Con un’importante mossa bipartisan, i senatori statunitensi Thom Tillis (R-NC) e Jeanne Shaheen (D-NH), insieme ad altri 12 senatori di entrambi i partiti, hanno presentato la Risoluzione 145 del Senato per affermare un forte sostegno ai rifugiati politici iraniani residenti ad Ashraf-3, in Albania. La risoluzione, intitolata “Protezione dei rifugiati politici iraniani, comprese le ex prigioniere politiche, ad Ashraf-3 in Albania”, è stata presentata alla Commissione Affari Esteri del Senato il 27 marzo 2025.
La risoluzione indica la necessità di “misure rapide e appropriate” per garantire la sicurezza e i diritti fondamentali dei dissidenti iraniani che ora vivono ad Ashraf-3, molti dei quali sono stati precedentemente imprigionati in Iran per essersi opposti al regime teocratico. Tra loro ci sono oltre 900 donne e uomini sopravvissuti alla tortura e testimoni di atrocità, tra cui il massacro di prigionieri politici del 1988, un crimine in cui è stato implicato anche il presidente del regime iraniano Ebrahim Raisi.
#American @SenThomTillis highlights bipartisan support for Ashraf 3 and calls for ongoing protection and support. We must ensure #Albania and Ashraf 3 remain safe as we push for change, he urges. pic.twitter.com/HTxHglLfGM
— NCRI-FAC (@iran_policy) August 18, 2024
Secondo la risoluzione, “questi testimoni devono essere pienamente protetti per eventuali deposizioni da rendere davanti alle corti internazionali che indagano sul massacro del 1988 e su altre gravi violazioni dei diritti umani in Iran”.
I senatori hanno evidenziato che il regime iraniano, che la risoluzione descrive come “il principale Stato sponsor del terrorismo al mondo”, ha intensificato le sue attività nefaste, tra cui gli attacchi informatici contro l’Albania nel dicembre 2023 e l’uso improprio degli avvisi rossi dell’INTERPOL nel tentativo di mettere a tacere e rimpatriare i dissidenti all’estero.
La risoluzione condanna inoltre le minacce del regime alla sovranità albanese e denuncia i “processi farsa in contumacia” avviati da Teheran contro 104 membri della Resistenza iraniana in Europa, compreso Ashraf-3. Questi processi – avverte la risoluzione – mirano a creare falsi precedenti legali per facilitare le estradizioni o giustificare potenziali attacchi terroristici.
Former ICC President Dr. @EboeOsuji confirms ICC jurisdiction over crimes against #MEK in Albania and France if local authorities don't act. International law must protect MEK members. pic.twitter.com/nS547TYf8F
— NCRI-FAC (@iran_policy) September 4, 2024
“Il regime iraniano ha intensificato gli attacchi terroristici contro i suoi oppositori e ha fatto ricorso a ricatti, minacce terroristiche, prese di ostaggi, procedimenti giudiziari farsa e altri mezzi di intimidazione”, si legge nel testo.
La risoluzione del Senato evidenzia inoltre l’isteria misogina del regime, notando che il ruolo dirigente delle donne ad Ashraf-3 ha intensificato l’ostilità di Teheran nei confronti dei residenti. Ricorda il sostegno internazionale al Piano in dieci punti della signora Maryam Rajavi, approvato da oltre 4.000 legislatori e 130 ex alti dirigenti politici mondiali, come tabella di marcia per una repubblica democratica, laica e non nucleare in Iran.
US Senate Resolution Aims to Protect #Iranian Political Refugees in Albaniahttps://t.co/0SYkoR6CTJ
— NCRI-FAC (@iran_policy) July 27, 2024
La Risoluzione del Senato 145 esorta il governo degli Stati Uniti a:
1. Garantire i diritti fondamentali dei residenti di Ashraf-3, tra i quali la libertà di espressione, di riunione e di attività politica legittima.
2. Condannare gli attacchi informatici e le minacce del regime iraniano contro l’Albania.
3. Collaborare con l’Albania nel rispetto del diritto internazionale per proteggere la vita, la libertà e le proprietà dei residenti di Ashraf-3.
4. Opporsi all’abuso da parte dell’Iran dei meccanismi dell’INTERPOL a fini di persecuzione politica.
5. Mantenere una stretta cooperazione con l’Albania e con Ashraf-3 per sostenere queste protezioni.
In una lettera datata 19 aprile 2016, il primo ministro albanese Edi Rama aveva ribadito l’impegno del suo Paese a proteggere i diritti dei rifugiati iraniani sulla base delle convenzioni internazionali, tra le quali la Convenzione di Ginevra sui Rifugiati del 1951 e la Convenzione Europea dei Diritti Umani.
Mentre Teheran continua nei suoi sforzi per esportare il terrore e reprimere il dissenso all’estero, la risoluzione invia un chiaro messaggio bipartisan: gli Stati Uniti sono al fianco del popolo iraniano e della sua lotta per la libertà e difenderanno coloro che hanno rischiato tutto per denunciare i crimini del regime.