2023, il Belgio ha rilasciato il diplomatico iraniano condannato Assadollah Assadi—che era stato condannato a 20 anni per un complotto terroristico sventato—in cambio dell’operatore umanitario belga Olivier Vandecasteele e di due prigionieri austro-iraniani. Il regime iraniano ha celebrato questo accordo come una vittoria, rafforzando la sua convinzione nell’efficacia della diplomazia degli ostaggi.
The #Iranian regime aired an interview with Asadollah Assadi, its convicted diplomat #terrorist, who was jailed in Belgium for a foiled 2018 bomb plot in Paris. This move seeks to bolster its hostage-taking diplomacy for both domestic and international audiences. pic.twitter.com/SIhC5faqkK
— NCRI-FAC (@iran_policy) August 6, 2024
Le pratiche di presa di ostaggi in corso in Iran hanno attirato aspre critiche da parte dei legislatori europei. Il 25 gennaio, il Parlamento europeo ha condannato la “diplomazia degli ostaggi” di Teheran e ha chiesto l’immediato rilascio dei detenuti europei, tra cui cittadini francesi e lo scienziato iraniano-svedese Ahmadreza Djalali. La risoluzione ha anche esortato il Consiglio europeo a designare il Corpo delle Guardie Rivoluzionarie islamiche (IRGC) come organizzazione terroristica e ad estendere le sanzioni contro i funzionari iraniani coinvolti in violazioni dei diritti umani.
Gli esperti avvertono che fino a quando Teheran percepirà la diplomazia degli ostaggi come uno strumento efficace, i cittadini occidentali rimarranno a rischio di detenzione arbitraria.
Con i negoziati sul nucleare iraniano in un momento critico, i governi europei affrontano crescenti pressioni per rispondere in modo decisivo alla diplomazia coercitiva di Teheran. Resta la domanda: l’Europa resterà unita contro le tattiche del regime iraniano, o Teheran continuerà a sfruttare le divisioni a suo vantaggio?